[16] P. Kvitova b. [1] C. Wozniacki 3-6 7-6(3) 7-5
Petra Kvitova, signore e signori. È un momento d’oro per la ceca, che non vinceva partite in maratona da quella spettacolare sfida contro Angelique Kerber a Wuhan, match dell’anno della stagione 2016 e che nella stessa settimana si è trovata a battere prima Agnieszka Radwanska e poi, soprattutto, la numero 1 del mondo WTA Caroline Wozniacki che adesso è certa di perdere il trono quando finirà il torneo di Dubai in favore di Simona Halep, che rende così meno amaro il ritiro di ieri.
3-6 7-6(3) 7-5 il punteggio finale di un match ribaltato come un calzino dalla tennista ceca, che vale la dodicesima vittoria di fila e che, soprattutto, la riporta a una sola vittoria dall’incredibile ritorno in top-10 a meno di 14 mesi dal terribile agguato in casa sua a Prostejov. Quel giorno, più che la carriera, rischiò proprio la vita combattendo a mani nude contro un ladro armato di coltello che le lasciò la mano in condizioni terribili. È tornata, ha stentato (come giusto e normale fosse) nel primo periodo e ora è tornata a collezionare una serie di vittorie che non si vedeva dal 2011, anno della sua esplosione tra le grandi della WTA.
Mastica amaro, molto amaro Caroline, che si è trovata avanti 6-3 3-1, poi ha servito per il match due volte tra il 5-4 e il 6-5 ma non ha mai avuto match point, e poi si è trovata avanti 3-1 al tie-break. L’unico dettaglio negativo, che ha condizionato soprattutto le fasi finali della seconda frazione, è stato un rendimento al servizio non eccezionale, non ai livelli dei giorni e delle settimane precedenti. Sarebbe stata la quarta finale di fila, considerando anche le WTA Finals di Singapore.
Nel primo set, sul 3-2 Wozniacki, c’è stato il primo di una serie di 3 break consecutivi per la danese (e chance di un doppio break di vantaggio sul 2-0 nel secondo). Quando la partita sembrava già in ghiaccio, la ceca ha reagito con 3 game consecutivi per salire per la prima volta avanti sul 4-3. Era l’inizio di una serie più irregolare, con Petra sempre “sul cornicione”: fallosa nel nono game, quando si è fatta strappare il servizio da 40-15 (anche un doppio fallo sul 40-30), perfetta nel decimo, di nuovo negativa in quello successivo, ancora tutta all’attacco nel dodicesimo. Era difficile per la numero 21 del mondo mantenere l’aggressività al massimo in un momento dove le fatiche di quest ultimo periodo stavano venendo fuori e di fronte a lei c’era un’avversaria che come sempre non avrebbe regalato nulla. Eppure, dal 3-1 in suo favore, il tie-break è stato ribaltato come un calzino: 6 punti consecutivi per Kvitova, approfittando di qualche seconda di troppo della sua avversaria, e terzo set che fino a pochi secondi prima appariva insperato.
Il set finale è stato a conti fatti molto più regolare se non per il batticuore degli ultimi minuti. La pressione di Kvitova portava al break sul 4-4, dopo aver a sua volta salvato un 15-30 maturato con due doppi falli. Ottima la chiamata di Wozniacki con il falco che l’ha portata avanti in risposta e alla seconda palla break era ancora tutto in gioco. Ancor più teso ed emozionante il game successivo che dava la seconda chance alla ceca di chiudere e alla fine, dopo poco meno di 3 ore, la firma sulla partita e su una delle vittorie più belle dal suo rientro. Dei 12 successi consecutivi, 5 sono arrivati contro giocatrici in top-10. La vittoria di oggi però ha un peso specifico stratosferico perché battere la Wozniacki di questo momento è qualcosa che arriva soltanto con un’attenzione e un livello di gioco altissimo. 50 vincenti, da questo punto di vista, non possono che aiutare.
Domani la sfida contro Garbine Muguruza per il secondo titolo di fila. Un eventuale successo la riporterebbe in top-10. Non servono altre parole per presentare la finale.
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