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ATP/WTA Brisbane: Muguruza vittima di crampi, fuori anche Shapovalov

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A. Krunic b. [1] G. Muguruza 5-7 7-6(3) 1-2 rit.

Per il quarto anno di fila Garbine Muguruza è costretta al ritiro/forfait nel torneo Premier di Brisbane e questa volta la scena vista sulla Pat Rafter Arena è di quelle abbastanza forti. Ad inizio del terzo set, quando era avanti di un break contro Aleksandra Krunic, la spagnola si è accasciata a terra in preda a un crampo alla gamba destra e la situazione, probabilmente molto più grave di quello che è un normale crampo durante le fasi di gioco, ha dato il permesso alla fisioterapista di entrare in campo ed aiutare la numero 2 del mondo quantomeno a rimettersi in piedi. Inevitabile, a quel punto, il ritiro.

Quanto avvenuto però è stato l’apice di una situazione di grande difficoltà fisica avuta fin dall’inizio del secondo set. Quasi spontaneo pensare che la situazione meteorologica abbia influito nel suo corpo: a Brisbane sono diversi giorni che fa un caldo opprimente, reso ancor più difficile da sopportare a causa della totale assenza di vento e un’umidità a livelli assai elevati. Sam Sumyk, il suo coach, le ripeteva fin dal cambio campo sul 3-2 Muguruza nel secondo set di idratarsi, di non smettere di bere e respirare profondamente, inalando quanto più ossigeno possibile.

La spagnola, che spesso è stata vittima in carriera di attacchi di panico che l’hanno portata a ritiri come proprio a Brisbane nel 2016 dopo appena pochi game contro Alizé Cornet, ha cominciato ad irrigidirsi. Aveva sprazzi di bel gioco, come nei primi due game dopo il coaching indicato in precedenza, ma il nervosismo cominciava ad aumentare e di pari passo frustrazione, rabbia e il rientro della coetanea serba, da 2-5 fino alla vittoria del parziale nel tie-break.

Ad inizio della terza frazione ancora Muguruza ha chiamato in causa Sumyk che già in altre situazioni, come a Linz nel 2015, provava a suggerire di ritirarsi se la situazione si stava facendo impossibile. Questa volta invece le diceva di spingere e continuare ad attaccare, non pensare al fastidio di una giornata molto difficile. La spagnola, in maniera plateale, lo ha mandato a quel paese e dopo un paio di punti prima è arrivato un rovescio colpito senza forza che ha portato la numero 2 del mondo a toccarsi dolorosamente il polso sinistro. I dolori a quel punto avevano preso praticamente ogni angolo del corpo e nel punto successivo si è accasciata a terra con il polpaccio della gamba destra visibilmente tirato. Di lì alla stretta di mano è passato pochissimo.

“Festeggia” Krunic, che nella breve intervista al centro del campo ha fatto chiaramente capire una cosa: vincere così è per lei la cosa più brutta che possa esserci perché soprattutto in una condizione di questo tipo c’è un’avversaria che è stata costretta a fermarsi a causa di problemi molto importanti.

Risultati:

A. Krunic b. [1] G. Muguruza 5-7 7-6(3) 1-2 rit.
[7] A. Sevastova b. S. Cirstea 6-2 6-1
A. Cornet b. M. Lucic Baroni 6-1 7-5
[5] J. Konta vs [WC] A. Tomljanovic

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K. Edmund b. D. Shapovalov 6-7(5) 7-6(4) 6-4

Vittoria prestigiosa per Kyle Edmund, che comincia il suo cammino a Brisbane infliggendo una sconfitta a Denis Shapovalov in un match molto ben giocato da entrambi, in bilico fino all’ultimo. La rabbia del canadese, nell’ultimo game, aveva le sue importanti ragioni: nonostante la classifica lo veda al momento indietro di una posizione rispetto al britannico, aveva grandi aspirazioni per il primo torneo dell’anno. Il tabellone non gli era favorevole, perché pur vincendo avrebbe trovato al secondo turno Hyeon Chung (bella vittoria contro Gilles Muller, numero 5 del seeding) e poi eventualmente Grigor Dimitrov ai quarti di finale.

Fare bene qui, però, voleva dire una bella iniezione di fiducia in vista dell’Australian Open. Lo scorso anno lo vedevamo girare attorno ai campi di allenamento come sparring: se qualche big voleva palleggiare, poteva prenotare un’ora in un campo con il canadese. Philippe Kohlschreiber prese due ore e prese anche diverse “sberle”.

Sia chiaro, nulla è compromesso e figuriamoci se questa sconfitta possa accendere qualche campanello d’allarme. Anzi, paradossalmente potrebbe portarlo ancora più voglioso di far bene. Oggi è mancato poco, ma molti meriti vanno al britannico che ha saputo riprendersi dopo un primo set perso sul filo ma con la responsabilità di aver sprecato un vantaggio di 5-3 nel parziale e 3 set point nel momento di chiudere. Shapovalov ha chiuso con 36 vincenti e 34 errori, Edmund 33 vincenti e 25 errori. Numeri che confermano come la differenza sia stata minima e abbia prevalso probabilmente un maggiore coraggio del numero 50 del mondo quando preso il vantaggio nel set decisivo non ha ripensato alle occasioni sciupate e nel momento di chiudere ha fatto viaggiare il proprio dritto in più di un’occasione, mettendo la firma su un inizio scoppiettante del suo 2018.

Diego Barbiani

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