Battendo per la prima volta in carriera dopo 7 sconfitte, una indomabile Venus Williams, Caroline Wozniacki riesce a mettere a segno un colpo di quelli che rimangono nella storia, diventando la ventunesima tennista che iscrive il proprio nome nell’Albo d’oro delle WTA Finals.
La ex numero uno del tennis femminile a cavallo tra fine 2010, 2011, e inizio 2012, pur avendo vinto ben 26 tornei in 49 finali disputate in carriera, non ha mai trovato il bersaglio grosso di un titolo dello Slam. È approdata due volte in finale agli US Open (2009 e 2014), ma è stata sconfitta prima da Kim Clijsters poi da Serena Williams. Questo trofeo del Master finale diventa dunque il più importante della carriera, ottenuto alla quinta partecipazione e a distanza di 7 anni dall’unica finale disputata nel 2010, quando da numero 1 del mondo dovette inchinarsi alla ancora a Cljister.
Trionfo meritato al termine di una stagione molto intensa in cui la danese, che all’inizio dell’anno occupava la diciannovesima posizione del ranking, ha giocato 81 match vincendone 60 ma riuscendo tuttavia a vincere, prima di ieri, un solo torneo, a Tokyo a settembre dopo aver perso 6 finali di seguito. Col successo di ieri chiude la stagione al terzo posto mondiale a soli 160 punti da Simona Halep che a sua volta diventa la tredicesima giocatrice a chiudere l’anno da numero 1 WTA.
Venus Williams a sua volta ha stabilito un nuovo record storico: tornata a disputare le Finals dopo 8 anni dall’ultima partecipazione (2009) e giungendo in finale come allora è diventata, a 37 anni e 138 giorni, la tennista più anziana a disputare l’atto conclusivo dell’evento, succedendo a Martina Navratilova che vi approdò per l’ultima volta nel 1992 a 36 anni e 34 giorni. La Venere Nera chiude una stagione incredibile, in cui ha collezionato tre finali ai massimi livelli pur non avendo mai vinto un titolo: Australian Open, Wimbledon e WTA Finals, chiudendo al quinto posto del ranking. Alla fine del 2016 era al diciassettesimo posto.
I risultati delle WTA Finals hanno enfatizzato due aspetti dell’attuale condizione del tennis femminile di vertice in prospettiva futura:
L’unica sorpresa alla fine è stata quella dell’ultima arrivata, Caroline Garcia, sfruttando anche lo straordinario momento di forma derivato dalle vittorie di Wuhan e Pechino e aggiudicandosi nei gironi due partite in cui ha dovuto rimontare da 3-5 nel set decisivo.
Altri numeri:
2 – le nazioni rappresentate per la prima volta nel Round Robin: l’Ucraina con la Svitolina e la Lettonia con la Ostapenko. Per l’Ucraina è una prima volta assoluta mentre ci fu già la bandiera della Lettonia in un torneo di questo livello con una rappresentante nell’edizione del 1988.
3 – le debuttanti nel torneo: Svitolina, Ostapenko e Garcia
5 – le partecipazioni al torneo di Venus Williams e della Wozniacki
8 – le nazioni rappresentate dalle tenniste presenti: dal 2013 solo nel 2015 la Repubblica Ceca è stata l’unica nazione ad avere 2 presenze con Petra Kvitova e Lucie Safarova.
13 – i Paesi di provenienza delle vincitrici nella storia del torneo. Gli Usa ovviamente dominano con 20 vittorie e 20 finali:
15– le vincitrici del torneo (21 in tutto) che sono state in carriera numeri uno del mondo:
18 – gli anni trascorsi dalla prima partecipazione di Venus Williams al Master, risalente al 1999
37– i games giocati nel match tra Ostapenko e Venus Williams, vinto da quest’ultima col punteggio di 7-5 6-7 7-5 dopo 3 ore e 13 minuti. È il match più lungo per numero di game nella storia del torneo.
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