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18 Ott 2016 11:30 - WTA
WTA Finals Singapore, le protagoniste: Radwanska chiamata a difendere il titolo più importante della carriera
di Diego Barbiani
TENNIS – Di Diego Barbiani
SINGAPORE. Dodici mesi fa Agnieszka Radwanska conquistava il titolo più importante e più rocambolesco della sua carriera.
Il cammino della polacca alle WTA Finals di Singapore edizione 2015 fu ancor più travagliato di quello che nel 2014 le permise di raggiungere la semifinale, quando rimontò un set in cui era sotto 5-1, il secondo contro Maria Sharapova, in un match perso in 3 ma che proprio grazie a quel parziale le diede il passaggio del turno.
Arrivò a Singapore grazie ai successi di Tokyo e Tianjin, oltre alla semifinale di Pechino, ed ad una risalita nel ranking che la vedeva al n.26 (nella Race) dopo il Roland Garros. Perse le prime 2 sfide ma c’era ancora una chance: battere in 2 set Simona Halep e sperare che con lo stesso punteggio Sharapova si imponesse su Flavia Pennetta. Da 1-5 sotto, ancora una volta (stavolta però nel tie-break), Radwanska infilò 6 punti di fila e finì per trionfare. In semifinale la partita più bella dell’intero torneo contro Garbine Muguruza, in finale il trionfo in 3 set ai danni di Petra Kvitova.
Il bel momento è continuato lungo tutti i primi mesi del 2016, quando mancò la semifinale solo a Miami, sconfitta da Timea Bacsinszky. Poi ci si è messa di mezzo Dominika Cibulkova. La slovacca nel giro di 2 mesi si è sempre frapposta tra lei e possibili traguardi prestigiosi. Parliamo di Madrid, ad esempio, in un torneo che aveva perso Serena Williams prima ancora di vedere la luce ed Angelique Kerber nella prima ora di gioco, Radwanska è stata vittima dei vincenti della n.8 del mondo che ha portato a termine uno dei match più combattuti dell’anno. Poi ancora ad Eastbourne, nuova maratona e nuova vittoria di Cibulkova al terzo. Infine a Wimbledon, in quello che merita di essere considerato tra i 3 match più emozionanti della stagione, con quest ultima impostasi 9-7 al terzo set dopo aver salvato match point.
Neppure il cemento americano le ha sorriso particolarmente, tra eliminazioni precoci alle Olimpiadi (da Saisai Zheng) ed altre inattese (da Ana Konjuh allo US Open). Il titolo di New Haven ha un po’ il sapore di una consolazione, ma è in Asia che, ancora una volta, ha ritrovato vero smalto. E’ in questa zona del mondo che Radwanska riesce a dare il massimo, e dopo essersi imposta a Shenzhen nella prima settimana della stagione eccola alzare il trofeo a Pechino, nel primo Premier Mandatory vinto da Miami 2012. Pure a Tokyo, così come a Wuhan, la polacca ha espresso ottime prestazioni venendo fermata da Caroline Wozniacki e Svetlana Kuznetsova dopo 2 partite avvincenti e decise per pochi dettagli.
Senza Serena Williams, comincerà il master da n.2 della Race. Mai si era trovata così in alto e vedendo il suo stato di forma attuale diventerà tra le giocatrici candidate al successo finale. Giocatrice contrattaccante, ma al tempo stesso capace di soluzioni di fino straordinarie. Non scopriamo certo oggi quanto Radwanska sia tra le più spettacolari del circuito, però forse non è molto chiara la sua maturazione nel corso degli anni. Non è quella giocatrice che “uccide” le partite o che può pensare di dominare una nata per attaccare, ma il livello tenuto per diversi mesi in questo 2016 (ad eccezione del periodo maggio-giugno, che poi corrisponde anche al periodo sulla terra dove fatica sempre tanto) ci mostrano una tennista che, soprattutto con un servizio più incisivo e meno attaccabile rispetto ad anni fa, ad oggi merita di essere nella top-5 del ranking mondiale.
Manca l’acuto vero, manca quel successo Slam che anche quest anno è sfuggito senza reali chance di conquista. L’unica finale Slam risale a Wimbledon 2012, gli unici altri momenti in cui è realmente andata vicina a conquistarne un’altra sono Wimbledon 2013 e Wimbledon 2015. Quello del 2013 rimane il peccato più grande, con la sconfitta da Sabine Lisicki che sarebbe poi crollata di fronte a Marion Bartoli.
Classe 1989, il prossimo anno compirà 28 anni. L’anno in cui è esplosa Angelique Kerber, chissà che cosa potrà accadere con lei, chiamata intanto a difendere l’alloro più prestigioso di una carriera che comunque potrà essere considerata di tutto rispetto con 20 titoli in bacheca.