Australian open: Chung fa fuori quel che resta di Djokovic, Sandgren elimina Thiem

Troppo incostante Novak Djokovic per superare un solido Hyeon Chung. Anche Tennys Sandgren ai quarti di finale dell'Australian Open, lo statunitense gioca un match perfetto e fa fuori la testa di serie numero 5 dal torneo.

H. Chung b. [14] N. Djokovic 7-6(4) 7-5 7-6(3) (di Evaristo Desio)

Dopo i fasti di ieri e con gli occhi ancora quel meraviglioso match tra Grigor Dimitrov e Nick Kyrgios sapevamo che il match clou della giornata di oggi non poteva essere all’altezza. Del resto si è tanto parlato dell’eccezionalità di quello che ha fatto Federer lo scorso anno e quindi non è pensabile che la stessa cosa possa riuscire a chiunque. Così mentre la partita degli ottavi di Federer, contro forse quella che sancì una volta per tutte che il re era tornato, gli ottavi di Djokovic dicono che il tiranno è ancora in esilio e chissà se non ci resterà per sempre. Djokovic ha fatto quello che ha potuto e lo abbiamo finalmente visto cattivo, soprattutto alla fine del primo set, cercando colpi e concentrazione d’altri tempi ma la desuetudine alla gara, delle condizioni fisiche un po’ incerte non potevano che pesare. E se il serbo non aveva pagato dazio nei match precedenti è stato solo perché Monfils e Ramos sono palesemente rassegnati a non recitare ruoli di particolare prestigio. Ma Hyeon Chung è di altra pasta, e il coreano vincerà presto, molto presto il Roland Garros. Lasciate perdere gl inutili paragoni con Quinzi, a cui tutti auguriamo un gran bene, ma Chung appunto è un’altra cosa. Solidissimo, tatticamente ineccepibile, con un dritto che ancora balla e un servizio da completare il ragioniere Chung ha però pesantemente ballato soprattutto nel primo set, quando dal 4-0 iniziale si è trovato a dover servire per arrivare al tiebreak. Vinto quello, con Nole che andava troppo a sprazzi, sembrava che tutto potesse semplificarsi per Chung che aveva anche la palla del 5-1 nel secondo set. Ma, di nuovo, il coreano subiva gli strappi di Djokovic, che lo agganciava sul 4 pari e sembrava potesse condurlo al secondo tiebreak. Ma sul più bello Djokovic faceva un disastro. Prima il doppio fallo sul 40-30 e poi, dopo aver ridotto alle corde Chung, metteva il dritto in rete sul set point.

Djokovic cominciava così il terzo set sotto di due, situazione che si era verificata solo altre due volte a Melbourne. E per quanto sia stato un fuoriclasse straordinario anche nella sua luminosa carriera non è che ne fosse mai uscito fuori troppo spesso da situazioni così disperate: un paio di volte a Wimbledon, una volta a Parigi contro Seppi e la volta che tutti ricordano a New York contro Federer. Ma era un altro Djokovic, anche se questo non si rassegnava ad un’onorevole resa. Sempre giocando una volta sì una no, Nole andava avanti di un break, lo restituiva, perdeva per la terza volta di fila il servizio nel quarto game, recuperava, si trovava due volte 0-30 sul servizio dell’altro e approdava al tiebreak.
Chung cominciava con due terribii mazzate di dritto e poi a Djokovic, stremato, scappava un rovescio. Avanti due mini break, il coreano non riusciva a gestire il vantaggio consentendo a Djokovic di cambiare sul 3 pari. Djokovic però cedeva un duro scambio sulla diagonale rovescia, chiuso da un brutto errore di dritto, e stavolta non risuciva più a recuperare, anche grazie ad uno straordinario passante in recupero del coreano, concedendo a Chung – e alla Corea tutta – il suo primo quarto di finale Slam, dopo 3 ore e 20 minuti di una partita molto dura.

Se Djokovic aspettava risposte da questo torneo, tutto sommato non dev’essere troppo dispiaciuto. Il serbo ha vinto tre match, un paio complicati, ed è uscito al cospetto di uno che diventerà difficilissimo da battere per tutti, forse lo è già. Se avrà voglia di soffrire potrà fare qualche altro passo, anche se forse non tornerà ai livelli di prima. Intanto Chung partirà favorito contro Sandgren, poi – con Federer ma non è certo detto – si vedrà.

T. Sandgren b. [5] D. Thiem 6-2 4-6 7-6(4) 6-7(6) 6-3 (di Francesca Padoin)

Partita valida per l’accesso ai quarti, l’unica sull’Hisense Arena, quella che si svolge fra il numero 5 del mondo, Dominic Thiem ed il numero 97, Tennys Sandgren. Anche se i numeri potrebbero far pensare ad una partita a senso unico è giusto far notare che l’americano sta giocando un ottimo torneo, arrivando agli ottavi dopo aver battuto Chardy, Wawrinka e Marterer. Inoltre Thiem è un tennista il cui gioco si adatta maggiormente al rosso con ampie aperture e movimenti meno strappati.

L’inizio del match infatti è molto duro per l’austriaco, che non viene neanche aiutato dal servizio, commettendo due doppi falli, e partendo subito sotto di un game. L’americano d’altronde lascia poco tempo di reazione all’avversario e ricorre spesso alla rete e per ora l’austriaco si affida solo alla potenza dei suoi colpi, che rende leggibili, facendo una preparazione troppo lenta e non adatta al cemento. In allenamento Thiem si era anche soffermato sull’altro suo ricorrente problema: l’eccessiva distanza dal lungolinea ed infatti qui colpisce la palla spesso sulla linea, e non metri indietro, anticipando almeno un poco. Proseguendo nel set l’austriaco sembra soffrire i colpi dell’avversario e cerca di aumentare le incursioni a rete, con ottimi risultati, per cambiare la situazione. Ma dopo aver perso la possibilità di contro break, torna al suo solito gioco da fondo, ormai leggibile dall’avversario, e poco aiutato dal servizio, subisce il secondo break che porta Sandgren avanti di un set.
Interessanti da vedere previsioni di vittoria che davano Thiem al 82% vs 18% ora passare a 53% vs 47% dopo il primo set. Ma giusto per sconfessarle, nel secondo game, Dominic fa il gioco perfetto con discese a rete, lob e passanti che gli permettono di ottenere il break e passare avanti. Se l’austriaco fosse riuscito a variare così il gioco senza invilupparsi in scambi troppo lunghi e lenti da fondo la partita avrebbe avuto un esito diverso. Ma già dal game successivo Thiem torna al suo stile, lasciando a Sandgren l’opportunità di chiudere appena può, e riesce a tenere solo grazie al fatto di essere comunque una categoria sopra.
Terzo set fotocopia del secondo con un break per parte e molta fatica da ambo le parti: Thiem non riesce a chiudere ed anticipare i colpi e a Sandgren manca il colpo risolutivo. Si giunge così al tiebreak nel quale lo statunitense mette sotto pressione l’avversario da subito non dandogli tempo e scendendo spesso a rete e riuscendo ad ottenere due mini-break.
Quarto parziale lunghissimo con le stesse problematiche di tutto il match fino al tiebreak combattutissimo con un break per parte e vinto da Thiem, grazie ad uno strepitoso finale di tiebreak, quando annulla anche un match point con un rovescio meraviglioso.
Nel quinto set si prosegue con lo stesso ritmo fino al quinto game in cui Sandgren, dopo essere stato 40-15, riesce a piazzare due vincenti che gli permettono di piazzare il break decisivo e chiudere la partita, dopo quattro ore di gioco.

Partita deludente per Thiem che non è riuscito ad uscire dai soliti schemi di gioco e si è lasciato prendere a pallate da un buon giocatore, che ha avuto il merito di sapere sfruttare le debolezze dell’avversario e tenere il suo ritmo, ma che, contro qualsiasi altro top 5, non sarebbe arrivato oltre il quarto set. Adesso avrà di fronte Djokovic o Chung, in entrambi i casi la sua corsa dovrebbe interrompersi lì.

Ottavi di finale

T. Sandgren b. [5] D. Thiem 6-2 4-6 7-6(4) 6-7(6) 6-3
H. Chung b. [14] N. Djokovic 7-6(4) 7-5 7-6(3)
[19] T. Berdych b. [25] F. Fognini 6-1 6-4 6-4
[2] R. Federer b. M. Fucsovics 6-4 7-6(3) 6-2

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