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10 Set 2016 22:05 - US Open
US Open / Kerber in paradiso: domata Pliskova, secondo titolo Slam per la tedesca nel 2016!
di Diego Barbiani
TENNIS – Di Diego Barbiani
NEW YORK. Il 2016 di Angelique Kerber non finisce di stupire: con il successo per 6-3 4-6 6-4 ai danni di Karolina Pliskova arriva il secondo titolo Slam della stagione per la nuova n.1 del mondo, che legittima a pieno questo nuovo status con una partita di sofferenza, di rimonta, ma meritato.
Onore alla ceca, grande protagonista nonostante l’esito, che ha anche assaporato per un po’ l’idea di poter mettere le mani sul trofeo della vincitrice dell’evento ma che si è arresa anche alla fatica di una partita molto diversa da quella contro Serena Williams e dove ha finito per pagare più della sua avversaria il caldo e l’umidità, piegandosi spesso sulle gambe.
New York, un posto che avrà per sempre, nel cuore di Kerber un posto speciale. Qui nel 2011 è rinata, qui nel 2016 si consacra. Una storia rocambolesca, passata attraverso tanti ostacoli e che ha impiegato tantissimo a correggere i suoi difetti. Uno tra tutti: l’aggressività nel suo gioco. Stasera l’ha vinta, rimontando da 1-3 nel terzo set, ma non solo. Sul 3-3, 30-30, Pliskova stava forzando per riprendere il vantaggio e lei ha domato questo impeto con una soluzione incredibile: un dritto in corsa lungolinea, planato negli ultimi centimetri di riga. Lo sognerà questa notte, ma sarà un sogno molto dolce. E’ n.1 del mondo ed ha dimostrato di poter avere successo anche nei momenti più delicati.
Questa sera, ad esempio, dopo un primo set abbastanza di routine grazie ad un break in apertura tenuto fino al 5-3 ed approfittando di un nuovo momento di tensione della ceca nel momento di rimanere nel parziale, ha cominciato progressivamente a perdere campo. Pliskova ha giocato comunque una gran finale, perché è riuscita ad uscire dagli scambi lunghi e faticosi del primo parziale, dove la tedesca giocava anche più tranquila forte del break in apertura, andando molto più spesso a rete. Nel settimo game, poi, un rovescio incrociato impattato perfettamente l’ha portata alla quinta palla break, la prima capitalizzata e decisiva per prendersi il parziale.
Kerber ha vissuto per 20 minuti con tanta confusione in testa, perché cercava di aprirsi il campo sul lato del rovescio avversario per provare il lungolinea di dritto ma la ceca impattava sempre meglio ed aumentava nel numero dei vincenti, oltre a prendere progressivamente campo. Il break ad inizio del 3° set ha un po’ certificato questa situazione in campo.
Qui, Angelique, ha girato nuovamente la partita. E’ riuscita a staccarsi mentalmente dal momento di difficoltà ed a cambiare registro, cercando il dritto della rivale, da cui subito sono arrivati i primi errori gratuiti. Ripreso il break, un nuovo momento di difficoltà al servizio da dove ne è uscita con quel gioiello descritto all’inizio: un colpo inventato dal nulla, senza gli appoggi e tirato da fuori dal campo a pizzicare l’incrocio. Il colpo che ha deciso la finale, perché una volta tenuto quel turno di battuta ha avuto lei le maggiori chance, ribaltando totalmente l’inerzia del parziale e della finale.
Il game tenuto a zero, sul 4-4, ha costretto la ceca a servire con tanta fatica sulle game per rimanere nel match e tutto ciò si è manifestato già nel primo punto con uno schiaffo di rovescio non definitivo dove poi Kerber ha infilato il passante. Poi sullo 0-30 un nuovo schiaffo di rovescio messo a metà rete ed infine il dritto a volar via. Kerber si è sdraiata per terra, incredula. 2 Slam in una sola stagione, e già per lei era pura utopia raggiungerne uno, fino ad un anno fa. Anche questo, però, come quello in Australia, meritato in ogni singolo 15 giocato. Diverso da quello di Melbourne, dove aveva sempre condotto nel set decisivo, ma una ulteriore prova di forza. Il 2016 tennistico ha il volto incredulo di una giocatrice tedesca dalla treccia bionda e gli occhi azzurri, in lacrime nel momento in cui ha abbracciato la mamma Beata e la figlia Jessica in tribuna. Chi di loro poteva immaginare tutto ciò è solo un gran bugiardo.