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Uno degli sport preferiti, soprattutto dei media, negli ultimi giorni è: di la tua sulla Sharapova, anche se non sai di cosa stai parlando, di qualche cosa, qualsiasi cosa.
Il pensiero dominante: “Sharapova è una dopata e va squalificata nel modo più severo possibile. Le va data una lezione, perché una atleta famosa”. Teoria per esempio sostenuta dalla Gazzetta dello Sport. Mi sorge un sospetto, molti dei commentatori che hanno espresso la loro opinione, nati ai tempi di Robespierre, probabilmente sarebbero stati in prima fila, sotto la ghigliottina a fare la calza mentre aspettavano di vedere le teste rotolare ai loro piedi.
Vi avverto, io vado contro corrente. E non per spirito di contraddizione, ma per logica (anche perché a me il sangue fa impressione e pure le teste mozzate). Se vi va, provate a seguirmi. Cominciamo con una domanda: che cosa si intende quando si dice doping? Sia una sostanza vietata nella lista della WADA oppure un comportamento contrario sempre alle regole della WADA ( per esempio non farsi trovare reperibile ai controlli a sorpresa).
Un atleta viene squalificato se non rispetta il codice imposto dall’Agenzia Mondiale dell’anti-doping e accettato dalle Federazioni Internazionali e Nazionali. Alcuni invece, diranno che non è sufficiente, perché è doping è qualsiasi cosa che possa aiutare la prestazione anche se non presente sulla lista nera. Lasciando da parte le discussioni filosofica su cosa sia doping, mi sembra ci sia un aspetto che nel caso Sharapova, sia stato ignorato.
Ma prima ricapitoliamo velocemente i fatti. Maria Sharapova prende una farmaco contenete una sostanza, il meldonium. Il laboratorio di Colonia, uno dei laboratori della WADA dichiara che questa sostanza permette un incremento della resistenza degli sportivi, aiuta il recupero dopo l’esercizio, protegge dallo stress e migliora il funzionamento del sistema nervoso centrale. Tanto per chiarire, non è un coprente di altre sostanze.
Completamente legale fino al 31 dicembre 2015, viene messo al bando con effetto dal 1 gennaio 2016. Quindi la russa a tutto il 2015 non è una dopata, non è una truffatrice. Il 26 gennaio, durante gli Australian Open viene effettuato il test dove Maria Sharapova risulta positiva. Non chiede nemmeno le contro analisi e ammette di averlo continuato a prendere ma perché per suo errore, sua negligenza, non aveva letto l’allegato dei nuovi prodotti proibiti.
Quindi, la russa dal 1 gennaio non solo diventa una dopata ma, con questa affermazione, anche una bugiarda, perché scatta il coro dei: “Non poteva non sapere. È una favoletta. Ma come è possibile, sta chiaramente mentendo! E’ talmente arrogante da pensare di poter fare come le pare, se viene beccata pensa che le basti chiedere scusa ed essere perdonata”.
In tutte le palate di parole che sono state buttate a pioggia su questa storia (è mancato solo al rogo, al rogo) , c’è però un aspetto incredibilmente trascurato. L’aspetto economico. Proviamo ad usare la logica. Maria Sharapova negli ultimi undici anni è stata l’atleta più pagata dagli sponsor. Undici anni in cui milioni di dollari, mica bruscolini, correvano veloci per poi buttarsi felici nel suo conto corrente, un fiume in piena di dollari. E tutto questo, badate bene, a prescindere dai risultati.
Già, perché si sa che uno dei crucci di Serena Williams è vincere molto, ma molto, ma proprio tanto di più di Maria e avere molto, ma molto di meno dagli sponsor. La rivista Forbes, nella classifica delle più pagate, riportava per il 2015: prima Sharapova con 29,7 milioni di dollari (6,7 da tornei, 23 dagli sponsor), seconda Serena Williams con 24,6 milioni (11,6 milioni da tornei e 13 dagli sponsor).
Maria Sharapova è un’atleta di vertice. È un marchio globale che vuol dire successo. E allora mi chiedo, perché dovrebbe coscientemente continuare a prendere una sostanza diventata vietata, pur sapendo che agli Australian Open sarà testata e risulterà positiva? Perché rischiare di distruggere tutto in un modo così stupido?
Per anni, tutti hanno riconosciuto a Maria immense capacità manageriali della sua immagine. La migliore in assoluto, nessuna come lei. E un tale genio del marketing, avrebbe buttato coscientemente nel water milioni di dollari?
Quindi, per una questione di pura logica economica, non sto dalla parte di chi dice ‘Non poteva non sapere’. Penso che abbia sbagliato, ma per negligenza e non per colpa. Poi se volete continuare a sparare addosso alla russa, nessuno ve lo impedisce, ma voi rischiereste un impero personale di oltre 180 milioni di dollari? Io no. Ma chissà forse mi sottovaluto, forse sono solo più intelligente di Maria.