[2] G. Muguruza b. [5] V. Azarenka 6-1 3-1 rit.
Si conclude nel peggiore dei modi un torneo di Monterrey che gli organizzatori da qualche giorno stava cercando di spingere come il più competitivo mai avuto da quelle parti. Effettivamente gli scenari dopo i primi turni vedevano 3 ex numero 1 del mondo e pluricampionesse Slam ancora in corsa, con in finale una sfida niente male anche per il market dei diritti tv tra Victoria Azarenka e Garbine Muguruza. Invece tutto si è risolto nella maniera più sfortunata, con la spagnola a braccia alzate quasi a chiedere scusa al pubblico, volto poco sorridente, e la bielorussa sedutasi a fatica nel proprio angolo con un grande dolore al polpaccio sinistro.
Non era questo il modo in cui Muguruza si augurava di bissare il successo del 2018 e malgrado il 6-1 3-1 sembri raccontare di una sfida da lei dominata, o dove Azarenka abbia patito fin dall’inizio il problema fisico, la realtà è che per tutto il primo set non c’era così tanta distanza tra le due. C’era però una giocatrice che stava mostrando la miglior versione di sé da tantissimo tempo a questa parte. Garbine, almeno per una occasione, ha giocato da campionessa quale è stata nelle sue giornate migliori.
Messe da parte le grandi fatiche e gli stenti dei giorni scorsi, la spagnola si è portata a casa un primo set molto tirato, fatto di una fase centrale con 4 game lunghi e laboriosi, ai vantaggi, dove ha sempre alzato il livello quando doveva prendere coraggio e attaccare, o quando doveva difendere palle break. Sei le chance concesse: 3 consecutive sul 2-1, altre 3 sul 4-1, e mai una volta che Azarenka abbia avuto occasioni di costruirsi il punto come voleva. Al di là della bontà dei cambi di direzione allo scambio impressi da Muguruza, verrebbe da elogiarne la qualità delle fasi difensive quando Azarenka cercava a sua volta di comandare ma la palla tornava sempre indietro profondissima e lei non riusciva a rimettere di là una soluzione altrettanto fastidiosa.
Ci sono state alcune chiamate, poi, che hanno molto infastidito la bielorussa, quasi tutte a suo sfavore. Il non avere a disposizione Hawkeye l’ha portata ad avere parecchio nervosismo già più di quanto alle volte non palesasse. Questa partita, come poi farà sottintendere nel discorso di premiazione, era molto importante per tutti i significati speciali che si portava con sé, non ultimo il desiderio di vincere il titolo per dedicarlo al figlio Leo. Invece, perso il set 6-1 e senza colpe o rimpianti per un livello di gioco scarso, si è seduta al proprio angolo e si è fatta visitare dal fisioterapista che le ha fasciato il polpaccio destro. Non si era notato molto fin lì, ma dall’inizio del secondo set la situazione è precipitata rapidamente e con lei al servizio i guai sono stati da subito enormi. Era chiaro che non avrebbe potuto continuare per tentare una rimonta, ma i dubbi sulla possibile tenuta fisica almeno fino alla fine del secondo parziale si sono rivelati fondati quando, ceduto il servizio sull’1-2, ha deciso di interrompere la partita.
All’inizio Muguruza neanche si era accorta della fine della partita, pronta a servire il primo punto del quinto game. Poi, mestamente, si è diretta a rete per stringere la mano all’avversaria e rivolgersi quasi con aria di chi volesse chiedere scusa. Emozionante infine il momento in cui tutto lo stadio, che inizialmente aveva anche beccato Azarenka con qualche fischio per una polemica di quest ultima verso l’arbitro per una delle varie chiamate contro di lei, ha cominciato a tributarle una lunga standing ovation con anche qualche fan che cantava il suo nome. Lei, che a stento tratteneva le lacrime, ha concluso la sua prima avventura a Monterrey con un sentito “muchas gracias”.
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