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06 Gen 2018 08:56 - ATP
ATP Brisbane: Dimitrov abdica, Kyrgios è in finale contro Harrison
Grigor Dimitrov, campione dell'edizione 2017 dell'ATP 250 di Brisbane, è stato sconfitto contro Nick Kyrgios che sfiderà Ryan Harrison in finale.
di Diego Barbiani
[3] N. Kyrgios b. [3] G. Dimitrov 3-6 6-1 6-4
Nick Kyrgios compie la terza rimonta della sua settimana su altrettante partite battendo il campione in carica dell’ATP 250 di Brisbane, Grigor Dimitrov. Partita con 3 diverse fasi: l’allungo del bulgaro nel primo set, sul 3-2, ha deciso la frazione; poi il crollo totale nel secondo set e l’iniziale equilibrio nel terzo spezzato un break sul 3-3, maturato a causa di troppe seconde e un brutto dritto messo in mezzo alla rete sulla palla break.
Lo scorso anno Kyrgios giocava in Hopman Cup assieme a Daria Gavrilova perché scontava le ultime settimane di squalifica dopo la punizione per lo scarso impegno e le polemiche di Shanghai, quest anno invece sembra essere partito bene. È troppo presto per poter azzardare opinioni, ma l’aria di casa finora gli sta facendo bene. Bisogna comunque dire che durante il suo match l’atmosfera era un po’ meno “carica” di quanto si era visto poco prima con Alex de Minaur, forse anche perché quest ultimo è stato la vera novità dell’evento mentre di Kyrgios ormai si conosce tutto, sia nel bene che nel male.
Ottimo, questo sì, l’atteggiamento che sta tenendo durante questo torneo. Poteva abbandonare la competizione durante o dopo il primo match a causa dei dolori al ginocchio, è arrivato fino all’atto conclusivo con 3 rimonte, senza mai perdersi. Domani sarà una partita importante: cominciare l’anno con un titolo può aumentare la fiducia ma allo stesso caricarlo di aspettative in vista del vero banco di prova, che sarà tra una decina di giorni a Melbourne Park.
R. Harrison b. [WC] A. de Minaur 4-6 7-6(5) 6-4
Enorme sospiro di sollievo per Ryan Harrison, che impiega oltre due ore e mezza per prevalere contro Alex de Minaur in un clima infernale. La Pat Rafter Arena era piena di appassionati rigorosamente vestiti con i colori giallo verdi australiani per il piccolo fenomeno classe 1998 che, in tabellone con una wild-card, ha compiuto un percorso eccellente eliminando tra gli altri anche Milos Raonic al secondo turno.
Harrison, a fine partita, ha provato a scherzare, quasi a farsi voler bene da quel pubblico che per tutta la partita applaudiva i suoi errori, urlava al primo cenno battagliero del suo avversario: “Ho provato a smorzare il loro entusiasmo, è stato un fallimento totale”. Non si è mai oltrepassato il limite come quella persona che urlò durante il match point della sfida tra Simona Halep e Johanna Konta a Wimbledon lo scorso anno, ma c’era tanta elettricità nell’aria e le pulsazioni si sono innalzate rapidamente quando de Minaur trovava il break sul 3-3 e pochi minuti dopo portava a casa il primo set.
A prima vista il ragazzo australiano, tra i pupilli di Lleyton Hewitt, sembrerebbe un giocatore che punta molto sulla solidità, sul numero minimo di errori. Pochi punti più tardi ci si rende conto che invece c’è molta esplosività in un fisico comunque minuto. Il lato del rovescio stuzzica parecchio: tante volte decideva di aggredire immediatamente in risposta, avanzando con uno-due passi dentro il campo e colpendo la palla senza darle alcuna rotazione e prendendo il tempo all’avversario; altre invece stacca una delle due mani e gioca lo slice, colpo piuttosto ben eseguito e sempre con una palla molto tesa.
Proprio un colpo del genere lo aveva portato ad un passo dalla vittoria, nel tie-break del secondo set. Avanti 4-3, ha anticipato ancora una volta la traiettoria del servizio dello statunitense pizzicando la riga laterale esterna per il 5-3, a due soli punti dalla finale. Harrison aveva una faccia incredula, lasciandosi scappare un ben poco ortodosso “che cavolo (ovviamente più grave, nda) è quello?”. Al servizio sul 5-4, però, ha prima giocato con troppa fretta un dritto, poi ha commesso un doppio fallo che ha consegnato ad Harrison il set point, concretizzato.
Sembrava finita lì, un po’ per logica e un po’ per l’esperienza di Harrison che volava sul 5-1. De Minaur invece non ha mollato, rianimando il pubblico e caricandosi in ogni punto. Ha sfruttato la chance di break sul 2-5, ha tenuto il turno di battuta sul 3-5. In quel momento il pubblico era tutto in piedi ad urlare, lui è stato invece molto contenuto, sguardo fisso verso il suo angolo a incrociare l’unica persona compassata, ma dallo sguardo altrettanto deciso: Hewitt. In mezzo alle decine di persone in piedi, lui era l’unico seduto, apparentemente tranquillo. Con la Coppa Davis ormai a poche settimane di distanza e pensando alle assenze di Sam Groth e (ma non è una novità) Bernard Tomic, è facile pensare che de Minaur possa diventare il quarto del team. Intanto, però, Harrison non ha avuto grandi difficoltà a tenere il decimo turno di battuta e a conquistare la terza finale in carriera. Non ne aveva ottenuta una nelle prime 7 semifinali giocate, adesso è 3 su 3.