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ATP Rotterdam: Federer raggiunge Dimitrov per il gran finale

Quando Murray seppe di essere diventato numero 1 senza giocare, per via dell’infortunio di Raonic a Bercy lo scozzese, mai banale, se ne uscì dicendo “mica è sicuro. Magari domani mi squalificano e perdo tutti i punti della settimana”. Andy vinse il torneo superando Isner in finale ma la cosa non deve certo essere passata per la mente a Federer, che si potrebbe permettere di schiaffeggiare innocenti neonati e tutti si ritroverebbero a dire che “sì certo, ma anche quel bimbo frignava troppo”. Il regno di Roger IV è comunque iniziato senza sussulti, anche se di fronte aveva uno che l’aveva battuto addirittura in uno slam, onta già ampiamente lavata dal Sovrano nei tre successivi incontri, tutti vinti senza che il nostro Andreas Seppi, l’autore di cotanto ardire, potesse farci granché. In realtà il sovrano ci ha messo un po’ a entrare in partita e ha dovuto subito salvare due palle break. Fatto quello, neanche troppo infastidito, il neo (ehm) numero 1 al mondo approfittava di un generoso Seppi che sulla palla break chiudeva uno scambio non troppo sostenuto tirando lungo un dritto che non semrbava complicato. Forse la noia, forse la distrazione, forse la voglia di ricambiare tanta generosità, sta di fatto che l’uomo di Basilea concedeva un parziale di 7 punti ad 1 a Seppi che ringraziava e andava avanti 3-2, chiudendo, o forse permettendosi, un lungolinea di rovescio di discreta bellezza.
Non si vuol dire che la partita sia finita lì ma sa di fatto che Seppi diventava improvvisamente falloso e sembrava patire terribilmente la pesantezza di palla di Federer, che chiudeva il set con una firma d’autore: risposta di rovescio, da destra, a uscire e dritto a chiudere game e set.

Naturalmente nessuno si aspettava chissà quale variazione di trama nel secondo set, che in effetti era una non troppo lunga attesa del break di Federer. Che nel frattempo decideva che sul suo servizio si era giocato sin troppo e concedeva solo briciole. Dopo i primi due game complicati però anche Seppi riusciva a rendere solida la prima e arrivava senza troppi problemi  sul 5 pari. Federer stavolta faticava ma andava ugualmente sul 6-5. Lì provava ad evitare il tiebreak ma Seppi chidueva il dodicesimo game addirittura con una palla corta che prolungava il match. Seppi apriva il tiebreak addirittura con un minibreak, ma era solo l’illusione di un momento, perché in un paio di minuti andava sotto per 5-1, al cambio di campo trovava una gran risposta che lo portava sul 3-5 e poi dignitosamente capitolava.

Il Re raggiunge così Dimitrov, che nel pomeriggio aveva superato Goffin, un po’ frustrato dall’andamento del match anche se non ci spingiamo a dire che lo fosse fino al punto da prendersi a pallate in faccia. Sta di fatto che il belga ha deciso di non continuare cedendo il passo al bulgaro, che arriva così alla sua quindicesima finale.

Federer invece festeggia la ritrovata vetta del ranking approdando alla sua finale numero 145 – solo 130 in più di quelle di Dimitrov, una sciocchezza –  e come tutti sanno ne ha vinte 96 e otto delle ultime nove. Se si considera che la nona l’ha persa perché non stava benissimo si può forse capire come deve essere stare nei panni di Dimitrov, che con Federer ci ha giocato sei volte racimolando un paio di set e un paio di tiebreak. Però in fondo la partita è aperta, a Dimitrov basta fare la stessa partita che ha fatto contro Kyrgios a Melbourne. Facile no?

Semifinali

[1/WC] R. Federer b. [LL] A. Seppi 6-3 7-6(3)
[2] G. Dimitrov b. [4] D. Goffin 6-3 0-1 rit.

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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Roberto Salerno

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