Si conclude nella maniera più dolce la settimana di Zarina Diyas, che a Tokyo conquista il primo titolo WTA della carriera pochi mesi dopo il rientro in campo a seguito di un grave problema al polso. 6-2 7-5 il punteggio in finale contro Miyu Kato, che non è riuscita a compiere una seconda rimonta dopo quella, strepitosa, di ieri contro Jana Fett.
Era la prima finale tra giocatrici provenienti dalle qualificazioni nel circuito WTA dal torneo di Canberra del 2005, quando Ana Ivanovic superò la lucky loser Melinda Czink, confermando il risultato del loro confronto nell’ultimo turno di qualificazioni. Si tratta anche del primo titolo WTA di una kazaka, che aveva visto quest anno Yulia Putintseva perdere contro Kristina Mladenovic la finale a San Pietroburgo mentre quando Yaroslava Shvedova si impose a Pune nel 2015 lo faceva nel circuito WTA 125.
Diyas, però, meriterebbe una citazione speciale perché è l’unica tennista autoctona del suo paese nelle prime 400 del mondo, arrivata già al numero 31 ad inizio 2015 e fermata poi dall’infortunio al polso a metà del 2016. Nata nel 1993, balzò agli onori della cronaca per il quarto turno a Wimbledon nel 2014 e ripetuto nel 2015, oltre al 6-0 6-0 inflitto a Sabine Lisicki a Stoccarda sempre nel 2015. Quel giorno la chiamarono in conferenza stampa e, trovatasi probabilmente per la prima volta di fronte a tantissimi giornalisti (tutti i tedeschi, normalmente almeno 20, più quelli internationali) si era completamente bloccata dalla tensione. Per fortuna, tutto ciò risulta marginale in campo dove è libera di mostrare tutte le sue qualità ed in 4 mesi ha già collezionato altrettante finali: 3 a livello ITF con 2 titoli ed 1 nel circuito maggiore.
Oggi, contro la beniamina del pubblico di casa, è stato fondamentale non destabilizzarsi dopo aver perso il set e break di vantaggio ad un passo dal traguardo. Kato, 22 anni, al miglior risultato in carriera ad eccezione della semifinale all’Australian Open in doppio e che per la prima volta farà il suo ingresso in top-150 (numero 124 al momento). Sul 5-5, poi, il nuovo break che le dava la chance di chiudere l’incontro con il servizio a disposizione, opportunità che non le è sfuggita dalle mani, completando una settimana per lei indimenticabile. Dopo la finale WTA persa proprio in Giappone, a Osaka, nel 2014, ora chiude questo cerchio e salirà alla posizione numero 63 del mondo, consapevole però che da adesso fino ad aprile o maggio, potrà praticamente solo guadagnare.
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