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Australian Open, Djokovic passeggia contro Pouille: sarà l’ottava finale slam contro Nadal

Imbarazzante, veramente imbarazzante, sotto ogni punto di vista. Per il pubblico presente alla Rod Laver Arena, per gli spettatori a casa, per gli addetti ai lavori, e probabilmente ad un certo punto persino per chi stava in campo.

Una semifinale di un torneo dello slam dove chi vince lascia quattro game soltanto all’avversario e il tutto duri poco più di un’ora e venti minuti, non è un brutto spettacolo, è demoralizzante. Per tutti.

Dispiace essere duro ancora una volta, ma da queste due partite quello che dovrebbe essere “il futuro del tennis” ne è uscito veramente a pezzi. Ieri Stefanos Tsitsipas ha “conquistato” sei game contro Rafael Nadal, oggi Lucas Pouille ne ha vinti quattro contro Novak Djokovic.

La seconda semifinale alla Rod Laver Arena si è conclusa 6-0 6-2 6-2 per il numero uno del mondo, che domenica sfiderà, in quella che finalmente sarà una partita vera, il numero due spagnolo. Sarà l’ottava finale slam tra i due, per ora Rafa conduce la serie per 4 a 3.

Detto questo, ormai appare chiara a tutti una cosa, e se non è chiara è forse perchè ci si ostina a chiudere gli occhi, e non va bene. La next generation inizierà con ogni probabilità a vincere qualcosa quando quella vecchia tirerà definitivamente le cuoia, tennisticamente parlando. Non parliamo ovviamente dei tornei “minori”, nemmeno dei 1000, ma di roba seria, cioè gli slam.

Non è un caso che il “più giovane” vincitore di un major in campo maschile sia nato nel 1988, Marin Cilic, mentre nel femminile si è già al 1997, con la Osaka, ma molte altre nate negli anni 90 hanno conquistato i maggiori titoli. Nel maschile no. E a questo punto è troppo facile dire che i vari Nadal e Djokovic sono troppo forti. Quello senza dubbio, ma è il livello dei giovani che è drammaticamente basso rispetto alle premesse, rispetto alle aspettative e soprattutto rispetto ad una realtà che molto spesso ci è sbandierata dagli addetti ai lavori che non corrisponde alla realtà. E francamente vedere spettacoli come quello di oggi e quelli di ieri, fa rivalutare persino altri sport.

Luigi Ansaloni

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