Doha, Dubai, Miami, Eastbourne, Bastad, Toronto. Non è il giro del mondo ma i luoghi dove, fino a ieri, Caroline Wozniacki aveva giocato e perso le sue sei finali disputate nel 2017. Tornei di ogni livello: WTA International (Bastad), WTA Premier (Doha, Eastbourne), WTA Premier 5 (Dubai, Toronto), WTA Premier Mandatory (Miami). Alcune volte le sconfitte furono accettabili, come nel caso di quando perse contro Karolina Pliskova a Doha dopo aver giocato due partite il giorno precedente ed aver concluso ben oltre la mezzanotte la propria semifinale. Altre (molto) meno, come quando da super favorita veniva sconfitta contro Johanna Konta a Miami o Katerina Siniakova a Bastad, in quest ultima arrivando anche alla frustrazione ed ad un paio di lacrime lasciate sfuggire durante la premiazione. Ora, così come nel 2016, il suo primo alloro nel 2017 arriva a Tokyo, per il famoso Toray Pan Pacific, torneo Premier: 6-0 7-5 ad Anastasia Pavlyuchenkova in finale.
Sembrava un’annata che non voleva permetterle di continuare una striscia di almeno un titolo a stagione che, adesso sì, continua dal 2008, quando diventava maggiorenne. Un dato eccellente, dove pur mancando la ciliegina dello Slam o un titolo importante (leggasi Premier 5 o Mandatory) da Indian Wells 2011, pesa tantissimo la continuità, fattore che è il simbolo della carriera della danese. Quella di Tokyo è la finale numero 49 nel circuito WTA con 26 titoli, senza dimenticare le 67 settimane da numero 1 del mondo a cavallo tra 2010 e 2012. Tutt’oggi rimane l’unica, tolta Serena Williams, ad aver concluso al numero 1 del mondo per due stagioni di fila.
Un torneo, quello giapponese, completamente a due volti. Una fatica immane per i primi due turni dove è stata indietro 0-3 al terzo set contro Shelby Rogers e sotto di un set e 6-5 e servizio per Dominika Cibulkova, che ha mancato due match point prima di ritirarsi (non senza polemiche da parte di Wozniacki) nel set decisivo. Dopo due partite così sofferte, sono arrivate altrettante passeggiate. In semifinale la prestazione molto positiva contro una Garbine Muguruza che è andata quasi subito in crisi, infine una finale dominata contro Pavlyuchenkova, avversaria che non incontrava dal 2012 (nell’unico dei sei precedenti persi fino ad oggi) e che ha subito tarpato le ali con un primo set di grande spessore seguito, poi, da un secondo con 15 vincenti e appena due gratuiti. Solida da fondo, piuttosto aggressiva per i suoi standard: una ricetta rivelatasi perfetta per arrivare, finalmente, al primo titolo della sua stagione. Ora ci sarà da recuperare per Wuhan, torneo dove al di là di domani non avrà altre pause, ma il più è fatto: grazie a questo risultato scavalca di 8 punti Venus Williams nella Race to Singapore (4620 contro 4612) e mette 1000 punti di vantaggio tra sé e la coppia formata da Konta e Jelena Ostapenko, che a loro volta ne hanno 800 circa su Svetlana Kuznetsova e Kristina Mladenovic. Già al termine della prossima settimana potrebbe essere certificato il suo ritorno a Singapore per la prima volta dal 2014, la quinta in carriera.
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