Quindici trionfi su trenta finali. È questa la media di Richard Gasquet, che, quando arriva in fondo, una volta su due, porta a casa il titolo, cosa che ha fatto anche oggi, per la prima volta in carriera sui campi olandesi di s-Hertogenbosch, ai danni di un combattivo Chardy. È il giusto epilogo di una settimana giocata ad altissimo livello su tutti i fronti: al servizio, variegando molto sia prima che seconda ed essendo molto insidioso con lo slide da destra ad uscire, arma che si è rivelata efficace anche nel match odierno; in risposta, con un aggressività che non è propriamente tipica del suo carattere, non essendo lui un vero e proprio cuor di leone; durante lo scambio, apprezzabile infatti l’immensa qualità che ha messo in campo, tra palle corte, passanti, rovesci lungolinea. Tutte mosse che hanno destabilizzato non poco il povero Chardy, che lo ha costretto tuttavia a molti errori da fondo, almeno ad inizio gara. Col passare dei minuti ha però perso terreno e, sul 40-40 del sesto gioco, ha commesso un sanguinoso doppio fallo che ha portato il suo avversario ad una palla break finalizzata con un bellissimo diritto sulla linea. Non demoralizzandosi si è aggrappato con le unghie e coi denti al turno di servizio della testa di serie numero 2, portandoglielo via, ma ancora una volta crolla alla battuta e perde, stavolta, inevitabilmente il parziale.
Anche l’impressione che danno i primi giochi del secondo set è la stessa: Chardy ci prova, prende più rischi, è ovviamente obbligato a farlo e quando mette i piedi dentro al campo (cosa che gli riesce più in battuta che in ricezione, in realtà) riesce spesso a fare punto col dritto, ma sbaglia molto e Gasquet deve fare il minimo indispensabile per stargli dietro, permettendosi anche il lusso di lasciare qualche ricamino qua e là (la splendida smorzata del terzo game ne è l’esempio lampante). Ha un momento di blackout che potrebbe costargli caro, quando perde il servizio nell’ottavo gioco, permettendo al suo connazionale di rinviare l’esito al terzo. Tuttavia trova la forza di annullare due set point, il primo grazie ad un passante difficilissimo, e a rimettersi in carreggiata, fino ad arrivare al tiebreak. Croce e delizia, Gasquet alterna momenti di alta intensità ad errori banali ed è fortunato a non trovare dall’altra parte della rete un avversario capace di sfruttare le situazioni. Alla fine la spunta, vincendo uno scambio rocambolesco sotto rete, dopo che si era fatto annullare un match point. Conferma la sua totale attitudine positiva per l’erba, superficie su cui, ricordiamolo, aveva raggiunto la semifinale a Wimbledon e ottenuto due gioie a Nottingham, nei lontani 2005 e 2006. L’ultima finale vinta risale, invece, a quasi due anni fa, ad Anversa; sarà numero 25 del mondo a partire da lunedì. Onore anche a Chardy, che tornerà tra i primi 50 al mondo ed è 37esimo nella race, autore di uno splendido torneo nel quale raggiunge quell’atto finale che gli mancava da ben nove anni, l’augurio è che possa ritornarci presto.
Finale
[2] R. Gasquet b. J. Chardy 6-3 7-6(5)
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