Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
23 Apr 2016 09:13 - WTA
Wta, pillole da Stoccarda – Radwaska: "Vi spengo la luce!" Muguruza:"Petra ha fatto una ottima colazione"
di Redazione
Tennis – dalla nostra inviata a Stoccarda Angelica Fratini
La parte più interessante della conferenza stampa della Radwanska è stata quando dopo la conferenza stampa notturna è andata via. Detta così, può sembrare irrispettoso ma in realtà mentre cammina verso gli ascensori la polacca vede che sul campo centrale stanno testando una videocamera posizionata su di un drone.
Per provare le riprese, due ragazzi stanno giocando qualche game. A quel punto parte lo show di Aga, prima sorpresa poi divertita incomincia a gridare «Ma cosa fanno? Domani il campo sarà tutti bozzi! Mandateli via di lì!» Fra le risate di tutti, Aga continua «Andate sul campo 1. Anzi meglio, ci sono due campi lì fuori dopo il parcheggio!» E prima che le porte dell’ascensore si chiudano e la polacca torni in albergo, la si sente ancora gridare, mentre ride, «Adesso vi spengo le luci!».
Ho sempre dei problemi a capire le scelte dei i colori per completi da tennis femminile.
Il colore scelto dalla Nike per le sue giocatrici, ė un violaceo con richiami blu scuro. Praticamente Kvitova mi ricorda uno yogurt ai mirtilli.
Sempre meglio di quello di Garbine Muguruza, un ‘gialletto’ e viola che ricorda la coppetta di gelato confezionato alla crema e fragola, di quelle marche sconosciute che trovi ai discount.
La battaglia fra lo yogurt e il gelato si conclude al terzo, quando la coppetta crema e fragola si scioglie a causa delle randellate di Kvitova.
Come valuti la tua prestazione oggi, buono oppure ottima?
Kerber «Oggi, direi è stata ottima»
Radwanska «Direi un po’ più che buona e un po’ meno che ottima». Per me la polacca è rimasta ancora scioccata da quando a scuola, come voto, i professori mettevano 7 meno meno.
Con la vittoria sulla spagnola Muguruza, Petra Kvitova è per la seconda volta in semifinale del Porsche Tennis Grand Prix. «Tutte e due abbiamo giocato bene. Lei ha servito molto bene, specialmente nel secondo set dove ha anche cercato di non rischiare troppo, mi ha fatto il break. E’ stato difficile da gestire il momento. Nel terzo set, i primi due game sono stati combattuti. E’ stata quella la chiave del match».
Anche la chiave di quella auto lì nell’angolo? Con un gran risata «So solo che è di colore arancione!» Già, Kivotva ha come sponsor la Bmw.
Muguruza: «Petra ha giocato molto bene, ha servito bene, colpiva forte e per me era difficile giocare. Penso che abbia fatto un’ottima colazione.
Non stavo giocando male, ho lottato su tutti i punti ma lei ha fatto dei grandi colpi. Nel terzo set mii dicevo “Sto giocando bene ed ero 3 a 0, 4 a 0, 5 a 0. Con giocatrici come Petra, se gioca bene, le riesce ogni cosa».
Fra Garbine Muguruza e Sam Sumyk al cambio di campo ci sono state scintille.
«Mi piace la possibilità di avere il coach in campo. Ma a volte dico quello che sento in quel momento e mi dimentico che c’è un microfono!. Sumyk mi diceva non aver paura della sua palla. Ma io non avevo paura! Lei colpisce veramente molto forte cercando le linee e io non riuscivo a giocare scambi lunghi. Non era paura».
Quando Muguruza perde, quanto ci vuole per far passare l’amarezza?
«Prima una quando perdevo un match stavo così male, con il tempo ho imparato che non devi morire per una sconfitta. Prima mi dicevo “Ho perso, ho, perso, non posso credere di aver perso!”. Ma ora, specialmente dopo match come questi, con giocatrici di questo livello, devi accettare che anche se lotti, puoi perdere. Quando perdo ci sto male ma dopo un paio di ore passa tutto».
Sia Andrea Petkovic che Angelique Kerber, per rilassarsi leggono. Ma il peso dei libri è un poco diverso. Thomas Mann e ‘I Buddenbrook’ per Petkovic. Mentre l’autrice di gialli Karin Slaughter per Kerber. Chissà che non sia un aiuto per allenare l’istinto del killer, forse Andrea dovrebbe cambiare genere letterario.
Laura Siegemund continua a stupire con, definizione di Roberta Vinci, il tuo tennis champagne. La tedesca ha avuto una settimana da sogno: dalle qualificazione fino alle semifinale. Possibilità per la finale? Mah, dopo che il nostro Diego Barbiani ha declamato a voce alta “Sic Transit Gloria Siegemund”… C’è qualche cosa di particolare su cui ha lavorato nel periodi di pausa invernale ? «Sì, scrivere la mia tesi per la laurea». La tedesca si è laurea in Psicologia. Sapete quale è il titolo della tesi? “Fallire nello Sport, quando si è sotto pressione”.
Se la prossima volte lo sponsor delle racchette di Karina Pliskova le da una grossa forniture, la ceca batterà la Radwanska con cui ha sempre perso. Nel tie-break del secondo set, dopo un errore con cui dava il matchpoint alla Radwanska, ha spaccato la racchetta. «Provo ad essere calma, ma non c’è molto da fare in quelle situazione. Ho ancora dei momenti, durante le partite in cui rompo la racchetta (ride). Avrei volute spaccarle tutte, ma una è sufficiente. E poi subito dopo, con quella nuova ho fatto un ace. Insomma non è andata male».
Cosa pensa Aga Radwanska della Siegemund? «E’ sempre una sfida giocare contro qualcuno per la prima volta. Credo di non averci mai giocato prima». Veramente ci hai giocato. Nel 2006, era il torneo da 25 mila dollari». Ah, la mia memoria non è così buona. Un 25 mila dollari…E ho vinto?» Sì, in tre set. «Oh, ottimo. Questo è un buon record. Mi aiuterà di sicuro».