Lo US Open arrivava dopo due Slam (Roland Garros e Wimbledon) molto deludenti in termini di spettacolo complessivo offerto. Erano mancate le grandi sfide e la qualità dei match, soprattutto i più importanti, era stata generalmente insufficiente per un Major e purtroppo le due settimane americane hanno ricalcato lo stesso clichè.
All’assenza di molti protagonisti di prima grandezza a cominciare dal campione in carica Stan Wawrinka, dal finalista del 2016 Novak Djokovic e l’ex numero 1 del mondo Andy, si è aggiunto l’esito di un sorteggio che, a causa anche del ritardato ritiro di Andy Murray quando le teste di serie erano già state definite, ha reso il tabellone completamente sbilanciato. Anche Federer, in condizioni non adeguate, ha tolto il disturbo anzitempo lasciando spazio a Juan Martin del Potro, protagonista negli ottavi della partita più entusiasmante del torneo contro Dominic Thiem. Rafael Nadal, invece, centrato e pieno di energie che ha vinto il torneo a mani basse, senza incontrare teste di serie ad eccezione di del Potro (n.24) in semifinale e di Kevin Anderson (n.28) nell’atto conclusivo, risultato decisamente deludente.
Si è sperato che dal cilindro della Next Generation potesse saltar fuori la sorpresa storica ma in realtà, nonostante le gli ottimi tornei disputati dal russo Andrey Rublev, il più giovane ad approdare nei quarti dal 2001 (Adny Roddick) e del 17enne canadese Denis Shapovalov, il più giovane tennista a raggiungere gli ottavi agli US Open dal 1989 (Michael Chang), è arrivata la conferma che la categoria in generale (compreso Alexander Zverev e Nick Kyrgios, nonostante non sia compreso nella categoria perché ha però già compiuto i 22 anni) non ha ancora maturato i requisiti per poter aspirare ad imporsi in appuntamenti così impegnativi.
Flop australiano. Ci si aspettava un impatto più significativo sul torneo da parte dei “canguri” australiani che invece hanno vinto solo 3 match con 7 tennisti in campo: 2 di questi sono a firma di John Millman approdato al terzo turno.
Alla fine la dinastia dei Fab Four segna un altra tappa con l’en plein di quest’anno per effetto delle vittorie alternate di Federer (Australian Open e Wimbledon) e Nadal (Roland Garros e US Open) che hanno saputo avvicendare Djokovic e Murray che (con l’aggiunta del quinto uomo Wawrinka agli Us Open) avevano dominato il 2016.
Nadal torna a 3 Slam di distanza da Federer, ma tenuto conto della differenza di età crede in cuor suo nel sorpasso che è certamente il traguardo più importante ancora da realizzare:
I Fab Four hanno realizzato il pieno di vittorie nei tornei dello Slam per l’ottava volta (la prima nel 2006). Dal 2003 hanno vinto complessivamente 50 Slam (46 degli ultimi 52 Slam a partire dal 2005).
Altri numeri
2 – i tennisti tedeschi negli ottavi di finale con Mischa Zverev e Philipp Kohlschreiber: non accadeva dal 2004 con Tommy Haas e Nicolas Kiefer
3 – le teste di serie tra le prime 8 dei due tabelloni (U + D) approdate complessivamente nei quarti di finale: Karolina Pliskova (n.1) tra le donne e Nadal (n.1) e Federer (n.3) nel tabellone maschile.
4 – i tennisti provenienti dalle qualificazioni battuti nei primi quattro turni da Pablo Carreno Busta che è approdato per la prima volta in una semifinale Slam: l’americano Evan King, l’inglese Cameron Norrie, il francese Nicholas Mahut e il canadese Shapovalov. Grazie a questo risultato lo spagnolo fa il suo ingresso nei top-10, al numero 10.
5 – gli Slam vinti in sequenza da tennisti over-30 a partire dagli Us Open dello scorso anno quando si impose Wawrinka (31 anni). Quest’anno hanno fatto seguito Federer (35) a Melbourne e a Wimbledon e Nadal (31) a Parigi e a New York.
7 – le finali Slam giocate tra tennisti over-30: quella tra Nadal (31) e Anderson (31) è la seconda registratasi agli Us Open dal 2002 quando Sampras (31) superò Agassi (32).
52 – gli anni trascorsi dall’ultima finale disputata agli US Open da un tennista sudafricano. Ci riuscì Cliff Drysdale nel 1965 perdendo contro lo spagnolo Manolo Santana.
71- il record di presenze di Federer in tornei dello Slam. Superato il francese Fabrice Santoro (70)
74 – le vittorie in carriera di Nadal, a 3 sole lunghezze da John McEnroe:
82 – i match vinti da Federer agli US Open (a fronte di 12 sconfitte). Meglio di lui solo Connors che si fermò a 98.
219 – i match vinti da Nadal nei tornei dello Slam. Il record è saldamente di Federer con 325 vittorie.
1960 – i punti di vantaggio in classifica di Nadal nei confronti di Federer che ha scavalcato Murray al numero 2.
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