di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
30 Ago 2017 21:00 - US Open
Il derby a sorpresa va a Travaglia; Seppi cede, Lorenzi super
Andreas Seppi esce subito sconfitto contro Bautista Agut, prova a lottare ma non va oltre il quarto set. Nel derby tra Travaglia e Fognini passa il giocatore ascolano. Lorenzi batte Muller in quattro set.
di Redazione
P. Lorenzi b. [19] G. Muller 6-7(4) 6-3 7-6(4) 6-3 (Daniele Rossi)
Classico contrasto di stili sul campo 7, tra il serve and volley di Gilles Muller e le ‘remate’ dalla linea di fondo di Paolo Lorenzi. In realtà il gioco di Paolino è molto più completo di quanto non si pensi e del resto non si è fra i primi 40 giocatori del mondo a 35 anni ributtando semplicemente la palla di là.
Precedenti favorevoli alla testa di serie numero 19, altro giocatore finito nella vasca di ‘Cocoon’, visto che a pochi giorni dalle 35 primavere sta giocando la stagione migliore della vita, con due titoli in bacheca (Sydney e s-Hertogenbosch) e lo scalpo eccellente di Nadal a Wimbledon.
Primo set divertente e ben giocato da entrambi i giocatori. Muller viene a rete spesso e volentieri, ma anche Paolo non disdegna la via dell’attacco, mischiando bene le carte.
Un break per parte nel primo parziale, poi il lussemburghese si vede annullato un set point sul 6-5 e servizio Lorenzi, proprio da una chiusura a rete del giocatore senese. Nel tie-break è Muller ad avere lo sprint giusto, vincendolo per 7 punti a 4.
Vinto un set così tirato, l’inerzia sembrerebbe dalla parte di Gilles che invece accusa un calo di tensione. Lorenzi gli salta subito sopra, dominando negli scambi da fondo e togliendo progressivamente fiducia al servizio di Muller. Paolo si porta addirittura sul 5-0, Gilles riesce ad accorciare le distanze, ma il toscano -non senza patemi- chiude il secondo set per 6 giochi a 3.
Nel terzo vige la regola del servizio ed è la fase più combattuta del match con tanti game ai vantaggi, contraddistinti da più errori di misura che da colpi vincenti. La naturale conclusione del set è il tie-break: l’equilibrio viene rotto sul 4-4, quando Lorenzi recupera miracolosamente una stop volley di Muller piazzando un passante lungolinea di rovescio. Paolo tiene i suoi due turni di servizio e si prende anche il terzo set.
Muller subisce il colpo e Lorenzi non molla la presa: piazza subito il break in apertura di quarto set e scappa verso la vittoria. L’unico brivido arriva nel quinto gioco, quando annulla una palla break con una prima vincente. Il resto fila via liscio, Muller ha esaurito le batterie e il giocatore toscano si prende il lusso di chiudere con un game di servizio a zero.
Prestazione davvero eccellente di Lorenzi, che è stato bravo ad imbrigliare il lussemburghese negli scambi da fondo, senza mai farsi mai schiacciare e attuando un piano di gioco ragionato fin dal primo punto. Buono il rendimento al servizio con 11 ace e l’80% di punti vinti con la prima. Muller ha pagato una scarsa percentuale di prime (appena il 50%) e un rendimento deficitario con la seconda.
Aldilà della solita retorica che si fa sempre quando si parla di Lorenzi, forse a qualche australiano (ma anche a qualcuno nato in Liguria), farebbe bene vedere la passione, la grinta e la professionalità che Paolo mette in ogni punto di ogni partita che gioca.
Lorenzi conferma così il terzo turno dell’anno scorso e attende il vincente del match tra Thompson e Fabbiano, per quello che sarebbe un inatteso ma graditissimo derby azzurro.
[11] R. Bautista Agut b. A. Seppi 6-2 4-6 6-2 7-6(1) (Simone Milioti)
Fuori anche Andreas Seppi, continua e male lo slam statunitense per gli azzurri. Impegno che non era impossibile per Seppi, il suo avversario era si testa di serie numero 11 ed era anche avanti negli head to head, un solo precedente a Miami nel 2012. Ci aspettavamo battaglia che c’è stata, ma non un quinto set a cui l’altoatesino ci ha spesso abituato negli Slam. Il torneo di Andreas è così finito al primo turno in quattro set.
Sin dall’inizio Bautista ha dimostrato di essere in palla e a tratti superiore, è scappato in avvio di primo set sul 3-0 confermando poi da lì in poi il break di vantaggio fino a quando nel finale di parziale ha strappato nuovamente il servizio all’azzurro. Non molto brillante Andreas che nonostante conoscesse l’avversario, i due giocano in modo molto paziente, si è fatto spesso trovare fuori posizione o in ritardo, permettendo allo spagnolo di guadagnare sempre campo in spinta.
Nel secondo arriva la reazione di Seppi che trascina l’incontro al terzo, dove però nuovamente cede, quasi arrendendosi, due volte il servizio ad un Bautista troppo più regolare.
Nel quarto il linguaggio del corpo di Andreas continua a non presagire niente di buono, si sposta svogliato dal campo, subisce nuovamente un break in apertura che però recupera entro il quinto gioco. A quel punto Bautista riallunga conquistando nuovamente un break di vantaggio, ma per la seconda volta Seppi si rifà sotto recuperando il break di svantaggio. Sembra che l’inerzia possa cambiare o quantomeno Seppi sembra adesso avere le energie di portare la partita al quinto, ma il tie-break gli spazza via ogni speranza. Bautista Agut lo domina e vince per sette punti ad uno, garantendosi un posto al prossimo turno dove sfiderà Dustin Brown.
Lo Us Open si conferma un torneo in cui Seppi non ha un buon feeling, negli ultimi anni ha incontrato due Fab4: l’anno scorso Nadal, due anni fa Djokovic. Inoltre su 14 partecipazioni a Flushing Meadows per ben 8 volte (compresa questa contro Bautista) è uscito sconfitto al primo turno. Probabilmente superficie e periodo della stagione non aiutano.
[Q] S. Travaglia b. [22] F. Fognini 6-4 7-6(8) 3-6 6-0 (Daniele Rossi)
Ogni tanto il destino sa ripagare chi sa aspettare. Stefano Travaglia ha aspettato, ma soprattutto ha lottato. Ha lottato contro le avversità e un’incredibile sequela di infortuni che avrebbero piegato chiunque. Chiunque, ma non questo ascolano dalla tempra d’acciaio e dall’atteggiamento umile e riservato. Travaglia ha recuperato da due infortuni gravissimi: il primo nel 2011, quando, scivolato sulle scale di casa, colpisce il vetro di una finestra rompendosi i legamenti della mano destra. Stefano è costretto a quasi un anno di stop, ma recupera, torna a lottare tra Futures e Challengher, finché nel 2016 ecco il secondo stop: frattura da stress alla schiena e altri sette mesi lontano dai campi.
Stefano non si spaventa e non si scoraggia: a 25 anni ricomincia da capo ancora una volta e nel 2017 torna a macinare vittorie su vittorie nei Challenger, costruendosi la migliore classifica di sempre. A Wimbledon passa per la prima volta le qualificazioni di uno Slam. Nel main draw trova il giovane Rublev: lotta come sempre, ma è il russo a spuntarla al quinto set.
Ci riprova a New York. Tre vittorie senza perdere un set nel tabellone cadetto ed ecco lo scontro con Fabio Fognini, testa di serie numero 22.
La pioggia ha fatto slittare il match programmato sul campo 11, piccolo ma affollato di gente e non coperto dal ‘falco’. L’inizio è di studio: si susseguono numerosi break visto che nessuno dei due giocatori riesce a fare la differenza col servizio. Travaglia non ha paura a spingere col diritto, mentre Fabio alterna grandi giocate a lunghe pause. L’ascolano va a servire per il set sul 5-3, ma si fa subito breakkare. Travaglia però non si arrende e toglie ancora il servizio a Fognini, prendendosi il primo set per 6-4.
Il secondo parziale è più lineare ed equilibrato e si decide al tie-break, dopo che Fognini aveva annullato un set point sul 4-5. Fabio parte meglio, scappa sul 4-2, perde due punti di seguito, quando sul 4-4 un rovescio di Travaglia viene giudicato clamorosamente ‘in’, quando era palese a tutti sul campo – tranne che all’arbitro, Louise Engzel – che la palla fosse fuori di almeno una spanna. Fognini sul momento accetta il verdetto e riesce anche a procurarsi tre set point che però non riesce a trasformare. E’ invece Travaglia a passare alla prima occasione, quando il ligure sull’8-7 affonda una stop volley in rete.
La conclusione beffa del set carica Fognini che si prende pure un penalty point dopo qualche parola di troppo all’arbitro svedese. Fabio si lascia andare a degli insulti gravi e pesanti che non sono assolutamente accettabili su un campo da tennis.
Fognini in ogni caso domina il parziale, grazie anche ad un vistoso calo di Travaglia soprattutto nell’efficienza al servizio.
La partita sembra girata, ma inspiegabilmente Fabio nel quarto set si spegne.
Butta via un punto dietro l’altro esibendo il peggio del suo repertorio. Travaglia non si fa distrarre, rimane concentrato sul suo gioco e finisce il set con un clamoroso 6-0, quando al terzo match point Fognini sparacchia fuori un diritto di metri.
Grande soddisfazione per il giocatore marchigiano alla prima vittoria sul circuito maggiore e in un Grande Slam. Ha giocato con testa e cuore, esibendo un ottimo rendimento al servizio (78% di punti vinti con la prima, 55% con la seconda) e un diritto che sa far male. Ha spinto nei momenti giusti e non ha tremato quando è stato chiamato a chiudere.
Match assolutamente da dimenticare per Fognini, che ha perso da favorito, giocando per larghi tratti con sufficienza. Il divario tecnico era evidente, ma Fabio è stato troppo passivo, lasciandosi poi andare ai classici atteggiamenti che abbiamo imparato a conoscere, ma non a giustificare.
Una chiamata errata non è un buon motivo per smettere di giocare, soprattutto con un match ancora tutto da decidere e quelle volgarità sono intollerabili. Fabio alla fine, ha fatto i complimenti a Stefano ma si è rifiutato di stringere la mano all’arbitro.
Travaglia al secondo turno attende il vincente del match fra Troicki e Gombos.