Dopo 10 mesi Dominika Cibulkova torna a competere in una finale WTA in singolare. A New Haven la slovacca, che tornerà in top-10 la prossima settimana, ha superato 6-1 6-3 Elise Mertens nella prima semifinale giocando il miglior match della sua settimana. Aggressiva, efficace, concentrata. Per la belga non c’è stato modo di impostare il suo gioco fin dai primissimi punti quando la slovacca, con una partenza perfetta, si portava avanti prima 3-0 poi grazie ad un secondo break si aggiudicava il parziale. Nel secondo c’è stata un po’ più di partita, ma alla fine è stata la numero 2 del seeding a cogliere la vittoria che le regala la prima finale da Singapore.

Ad attenderla, però, non ci sarà Agnieszka Radwanska. Ripensare alle sfide, quattro, spettacolari del 2016, faceva sperare che ci potesse essere un nuovo appassionante capitolo della loro saga, ma la polacca è stata superata abbastanza nettamente da Daria Gavrilova. Una falsa partenza nel primo set, un parziale di 6-2 nel secondo per l’australiana ed ecco confezionato il 6-4 6-4 che porta la numero 27 del mondo alla terza finale in carriera, la terza negli ultimi 10 mesi, ancora alla ricerca del primo titolo WTA dopo le sconfitte di Mosca (contro Svetlana Kuznetsova) e Strasburgo (contro Samantha Stosur).

Partita perfetta dell’australiana, aggressiva e capace di approfittare dei passaggi a vuoto della rivale, campionessa in carica, costretta ad abdicare ad un passo dalla possibilità di giocarsi nuovamente il titolo del Connecticut. Gavrilova sempre propositiva, molto intelligente nel dosare ogni arma del suo gioco. Radwanska, invece, dallo 0-4 del primo set ha compiuto un recupero solo parziale e neppure il 2-0 di vantaggio nel secondo set ha cambiato le carte in tavola. Dopo l’ultimo smash, Gavrilova è esplosa in tutta la sua gioia: anche domani non sarà facile ottenere il primo alloro nel circuito maggiore, perché contro avrà una Cibulkova apparsa sempre più in condizione con l’andare avanti delle partite e che partirà con tutti i favori del pronostico per vincere il nono titolo WTA della carriera e cominciare a respirare dopo una prima parte di stagione molto negativa.