ATP Roma: i progressi di Djokovic ancora non bastano, Nadal in finale

L'edizione numero 51 del classico Nadal-Djokovic l'ha vinta Nadal, primo finalista dell'edizione 2018 dell'ATP di Roma. Decisivo il tiebreak del primo set, poi un'onorevole difesa, e poco più, del serbo.

[1] R. Nadal b. [11] N. Djokovic 7-6(4) 6-3

Rafa Nadal vince e si regala la decima finale a Roma, dove domani andrà a caccia dell’ottavo titolo. La vera notizia, però, è che Novak Djokovic sta tornando. Il maiorchino ha dovuto faticare per avere la meglio su un Djoko ritrovato, ormai sulla via del pieno recupero dopo i lunghi mesi di stop per infortunio e lo stentato rientro nel circuito di inizio 2018.

Il serbo può persino recriminare per qualche occasione perduta, a partire proprio dal game iniziale del match, quando ha avuto a disposizione due palle break consecutive: sulla prima, dopo aver mantenuto l’iniziativa per tutto lo scambio, ha messo dolorosamente out un rovescio incrociato. Chissà come sarebbe andata con un break in avvio; fatto sta che a strappare la battuta al rivale ha pensato invece Nadal nel sesto game, dopo che Nole aveva tenuto a zero i suoi primi due turni.

Lo spagnolo è salito così 5-2, ma Djokovic non si è arreso e, fattosi sempre più aggressivo, ha ottenuto il controbreak nel nono gioco, scatenando i propri tifosi. Il verdetto è stato dunque affidato al tie-break, in cui Rafa, avanti 3-1, si è fatto raggiungere sul 3 pari. Determinante il classico settimo punto, dopo il cambio di campo, conquistato da Nadal con un magnifico diritto lungolinea. L’iberico ha allungato sul 5-3, Nole ha provato a resistere riavvicinandosi grazie a un bel rovescio incrociato stretto, ma ha ceduto gli ultimi due punti sulla battuta, prima con un nastro sfortunato e poi incassando una risposta vincente su un tentativo di serve & volley.

Il match di fatto si è concluso lì, dopo che il tennista di Belgrado, giocando al massimo che può permettersi attualmente, si è trovato esausto con in mano un pugno di mosche dopo settantadue minuti di inutile lotta punto a punto. Nel secondo set Nadal lo ha brekkato a zero nel terzo game, tenendolo poi a distanza con autorità. Mai si è avuta la sensazione che il pur orgoglioso serbo potesse rientrare in partita, nemmeno in un lunghissimo ottavo game, nel quale il numero 2 del mondo ha tenuto il servizio solo alla quarta chance, dopo aver commesso un inatteso doppio fallo sulla prima, sottolineato significativamente da un boato di sorpresa di un pubblico che non lo vedeva sbagliare un colpo da decine di minuti. Onde evitare possibili rischi ulteriori, Rafa ha forzato, chiudendo l’incontro con un nuovo break che ha sancito il definitivo 7-6(4) 6-3. Davvero straordinaria la sua capacità di innalzare il livello nei momenti che contano, ribadita ancora una volta in maniera perentoria.

Per Nadal, che l’anno scorso a Madrid aveva spezzato una serie di sette sconfitte consecutive con il serbo, è giunta così la venticinquesima affermazione in cinquantuno confronti diretti, nella rivalità che conta il maggior numero di episodi dell’Era Open. Ora Rafa conduce il bilancio dei confronti al Foro Italico per quattro a tre: in precedenza i due si erano affrontati per quattro volte in finale (due vittorie per parte: Nadal nel 2009 e nel 2012, Djokovic nel 2011 e nel 2014) e per due nei quarti (successo di Rafa nel 2007 pareggiato da Nole due anni fa), ma mai in semifinale.

Djokovic, a ogni modo, ha confermato in pieno la buona impressione suscitata nei giorni scorsi, ed era tutt’altro che scontato dinanzi a cotanto avversario. Da tanto tempo non lo si vedeva esprimersi su questi standard e ciò rappresenta un ottimo segnale in vista dei prossimi appuntamenti, a partire dall’imminente Roland Garros. Quanto a Nadal, ora è a un match dal ritorno in vetta al ranking ATP dopo solo una settimana: dovesse superare domani il vincente tra Marin Cilic e Alexander Zverev, lunedì lo ritroveremmo davanti a tutti, Federer incluso.

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