ATP Toronto – Djokovic da 30 e lode: Nishikori KO, il serbo torna al successo in Canada

TENNIS – TORONTO – Di PIERO VASSALLO. Novak Djokovic torna a vincere, batte Kei Nishikori 6-3 7-5 nella finale di Toronto e raggiunge quota 30 Masters 1000 vinti. A fare la differenza la prima di servizio del serbo.

Novak Djokovic trionfa nel Masters 1000 di Toronto battendo in finale Kei Nishikori 6-3 7-5 e cancella definitivamente la sconfitta inaspettata contro Sam Querrey al terzo turno di Wimbledon.

È la quarta volta che il serbo si impone in Canada, ci era già riuscito nel 2007, 2011 e 2012 (le prime due occasioni a Montreal), è già il quarto successo in stagione nei 1000 (può ancora battere il record di 6 vittorie in un anno, stabilito nel 2015) ma soprattutto è il numero 30 in assoluto nei tornei di tale categoria. 

Era stato lo stesso Djokovic ad ammettere di non essere al 100% e in effetti non ha giocato un torneo straordinario, per arrivare in finale gli è bastato essere mediamente solido, senza strafare. Al resto ha pensato la pochezza di una concorrenza inesistente, ancora di più in un torneo privo di Murray, l’unico che avrebbe potuto dare fastidio al numero 1 del mondo.

A Nole va dato merito di aver alzato l’asticella del rendimento nel momento clou del torneo: non è stato straordinario nella finale di stasera, ma ha servito come mai aveva fatto nel corso della settimana. 76% di prime palle in campo, con una resa dell’82%, abbastanza per rendere Nishikori innocuo alla risposta e per poter essere in grado di comandare il gioco, tenendo il giapponese “con la testa sott’acqua”.

Per il numero 6 del mondo ancora niente titolo in un 1000: alle finali perse a Madrid (2014) e Miami (2016) si aggiunge anche questa. Da domani sarà numero 4 dalla Race, segno che la sua stagione fin qui è più che buona, ma la distanza dai più grandi resta abissale e per colmarla servono step che forse non riuscirà mai a raggiungere.

E così mentre Nishikori incassa l’ennesima finale persa, Djokovic si gode il suo titolo numero 66 in carriera. Bel modo per ricominciare dopo lo sgambetto erbivoro e per avvicinarsi alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. L’oro olimpico è l’unica mancanza nel suo favoloso palmares, mai come quest’anno parte da strafavorito e la cerchia dei contendenti è sempre più stretta. Non a caso vince persino quando non gioca bene.

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