Francesco Guccini cantava: “Un altro giorno è andato, la sua musica ha finito, quanto tempo è ormai passato e passerà? Le orchestre di motori ne accompagnano i sospiri: l’oggi dove è andato l’ieri se ne andrà. Se guardi nelle tasche della sera ritrovi le ore che conosci già, ma il riso dei minuti cambia in pianto ormai e il tempo andato non ritroverai”.
Forse no, non la ritroveremo una finale Federer-Nadal in Australia, come non ritroveremo i colori accesi e “stereogrammatici” dei completi di inizio stagione di questo memorabile 2017: lo “zebrato” di Roger braccia al cielo davanti agli occhi, ancora stupiti, di Rod Laver; il bianco che si trasforma in verde a Indian Wells e Miami per battere, ancora, il suo rivale di sempre e uno più che mai sgargiante Nick Kyrgios in un match diventato brevemente “giurisprudenza” del tennis. Roger Federer era tornato! Pronti via ed ecco il “triplete”, per usare un termine – ahinoi – calcistico.
E nel frattempo… “Giornate senza senso, come un mare senza vento, come perle di collane di tristezza… Le porte dell’estate dall’inverno son bagnate: fugge un cane come la tua giovinezza. Negli angoli di casa cerchi il mondo, nei libri e nei poeti cerchi te, ma il tuo poeta muore e l’alba non vedrà e dove corra il tempo chi lo sa?”
E sono giornate senza senso queste… dove è il tennis? Lo cerchiamo nei libri, nei nostri articoli, ma la realtà è che stiamo aspettando gennaio: molti non lo ammetteranno, soprattutto in presenza della moglie, ma già pregustano qualche nottata di fronte alla televisione e probabilmente, a differenza dello sciagurato poeta, l’alba – ahiloro – la vedranno.
E dopo quell’alba: “Nel sole dei cortili i tuoi fantasmi giovanili corron dietro a delle Silvie beffeggianti, si è spenta la fontana, si è ossidata la campana: perché adesso ridi al gioco degli amanti? Sei pronto per gettarti sulle strade, e l’inutile bagaglio hai dentro in te, ma temi il sole e l’acqua prima o poi cadrà… e il tempo andato non ritornerà”.
No, ragazzi, non torna mai, perché il tempo, in fondo, è un bastardo – come ci racconta il premio Pulitzer Jennifer Egan. Ma forse Jennifer e Francesco si ricrederebbero se facessero un salto al Roland Garros. Lì pare proprio che il tempo andato torni ogni anno: l’albo d’oro dice “Nadal” per ben dieci volte. Quest’anno il torello di Manacor era vestito di blu in quella t-shirt “Aeroreact” che lo ha accompagnato – ahilui – per tutta la sua grande, immensa, stagione.
“Professionisti acuti, fra i sorrisi ed i saluti, ironizzano i tuoi dubbi sulla vita, le madri dei tuoi amori sognan trepide dottori, ti rinfacciano una crisi non chiarita: la sfera di cristallo si è offuscata e l’aquilone tuo non vola più, nemmeno il dubbio resta nei pensieri tuoi e il tempo passa e fermalo se puoi”.
Non ditelo a Djokovic, Murray, Wawrinka e company… qualcuno gliela ha rinfacciata qualche crisi non chiarita: “è la nascita del figlio, ha perso la voglia di giocare e bla, bla, bla”. Chissà in che veste torneranno i grandi assenti di questo 2017… Nole ha cambiato sponsor, questo lo sappiamo, ora ha il coccodrillo Lacoste cucito sul petto; Andy Murray vestirà ancora Under Armour, Stan The Man Wawrinka tornerà Yonex dalla testa ai piedi, Kei Nishikori non ha divorziato da Uniqlo e Milos Raonic pare continui con New Balance…
Se i giorni ti han chiamato tu hai risposto da svogliato, il sorriso degli specchi è già finito, nei vicoli e sui muri quel buffone che tu eri è rimasto solo a pianger divertito. Nel seme al vento afferri la fortuna, al rosso saggio chiedi i tuoi perché, vorresti alzarti in cielo a urlare chi sei tu, ma il tempo passa e non ritorna più…
E non tornerà la vittoria di Federer – Slam numero 19 – su un Cilic dolorante e in lacrime a Wimbledon; non tornerà quella di Nadal – Slam numero 16 – a Flushing Meadows contro la sorpresa Kevin Anderson; non torneranno le sorprese di fine anno: Jack Sock che vince Parigi-Bercy e si qualifica per le Finals, raggiungendo la semifinale e perdendo dal futuro Maestro dei Maestri Dimitrov. Il tutto in uno sfondo pastello concessoci da Nike. Eh sì, Nike nel frattempo aveva trasformato il fluo in delicate fantasie pastello non presentando – ahilei – una linea per il Master: Roger e colleghi erano scesi in campo con lo stesso outfit dei tornei precedenti. Tutto ciò fa pensare a qualcosa di “indimenticabile” nell’Australia che verrà…
In ogni caso un altro anno è andato, “la sua musica ha finito, quanto tempo è ormai passato e passerà! Tu canti nella strada frasi a cui nessuno bada, il domani come tutto se ne andrà, ti guardi nelle mani e stringi il vuoto, se guardi nelle tasche troverai gli spiccioli che ieri non avevi, ma il tempo andato non ritornerà”.
No, tutto questo non ritornerà ma non è detto che non tornino colori, vittorie, tempi belli in maniera diversa… Ci scusiamo ancora con il Maestro Guccini, invitiamo i lettori ad ascoltare questa meravigliosa canzone perché il concetto del tempo che scappa è diventato un tema oltremodo attuale anche nel tennis, da quando aleggia subdola l’idea del ritiro di Federer, dei suoi dritti e rovesci, delle sue vittorie, dei suoi outfit, ogni momento appare più prezioso…
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