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09 Mar 2019 16:31 - WTA
Ostapenko: “Da qualche settimana sto finalmente giocando senza dolore”
Intervista esclusiva ad Alona Ostapenko, apparsa in ripresa dopo diversi mesi dove un problema al polso ne ha condizionato pesantemente il rendimento. Un pensiero sul 2018: sono successe tante cose, ma "anche in una stagione così ho fatto semifinale a Wimbledon e finale a Miami".
di Diego Barbiani
Dopo tanto tempo trascorso a combattere un più che fastidioso problema al polso sinistro, Alona Ostapenko ha finalmente colto un’ottima prestazione in una giornata tra l’altro che aveva tutti i connotati perché diventasse problematica. La lettone, come anche avvenuto nel 2017, ha avuto una off season ridotta al minimo: se allora ci furono i vari impegni con gli sponsor a ridurre drasticamente il tempo a disposizione, lo scorso anno dovette rimanere ai box oltre due mesi per curare un problema di cui non è voluta entrare troppo nei particolari ma ha fatto capire che era qualcosa di molto fastidioso.
Subito dopo il 6-2 6-1 ai danni di Shuai Zhang, abbiamo avuto l’occasione di scambiare due parole in esclusiva con la numero 22 del tabellone di Indian Wells e diverse cose sono saltate all’occhio, o all’orecchio. Alona, che noi continueremo sempre a chiamare col suo vero nome, nasconde dietro quel volto ancora molto da bambina una mentalità piuttosto matura. Non ha grande timore a dire le cose come stanno, e lo si nota da come tende a guardare sempre la persona negli occhi senza alcun cedimento, tra sorrisi e momenti un po’ più seri.
“Oggi è andata veramente bene” ha dichiarato, “sono molto felice della partita perché sono riuscita a giocare senza paura, riuscendo a giocare i miei colpi quando volevo”. Già una prima novità: normalmente la ex top-5 era abituata a rispondere in maniera molto concisa, poche parole. Non era diffidenza, o altezzosità, ma semplice impostazione del proprio carattere. Questa volta invece finita la prima frase ne è arrivata una seconda, poi una terza: “Tante volte ultimamente penso di aver avuto un po’ di timore nel giocare come avrei voluto, di non riuscire ad andare in lungolinea come magari pensavo in quel momento. Oggi però mi sono sentita meglio in campo. C’è stato un inizio abbastanza combattuto, con qualche game equilibrato, poi però quando ho preso fiducia ho cominciato a spingere maggiormente e sono arrivata alla vittoria”. E dire che, oltre all’avversaria, c’era anche un vento che dava parecchio fastidio, ma Alona non è sembrata molto preoccupata: “Ho gestito la situazione molto bene, forse mi piace giocare quando c’è un po’ di vento perché mi sembra di avere un po’ di margine in più in certe situazioni”. Ha ragione, visto he fece finale a Doha (Premier 5 in quell’anno) nel 2016.
Nella giornata di giovedì eravamo a vedere il suo allenamento con Aryna Sabalenka. Le due ne avevano già svolto uno assieme due giorni prima, un po’ frammentato nel ritmo, mentre quello è stato molto interessante da vedere: Ostapenko, come anche la bielorussa, ha messo tanta intensità e nella fase più dura (oltre una decina di ripetizioni di un esercizio che prevedeva 3 palleggi in incrociato e uno centrale) teneva in piedi scambi durissimi dal punto di vista fisico, con palle che non venivano “buttate” prima dei 2 minuti trascorsi. Lei alla fine era forse più esausta di Sabalenka, ma l’impegno era massimo e non mancavano neppure i momenti divertenti tra loro due, segno di un clima molto più tranquillo ora rispetto a inizio anno. “Non che fossi veramente rilassata, perché comunque stavo dando tutto quello che avevo”, ha detto, “L’allenamento di ieri è stato piuttosto duro, anche Aryna alla fine sembrava molto stanca. Poi in generale da un paio di settimane circa sono all’accademia IMG in Florida, ho deciso così per cambiare qualcosa, non rimanere sempre a casa, provare allenamenti in condizioni diverse… Un modo anche per preparare meglio questo torneo”. La IMG, una soluzione che a quanto sembra non le dispiacerebbe prendere in considerazione per un lungo periodo: “Vorrei prima vedere come va questo periodo di prova. La mia base sarà sempre la Lettonia, però lì è molto bello, le strutture di allenamento hanno davvero tutto a portata di mano, puoi riposarti, puoi rilassarti, credo che mi possa essere veramente d’aiuto”.
Come nel 2017, anche a fine 2018 è stata costretta a una off season molto ridotta: “Si è vero, mi sono dovuta fermare lo scorso anno rinunciando anche a Zhuhai. Convivevo con questo problema già da diversi mesi, ma è peggiorato mentre ero in Asia. Cercavo qualcosa per curarlo. A conti fatti anche ora tengo una benda sul polso, ma è solo in via precauzionale perché da due settimane circa non sento più dolore anche quando gioco. Spero sia davvero sparito perché ormai è stato davvero fastidioso. È stato un vero peccato perché io speravo di lavorare tanto nella off season e invece ho fatto 2 mesi ferma senza riuscire a toccare la racchetta. Ho ricominciato quando mancava circa una settimana al primo torneo, dunque ho dovuto prepararmi al fatto che non ci fossero risultati nei primi mesi dell’anno nuovo. Sono indietro rispetto alle altre, come lo scorso anno”.
Ha un po’ storto il naso quando abbiamo provato a porre la domanda sul 2018, facendo riferimento alle critiche ricevute per il crollo nel ranking, ma poi ha capito che seppure la domanda fosse stata presentata inizialmente così, quello che volevamo chiedere era se anche lei pensasse che fossero state un po’ eccessive: “Penso che il ranking non menta. Io non penso di avere avuto una stagione disastrosa, ma ho avuto momenti dove non rendevo come avrei dovuto a causa di vari problemi. Sono cambiate tante cose all’inizio, poi anche a metà anno. Ora sono in top-30, non è questo il mio obiettivo, vorrei ovviamente essere più in alto, tornare in top-10 o top-5, essere la migliore al mondo, però sì anche in una stagione che possiamo dire difficile ho comunque fatto una semifinale Slam, o una finale in un torneo molto importante come Miami, poi ari quarti di finale o semifinali. Non è stato un brutto anno, forse tutti già all’inizio sapevano che mi avrebbero giudicato per quello che avrei fatto a Parigi. Purtroppo è andata male, ma fu veramente complicato per me perché per la prima volta ho sentito una pressione altissima. Me l’aspettavo, ma non sono riuscita a fare di più. Poi in quella settimana speravo di fare qualcosa tra doppio e doppio misto e invece mi sono anche ammalata. È stato un disastro, prima del doppio misto ho avuto un virus che mi ha fortemente debilitata, penso fosse qualcosa allo stomaco perché vomitai diverse volte in quei giorni. Sono stata ferma una settimana senza fare nulla, neanche presi in mano la racchetta. È andata così, sono stata piuttosto sfortunata. Speriamo in quest anno”.
Una domanda finale, una curiosità: con un gioco così aggressivo ma così spettacolare da vedere per chi osserva la partita, eravamo curiosi di capire se anche lei avesse l’abitudine di tanto in tanto a cercare i propri video per esempio su YouTube, per riguardarli. La risposta? “Sì, devo dire che ogni tanto mi capita (ride, nda). In alcune circostanze lo faccio anche per ricordarmi che posso effettivamente fare colpi che sembrano impossibili. Provo a rivederli, ricordarli, e riprovarli in partita”.