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07 Nov 2017 07:00 - Diamo i Numeri
Statistiche da Bercy: Sock ferma a 106 i grandi tornei vinti dagli europei
il successo di Jack Sock ha molti significati: il suo ingresso in top-10, John Isner che perde la leadership USA dopo 5 anni, ma soprattutto il primo trionfo in un grande torneo di un non-europeo da Miami 2010.
di Giancarlo Di Leva
Il Master 1000 DI Parigi Bercy appare sempre più penalizzato dalla infelice collocazione nel calendario della stagione, essendo a ridosso delle ATP Finals. Sempre più spesso accusa infatti la rinuncia dei tennisti che sono già certi della qualificazione al Master di Londra e molti di coloro che partecipano vi arrivano con le pile scariche al termine di una stagione sempre più usurante.
Quella di quest’anno è risultata l’edizione più modesta degli ultimi 10 anni per effetto anche dell’assenza di tre dei Fab Four (Roger Federer, Andy Murray e Novak Djokovic) cui si è aggiunta il ritiro nei quarti di Rafaek Nadal, dolorante al ginocchio. Se non altro, le due vittorie ottenute fin lì sono state sufficienti ad assicurargli la testa del ranking ATP di fine anno. Ha vinto il torneo l’americano Jack Sock, sedicesima testa di serie, che ha battuto in finale la sorpresa del torneo, Filip Krajinovic, numero 77 del ranking e proveniente dalle qualificazioni. Sock, primo yankee a vincere il torneo dal 1999 quando si impose Andre Agassi, è il vincitore con la più bassa classifica dal 2007 quando conquistò il trofeo David Nalbadian, n. 21 del ranking e non compreso tra le teste di serie.
Krajinovic che finora non era mai approdato in finale in un torneo ATP, è il terzo tennista proveniente dalle qualificazioni a giungere in finale a Parigi:
La vittoria di Sock è la quinta di un tennista americano nel torneo parigino dopo quelle del già citato Agassi (1994 e 1999) e di Pete Sampras (1995 e 1997). Gli Usa diventano così la nazione più importante anche a Parigi dopo Indian Wells, Miami, Canada e Cincinnati:
Prima di ieri, l’ultima vittoria di un tennista americano in un torneo di altissimo livello (Master 1000, ATP Finals, Slam) era stata quella di Roddick a Miami nel 2010, 107 appuntamenti fa. Fuori dai confini nordamericani, solo a livello di 1000, occorre risalire addirittura al 2002 quando Agassi si impose prima a Roma e poi a Amburgo che ospitava allora l’ottavo Master 1000 dell’anno che cambiò sede nel 2009 migrando a Shanghai.
Con i punti conquistati Sock fa un incredibile salto in classifica dalla ventiduesima alla nona posizione acciuffando l’ottava poltrona (Wawrinka si è cancellato da tempo) alle ATP Finals di Londra, frantumando il sogno dello spagnolo Pablo Carreno Busta ottavo della Race fino a sabato sera.
Gli Usa tornano così ad avere un tennista nei top-10 dopo oltre 3 anni. L’ultimo fu John Isner il 5 maggio 2014. L’ultimo yankee nella top-10 di fine anno fu invece Mardy Fish, numero 8 alla fine della stagione 2011.
Torneo del tutto anonimo per gli italiani presenti in tabellone col solo Paolo Lorenzi uscito tra l’altro all’esordio per mano del portoghese Joao Sousa proveniente dalle qualificazioni. La performance complessiva degli italiani nel Master 1000 di Parigi a partire dal 1990, anno in cui fu istituita la categoria dei Master 1000, è la peggiore tra quelle conseguite fin qui nei 9 tornei della categoria, sostituendo Indian Wells che in virtù del risultato di quest’anno (3 vittorie e 3 sconfitte) ha migliorato la performance complessiva salita al 32%:
Chiudiamo con uno sguardo al ranking: per la prima volta da marzo 2007 Djokovic esce dai top-10 interrompendo una striscia di 555 settimane. Di seguito le strisce più lunghe tra i primi 10:
In campo femminile:
Straordinaria cavalcata di Julia Goerges che conquista il trofeo di Zhuhai, master riservato alle 12 tenniste che hanno chiuso l’anno tra la nona e la diciannovesima posizione (più una wild-card). La tennista tedesca ha avuto la meglio in finale su CoCo Vandeweghe che aveva condotto l’incontro alla grande fino al 5-2 del primo set per poi non reggere più il passo della sua avversaria, mai apparsa così in forma.
Per la 29enne tedesca trattasi della vittoria più importante della carriera che le regala anche il best ranking (n.14) che ritocca la quindicesima posizione raggiunta nel 2012 e chiudendo così un anno fantastico in cui aveva riassaporato la vittoria già a Mosca, a distanza di 6 anni dal l’ultimo successo che risaliva al torneo di Stoccarda del 2011.
Goerges che all’inizio della stagione era numero 53 nel ranking, chiude l’anno come numero 1 del tennis tedesco al femminile, in sostituzione di Angelique Kerber ex numero 1 del mondo, ora scesa al numero 21.