R. Harrison b. N. Basilashvili 6-1 6-4
Ryan Harrison (62 ATP) si porta a casa, oltre al cospicuo assegno, la replica vintage di una chitarra Gibson, che da tre anni spetta al vincitore sul cemento indoor della città di re Elvis.
Lo fa battendo in meno di un’ ora e venti minuti Nikoloz Basilashvili (67). Curiosamente il georgiano sembra essere nel destino delle prime volte di Harrison. L’unico precedente risaliva al primo Futures vinto dal californiano nel 2009 e l’incrocio si è ripetuto oggi in occasione del suo primo titolo ATP.
Pochi sport però stanno al pari del tennis nel nascondere dietro ad un punteggio netto una storia che avrebbe potuto essere diversa. In una finale che opponeva stili di gioco abbastanza simili Harrison ha vinto perché ha potuto contare su un servizio più efficace, ottima la percentuale anche sulla seconda, che lo ha tratto spesso d’impaccio con aces provvidenziali. E’ stato bravo a sbagliare meno negli scambi asfissianti che hanno caratterizzato l’incontro, mettendo in mostra un’ottima mobilità, risultata decisiva in alcune difese cruciali. Ma la storia avrebbe potuto essere diversa se il georgiano avesse concretizzato anche una piccola percentuale delle dodici, e dicansi dodici, palle break che ha saputo procurarsi. Le prime due in apertura di match, con Harrison freddo nel salvarsi e dopo la pausa breve sfruttare il momento positivo per strappare il servizio all’avversario e confermar e subito dopo per un 3-0 solo apparentemente semplice. Il resto del parziale e’ stato una cavalcata solitaria dello statunitense mentre Basilashvili pagava a caro prezzo il solo vero calo della sua finale.
Il secondo dimostra ancora una volta come nel tennis i punti vadano pesati e non contati. Basilashvili andrà dieci volte a palla break in ogni turno di battuta dell’avversario, fra le quali due 15-40 e uno 0-40, senza mai riuscire ad assestare il colpo. Nel quinto gioco però tocca a lui concedere tre occasioni consecutive. Annulla comandando lo scambio le prime due ma nel momento decisivo commette doppio fallo. Harrison sembra potersi involare facilmente replicando il primo set ma invece dovrà sudarsi ogni singolo gioco per il trofeo. Il georgiano reagisce, non molla mentalmente e le palle break continuano a piovere ma Ryan proprio in quei momenti nobilita la sua vittoria. Usa buona parte dei suoi nove aces quando serve veramente e non smette mai di spingere la palla. Il decimo gioco, quello finale, e’ il paradigma dell’intero incontro. Basilashvili risponde bene e sale 15-40, sono l’undicesima e la dodicesima occasione, ma la reazione di Ryan e’ fulminante. Ottavo ace e servizio vincente per il pareggio e, dopo un errore in palleggio di Basilashvili, l’ asso finale.
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