di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
01 Set 2018 00:57 - US Open
Us Open: non basta un grande Khachanov, vince Nadal. Anderson supera Shapovalov, Raonic batte Wawrinka, bene del Potro
Il numero uno del mondo soffre maledettamente per più di 4 ore contro il russo ma alla fine riesce ad avere la meglio e a vincere l'incontro
di Redazione
R. Nadal b. K. Khachanov 5-7 7-5 7-6 7-6 (Cristina Pozzoli)
Rafa Nadal vince un match complicatissimo e ricco di emozioni contro Karen Khachanov dopo oltre quattro ore di lotta senza esclusione di colpi e continua nel suo cammino verso la difesa del titolo che al quarto turno lo vedrà impegnato contro Nikoloz Basilashvili.
Il primo parziale comincia in salita per Rafa, Khachanov tira tutto come se ogni colpo fosse l’ultimo e tutto gli sta dentro. Dritto, rovescio e servizio viaggiano a velocità impressionanti nei pressi delle righe e lo spagnolo non riesce quasi mai a passare dalla difesa all’attacco. Il russo gioca piedi dentro il campo, sempre ben posizionato sulla palla e non ha problemi a gestire né lo scambio né il servizio di Rafa. Lo spagnolo prova a variare il gioco usando il back e il top, cambia direzioni e traiettorie e si procura due palle break nel secondo game ma il russo non trema affatto, piazza ace e prime vincenti, si salva e subito dopo infila tre risposte pesanti che Rafa non può addomesticare e strappandogli il servizio. Nel quarto game lo spagnolo si riprende il break di svantaggio chiamando Khachanov a giocare in zone del campo che non gli appartengono ma lui non si scompone, continua nel suo credo e tirando bordate da ogni parte del campo break ancora Rafa nell’undicesimo game. Le emozioni iniziano a salire vertiginosamente, il russo conquista il primo set point con un punto spettacolare a rete ma Rafa lo prende in contropiede con il dritto e poi annulla anche il secondo set point con un recupero fenomenale che scavalca Khachanov a rete. Arriva il terzo set point e il russo questa volta piazza l’ace e chiude.
Nel secondo parziale Khachanov continua nel suo credo, più Rafa spinge e più gli rimanda sassate e nel terzo game gli strappa il servizio. Rafa si fa subito sotto procurandosi due palle del contro break ma Khachanov c’è e annulla tutto tenendo il servizio. Nell’ottavo game Rafa va a segno con due passanti strepitosi, uno di rovescio e uno di dritto “a banana” procurandosi un altro break point sul quale il russo va lungo con il dritto. Ma come nel primo parziale, appena recuperato il break di svantaggio, Rafa non morde, anzi è troppo tenero, gioca corto, compie scelte discutibili scendendo a rete senza la giusta copertura, si trova 0-40 e cede di nuovo il suo servizio alla terza palla break sbagliando un dritto inside-out che forse nella vita non ha mai sbagliato. Rafa si difende con i denti come solo lui sa fare e nel decimo game rientra in gioco recuperando anche il secondo break. Inizia a piovigginare e il gioco si interrompe per permettere la chiusura del tetto. Alla ripresa delle ostilità Rafa tiene il suo servizio a zero e poi Khachanov sul 40-15 commette due doppi falli consecutivi che contro Rafa sono un suicidio. Lo spagnolo ringrazia e si prende il set.
Khachanov rischia grosso all’inizio del terzo set salvandosi da 0-40 e si arriva al tie break seguendo l’ordine dei servizi. Il russo va subito sotto con un doppio fallo nel secondo punto, poi Rafa sbaglia un dritto a campo aperto fallendo il 3-0, delizia il pubblico con una demi volée smorzata e poi il russo si riprende il mini break bucando il campo con il rovescio dopo uno scambio durissimo ma commette ancora doppio fallo e si gira sul 4-2 per Rafa. Due giocate spagnole da cineteca chiuse con altrettanti rovesci lungo linea valgono tre set point consecutivi che Khachanov annulla, poi ne arriva un quarto anche questo fallito. Sul sette pari c’è il terzo doppio fallo del russo, Rafa sta attentissimo e chiude il parziale vincendo uno scambio interminabile salutato dal boato del pubblico.
Il tie break sembra segnare l’esito del quarto parziale. Khachanov crolla e subisce il break nel terzo game. Prova a scuotersi, almeno al servizio ma Rafa non concede niente sul suo fino a quando va a servire per il set sul 5-4. Quando ormai tutto è perduto Khachanov tira tutto e ricomincia a far male, Rafa non chiude un punto clamoroso a rete e poi si fa ancora infilare cedendo a zero il servizio. Si arriva al tie break dopo un set point fallito da Khachanov in risposta e un punto strepitoso da Rafa con il quale tiene il servizio (smorzata, recupero di Khachanov, pallonetto di Rafa, tweener del russo, volée smorzata definitiva dello spagnolo e pubblico in delirio). Al tie break il numero uno del mondo vede l’obiettivo e diventa una furia salendo 6-1. Khachanov annulla i due set point con il servizio a disposizione ma sul terzo sbaglia la risposta e Rafa può finalmente esultare.
[5] K. Anderson b. [28] D. Shapovalov 4-6 6-3 6-4 4-6 6-4 (Simone Milioti)
Sicuramente il terzo turno più lottato in cui si è vista davvero tanto qualità, a vincere dopo 3 ore e 43 minuti di gioco è stato il sudafricano Kevin Anderson nonché finalista dello scorso anno, che sembra intenzionato a confermare il piazzamento. Lo sconfitto, Denis Shapovalov, ha mostrato un tennis a tratti illuminante, ma sicuramente da questo match imparerà che non basta giocare i colpi più belli per vincere, serve anche dare continuità.
Costano parecchio i passaggi a vuoto o comunque quei game lasciati andare un po’ troppo facilmente dal canadese. Il NextGen era partito bene, propositivo e fluido col suo gioco, break al terzo gioco e poi via liscio sul proprio servizio che per lunghi tratti non ha tradito. Al 6-4 iniziale però è seguito un parziale favorevole ad Anderson, che dalla sua bisogna dargli atto ha sempre mantenuto un livello costante di gioco approfittando della pause di Shapovalov. Nel secondo Anderson allunga sul 5-2 e chiude agevolmente il set per 6-3.
Il terzo si riapre con Shapovalov che nuovamente alza il livello, l’equilibrio ai servizi sembra infrangibile, ma nel settimo gioco Anderson riesce a piazzare un colpo che probabilmente anche ai fini del match sarà decisivo. Break importantissimo e incontro che gira in favore del sudafricano. Shapovalov non ha ancora finito le cartucce e riesce, nel quarto set, a tornare a illuminare il campo con le sue repentine discese a rete che tagliano di netto le gambe ad Anderson. Ottiene il break al fotofinish nel decimo gioco e trascina l’incontro, provando a infiammare anche il pubblico, al quinto set.
Il set decisivo riparte però male per il talentuosissimo canadese, Anderson ormai quasi un veterano continua senza picchi ma giocando sempre solido da fondo, attento a prendersi i punti senza strafare e ovviamente solidissimo al servizio. Il numero 5 del seed ottiene il break al terzo gioco e a quel punto per lui il match è in discesa. Rischia parecchio nel sesto gioco, quando Shapovalov vede letteralmente svanire l’occasione del contro-break per una chiamata sciagurata del giudice di linea, corretta dal falco ma è troppo tardi, il punto è da ripetere. Anderson non rischierà più anzi, sul 5-3 potrebbe addirittura rendere più pesante il parziale, conquistando già 3 match point consecutivi sul servizio di Shapovalov, ma il canadese ha le energie per un’ultima fiammata e quantomeno costringe il sudafricano a servire per guadagnarsi gli ottavi di finale.
[25] M. Raonic b. S.Wawrinka 7-6(6) 6-4 6-3 (Giovanni Putaro)
Stroncate le speranze di Stan di raggiungere la seconda settimana dello Slam americano. Stroncate da un cinico quanto basta Raonic in tre secchissimi set, nei quali solo una volta il punteggio è stato messo in discussione, nel TB del primo set, quando l’elvetico poteva aggiudicarselo ma, un po’ per sbavature, un po’ per sfortuna, non ce l’ha fatta. L’inizio è stato dominato dall’equilibrio, frutto della concentrazione dei due alla battuta e della scarsa capacità di lettura in risposta. L’unica palla break la concederà un Raonic non bombardiere assoluto come suo solito(“soli” 8 nel parziale d’avvio, ma molte, molte prime lavorate ed elaborate), ma riuscirà brillantemente a cancellarla. Wawrinka gestisce bene i propri turni, cerca di muovere il canadese, non sempre riuscendoci, approdando, così, ad un inevitabile tiebreak nel quale è proprio lui il primo a balzare avanti, cogliendo di sorpresa Milos, portandogli via il minibreak e volando 3-0. Un piccolo momento di appannamento gl costa il recupero fino al 3-3, ma ancora una volta ha la possibilità di buttare una spallata al suo avversario, essendosi procurato due set point di fila. Da qui in poi inizia un po’ il tracollo psico-fisico di Stan, che si fa rimontare di nuovo, perde per otto punti a sei il tiebreak e disputa una seconda frazione cercando di portare a casa il più possibile i suoi turni di servizio, mai affondando o insidiando il 27enne che pur qualcosa poteva concedere, avendo messo in campo un appena sufficiente 54% di prime in campo e una manciata di aces. Ma nulla, il fisico del giocatore di Losanna probabilmente, col passare dei minuti, gli stava sempre più sussurrando l’impossibilità di portare a casa l’incontro. In un delicatissimo nono game, Wawrinka scivola 0-30, prova a riprendersi, ma Raonic lo brekka e si issa due set a zero. Il pubblico vuole tennis, incita il campione Slam, che ormai però è a pezzi, mentalmente e fisicamente e, difatti, non ci vuole molto prima che subisca nuovamente il break che formalmente chiude un match già sigillato da tempo. Buona prova di Milos, che seppur si sia trovato di fronte un Wawrinka chiaramente in difficoltà, ha saputo domarlo e batterlo, senza nemmeno faticare tantissimo. Per la quarta volta in carriera arriva, quindi, agli ottavi degli US Open e ad attenderlo c’è John Isner.
J.M.del Potro b. f. Verdasco 7-5, 7-6(7), 6-3 (Andrea Iaccarino)
Il programma di ieri, venerdì, si è chiuso con la vittoria di Juan Martin del Potro nella cornice dell’Arthur Ashe su Fernando Verdasco per 7-5, 7-6(7), 6-3: fino a questo momento lo spagnolo aveva collezionato 6 vittorie su top 10 nei Grandi Slam, ma continua a non trovarne una qui a Flushing Meadows.
È il quinto faccia a faccia vinto dal gigante di Tandil, a fronte di uno solo perso su terra a Estoril, sulla Terra tanto cara a Verdasco. L’argentino nel primo set parte subito bene strappando il servizio al n.31 del seeding ai vantaggi, anche se il break sarà successivamente recuperato nel quarto game e il risultato andrà sul 2-2. Entrambi i giocatori successivamente vanno lisci al servizio, fino a quando sul 4-4 Verdasco si salva sul set e break point con un rischiosissimo dropshot vincente. A poco serve, perché nel successivo turno di servizio l’iberico perde Il servizio, addirittura a 0, e così del Potro chiude il primo parziale senza farsi pregare. Anche nel secondo set arrivano break e controbreak in fotocopia come nel primo, solo che stavolta ci sono state poche occasioni oltre a una palla break per del Potro sul 5-5. Si è deciso quindi tutto al tie-break, dove i giocatori non hanno tenuto quasi mai il servizio è l’argentino non è mai andato sotto, portandolo a casa alla fine per 8-6 e solo al terzo set point. Ha provato nei primi due set ad attaccare da fondo Fernando Verdasco, dimostrando però mancanza di intensità a livello di gioco da fondo se paragonato con del Potro. Sotto di due set, Fernando Verdasco ha poi firmato la propria condanna, semmai ce ne fosse stato bisogno, andando sotto 4-1 e perdendo ancora il gioc alla battuta. Da questo momento zero occasioni e l’argentino chiude con un 6-3 che gli regala il quarto turno per la quarta volta di fila e la settima di sempre. Dopo aver sconfitto Young e Kudla nei match precedenti, adesso sfiderà Coric alla ricerca di una ipotetica semifinale contro Rafa Nadal, lui che nel 2009, è bene ricordarlo, gli Us Open li ha anche vinti.