di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
TENNIS – Di Gianluca Atlante
NEW YORK. Le qualificazioni sono una cosa, il primo turno di uno Slam totalmente un’altra. Thomas Fabbiano esce sconfitto contro Karen Khachanov al primo turno dello US Open.
Per carità, il suo lo aveva già fatto, vincendo tre partite e approdando al main draw dell’ultimo Slam della stagione così come gli era successo nel 2014. Oggi, però, l’occasione poteva essere propizia e non l’ha sfruttata. Lui, numero 111 della classifica mondiale contro il russo Karen Khachanov, numero 95, anch’egli proveniente dalle qualificazioni: 63 63 46 63 il punteggio finale in favore di un avversario, lo ripetiamo, non certo trascendentale. Il tutto in poco meno di due ore e mezza.
C’è da dire, però, basandoci sempre sui numeri che, talvolta, possono anche essere sovvertiti, ma che oggi hanno finito per premiare Khachanov, che il 20enne di Mosca si era aggiudicato anche l’unico precedente, disputato nel 2013 al challenger di Ginevra, sul duro indoor.
E’ stata una partita strana, girata se vogliamo nel primo set, dove l’azzurro era partito molto bene con un break, prima di naufragare nell’ottavo gioco (3-5) e lasciare via libera al suo avversario. Un avvio di match che, poi, nel computo totale del confronto ha finito per pesare, eccome. Stesso identico discorso nel secondo set, dove Fabbiano parte bene ma, poi, non riesce più a fare nulla sul servizio del suo avversario, capace dal 2-2 e da un break prezioso, di non concedere più nulla sul suo servizio all’italiano, sino al 6/3.
Due set a zero e partita, purtroppo, compromessa, nonostante un terzo set dove Fabbiano trova finalmente lo spunto vincente per strappare il servizio al suo avversario nel terzo gioco. Un break che Fabbiano riusciva a tenere a denti stretti sino al 6/4. Un fuoco di paglia, nonostante le due palle break mancate nel quinto gioco del quarto set. E, come nel calcio, quando l’occasione la sciupi è pressocchè scontato che finisci per pagarla a caro prezzo. Perchè sul 4-3 ecco arrivare la “zampata” decisiva del russo: break e condizioni ideali per chiudere set e match. Un attimo dopo, la resa, lo ripetiamo evitabile da parte di Fabbiano, vista la consistenza, non certo insormontabile del suo avversario.