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02 Set 2018 01:49 - US Open
Us Open: disastro Zverev, maratona Cilic, bene Djokovic, Goffin e Nishikori
Il numero 4 del mondo va avanti di un set nel derby tedesco ma poi crolla, perdendo dal più anziano connazionale
di Redazione
P. Kohlschreiber b. [4] A. Zverev 6-7(1) 6-4 6-1 6-3 (Cristina Pozzoli)
Un super Philipp Kohlschreiber elimina Alexander Zverev giocando una partita tatticamente perfetta senza mai sbagliare, senza mai mollare e senza mai tremare. Sascha Zverev invece, perse le sue sicurezze, è entrato in confusione tattica e non è mai riuscito ad invertire la tendenza del match che l’ha visto in enorme difficoltà dall’inizio alla fine.
La partita comincia con Sascha al servizio che si dimostra subito molto sicuro, gioca con i piedi ben vicino alla riga di fondo grazie a un dritto parzialmente rivoluzionato con un’apertura meno ampia e un movimento nel complesso più rapido. Velocità e profondità che ritrova anche in risposta adottando una posizione più avanzata, ancor più accentuata al momento di colpire la palla. Quando parte lo scambio è lui a comandare potendo contare su due fondamentali di pari efficacia anche se con il rovescio sembra più sciolto e a suo agio. Il break in suo favore è immediato e tutto sembra facile per il numero quattro del mondo, troppo facile. Zverev cade nella trappola forzando troppo, commettendo errori non forzati da fondo e a rete senza alcun senso, tanto che restituisce subito il servizio con un doppio fallo sulla palla break. Kohlschreiber è un giocatore abile in tutte le zone del campo e farlo giocare non è una buona idea. Così il tedesco più anziano inizia a manovrare con il back di rovescio, Sascha sta ad aspettare che la palla scenda un po’ troppo, non riesce più a tirarla su e perde la sicurezza iniziale alternando vincenti a errori grossolani. Il set prosegue seguendo l’ordine del servizio fino all’ottavo game durante il quale Zverev ritrova pressione e angolazioni imprendibili in risposta, specialmente con il rovescio, e poi costringe Kohli all’errore a rete strappandogli il servizio. La storia si ripete, Sascha pecca ancora in eccesso di sicurezza quando serve per chiudere il parziale, si incarta due volte a rete sbagliando due comode volée che significano palla break e servizio perso. È un “up and down” continuo, Sascha mette ancora pressione al suo avversario in risposta procurandosi due set point, poi diventa passivo e Kohlschreiber si salva con una stop volley e un ace. Il parziale si decide al tie break in favore del numero quattro del mondo che tra ace, prime che l’altro può solo sfiorare e tre risposte vincenti di rovescio chiude 7-1.
Il secondo set si gioca solo sul servizio, palle break non ne arrivano, si scambia poco e anche se si vede qualche bel punto, è sempre il giocatore a mettere la palla in campo a sfruttarla a suo favore. Nel decimo game Kohli apre con una smorzata sul secondo colpo in risposta che bacia il net e cade dalla parte di Zverev, poi alterna back e top di rovescio mandandolo in confusione, scende a rete, chiude con una facile volée di rovescio e si procura tutte insieme tre palle break che sono altrettanti set point convertendo il primo ancora mischiando back e top su cui Zverev puntualmente sbaglia.
Comincia il terzo e Zverev non ritrova il pallino del gioco, anzi lo perde del tutto. È passivo, poco lucido, azzarda un serve & volley che neanche suo fratello avrebbe fatto e concede palla break completando l’opera con un rovescio largo in uscita dal servizio. La reazione è rabbiosa e vale una palla del contro break ma è poco concreto al momento di trasformarla. Il linguaggio del corpo trasmette sconforto, continua a guardare il suo angolo come se potesse trovare l’ispirazione ma non la trova, anzi entra in confusione tattica spaventosa, si rintana in difesa, fallisce palle del contro break a ripetizione e poi cede nuovamente il servizio nel sesto game lanciandosi in serve & volley senza alcun senso. Kohlschreiber fa la sua parte senza eccessi e senza sbavature e sigla il 6-1.
Nel quarto parziale Zverev ritrova un briciolo di ragione, ricomincia a spingere, mette a segno il break nel secondo game e sale 3-0. Kohlschreiber però rientra in stato di grazia, ricomincia a variare con back e top, smorzate con cui chiama a rete Sascha per passarlo, accelerazioni improvvise, recuperi al limite del possibile ma specialmente risponde bene, con continuità, Zverev non tiene più il servizio e la partita finisce.
M. Cilic b. A. de Minaur 4-6 3-6 6-3 6-4 7-5 (Cristina Pozzoli)
Grande stagione di de Minaur partito a numero 208 della classifica ATP all’inizio dell’anno ed entrato nel main draw di Flushing Meadows come numero 43. Cilic parte al servizio e si trova subito una bella gatta da pelare. L’australiano risponde e lo fa bene, lo sorprende con un paio di dritti vincenti lungo linea, lo fa scambiare e sbagliare e Il croato deve chiedere il meglio al dritto prima e al servizio dopo con un ace per annullare e salvarsi. Ha personalità il diciannovenne australiano, sotto 0-30 sul suo servizio, mette alle corde Cilic da fondo facendolo ancora sbagliare, scende a rete e chiude, poi però nell’economia del gioco la pesantezza di palla del croato si fa sentire e de Minaur è costretto a cedere il servizio. Non fa una piega “Demon”, continua a rispondere alle bordate del croato, è velocissimo con i piedi, ha un timing sulla palla da paura, copre tutto il campo giocando sempre con
grande anticipo, sposta Cilic che quando colpisce in movimento senza avere il tempo per preparasi sbaglia e si riprende il break.
Timori reverenziali per ora non se ne vedono, de Minaur tiene il servizio a 15 chiudendo con una ace e poi ancora mette pressione a Cilic che tiene la battuta ma si deve impegnare per farlo. L’australiano ha pochi problemi al servizio e ne ha ancor meno in risposta, mette
sempre la palla in gioco, Cilic prova a sorprenderlo con una smorzata ma viene punito con un cross stretto vincente in recupero, poi cerca le righe, le trova e nel settimo game strappa ancora il servizio al croato. Con un altro turno di servizio facile chiuso a 15, conferma il break e poi aggredisce ancora il servizio del croato portandolo nuovamente ai vantaggi. Gioca eccome questo ragazzo, annulla un vantaggio passando Cilic a rete con un rovescio incrociato e lo costringe a remare per non farsi sopraffare. Annulla un altro vantaggio con uno schiaffo al volo di dritto e poi Cilic sfodera due servizi potentissimi per togliersi dai guai. Chiamato a servire per il set tira tre prime vincenti e chiude il set con una ace. Chapeau!
Il secondo parziale si apre con il primo turno di servizio del match tenuto agilmente dal croato che però deve pizzicare le righe per riuscirci. de Minaur non molla di un centimetro, piazza i piedi ben dentro al campo e attacca in continuazione, Cilic non è lì a fare la
comparsa, tira due sassate di dritto e si procura palla break ma l’altro annulla e poi chiude il game con una smorzata di dritto in uscita dal servizio. Serve Cilic ed è sempre più evidente la sua difficoltà nel reggere il ritmo dello scambio dettato da de Minaur che
nel terzo game mette a segno un altro break. Cilic non sa cosa fare, o tira sassate sulle righe o non tiene lo scambio e de Minaur non solo conferma il vantaggio ma gli prende un altro servizio, a 15, attaccandolo in risposta sulla palla break. La situazione si fa
complicata per il croato che tira tutto, o dentro o fuori non importa perché se sta lì a scambiare di punti ne fa pochi e recupera un break. Ma ce n’è un altro da recuperare anche se Cilic prima deve pensare a tenere il suo servizio ma non ci riesce e de Minaur chiude 6-3.
Goffin b. Strauff 6-4 6-1 7-6 (Alessandro Ticali)
Dopo due set giocati ad altissimo livello, all’inizio del terzo arriva l’inevitabile calo dell’australiano che gioca più corto permettendo a Cilic di arrivare meglio sulla palla e trovare i tempi per incidere con il dritto e prendere più spesso la rete. Il croato mette a segno il break nel terzo game, blinda il suo servizio e chiude il set con un altro break nel nono. Il croato poi vince altro il quarto e nel quinto, nonostante una dura battaglia, il vincitore del 2014 fa valere la sua esperienza e si porta a casa la partita.
David Goffin accede al quarto turno dello US Open 2018 battendo in tre comodi set Jan-Lennard Struff. Il tennista originario di Rocourt è riuscito ad approdare agli ottavi di finale del major americano per la seconda volta consecutiva in carriera dopo un match durato poco più di due ore. Il belga prende in mano le redini del match sin da subito ottenendo un break nel terzo gioco, salendo così sul 2-1. Il top ten è perfetto nei propri turni di battuta, sono zero, infatti, le palle break concesse al proprio avversario nel primo parziale di gioco. In chiusura di set, Struff cede nuovamente il servizio, fissando quindi il punteggio sul 6-4 in favore di Goffin. Nel secondo set il tedesco si ritrova a sudare già nel primo game per evitare di farsi strappare nuovamente il servizio; dopo un gioco durato circa 10 minuti e quattro palle break annullate, Struff riesce a salire sull’1-0, ma tutto ciò è solo il preludio della tempesta che sta per abbattersi sul tennista tedesco. Goffin riesce a portare a casa i successivi sei game con una serie di colpi vincenti misti ad errori del giocatore nativo di Warstein. 6-1 a favore di Goffin. Il terzo parziale sembra poter essere pura accademia per il belga, il quale sale sul 4-0 senza faticare più di tanto. Il match sembra concludersi con una disfatta del tedesco, invece Goffin si rilassa un po’ troppo e dà spazio alla rimonta di Struff, il quale riesce a salire sul 4-4 ottenendo i primi break della sua partita. Da quel momento in poi, il match sembra complicarsi non poco per il folletto belga, all’undicesimo gioco, infatti, arriva un altro break da parte di Struff, quello del sorpasso, 6-5. Il tedesco va a servire per il set, ma Goffin riesce a reagire da vero campione e a portare il parziale al tiebreak. Nel tiebreak entrambi i tennisti sono quasi impeccabili al servizio, la differenza la fa un mini-break ottenuto da Goffin nel decimo punto, che sale così sul 6-4, ottenendo due match points. Facile poi la chiusura con la propria battuta. David Goffin agli ottavi di finale troverà un top ten, ovvero Marin Cilic.
Nishikori b. D. Schwartman 6-4 6-4 5-7 6-1 (Giovanni Putaro)
Si complica un po’ la vita, ma alla fine riesce a spuntarla, Kei Nishikori, che batte Schwartzman in quattro set. L’argentino, che ha i mezzi per mettere in difficoltà il nipponico, inizia carico a mille e si prende subito il break, salendo 3-0. Nishikori, dal canto suo, pian piano ingrana, si apre il campo, gioca profondo e angolato e, nel settimo gioco, si riprende dallo svantaggio e poi trafigge Diego con un altro break che gli vale il set. Dal 1-4 sotto, il giapponese ha infilato una striscia di cinque giochi di fila. Molto più frizzante il secondo parziale, nel quale i due hanno avuto cali di attenzione piuttosto evidenti e sono stati poco centrati al servizio. Questo ha comportato uno scambio di break tra quinto e sesto gioco: inizialmente Nishikori aveva messo la testa avanti, poi si era fatto riprendere. Ma, ancora nel nono gioco, come in precedenza, il qui finalista 2015 strappa la battuta a Schwartman e bissa il vantaggio. A questo punto si culla forse un po’ troppo e, prima, prende una sveglia dall’argentino, che si issa due a zero, poi, dopo esser riuscito a recuperare, ad un passo dal tiebreak si consegna di nuovo e sposta tutto al quarto parziale, molto più a senso unico. Kei mette la testa apposto, e con essa anche la questione. Centra il break in apertura e da lì sarà una discesa in solitaria, costellata da altri due break, nel quinto e settimo game. Nel complesso una buona prestazione di Nishikori, certo, sappiamo che la superficie preferita di Schwartman non è questa e non è quindi possibile definire il match una prova del nove. Ma era comunque importante andare avanti, acquisire certezze, punti in classifica e morale, e Nishikori c’è riuscito. Ora, davanti a lui, l’ostacolo Kohlschreiber, che ha battuto a sorpresa l’ancora e sempre più allergico ai Major Sascha Zverev.
Djokovic b. Gasquet 6-2 6-3 6-3
Davvero poco da dire su questa partita. Il francese, ormai a stento nei 30 del mondo, si avvia lentamente ed inesorabilmente a diventare un ex giocatore, e a spegnere così per sempre quella promessa di qualcosa che in fondo non è mai stato per una serie di ragioni che tutti abbiamo ripetuto più di una volta. Djokovic continua la sua marcia di avvicinamento a quello che potrebbe (dovrebbe) essere il suo quarto di finale contro Federer, dopo una partita che davvero, nemmeno per un solo momento, è sembrata in bilico, per il tennista serbo.