di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
TENNIS – Di PIERO VASSALLO. Up & Down della settimana appena trascorsa: il bel ritorno di Del Potro, le imprese di Errani e Schiavone e le deludenti prove delle big WTA.
UP
Sara Errani
Risposta notevole a chi faceva notare le prime avvisaglie di una crisi importante: Sara Errani vince il suo nono titolo WTA a Dubai, il primo in un torneo Premier. Certo la prematura uscita delle favorite ha sicuramente reso meno ostico il tabellone, ma il risultato della bolognese resta di assoluto prestigio. L’avevamo vista spenta, priva di mordente, sia contro Gasparyan in Australia che nel weekend di Fed Cup. In pochi giorni ha ritrovato la grinta dei bei tempi e vinto un torneo importante come quello negli Emirati; non male come modo per rimettersi in gioco.
Francesca Schiavone
Roberta Vinci top 10, Sara Errani vincitrice a Dubai… mancava solo la ciliegina sulla torta per completare una settimana azzurra perfetta e ci ha pensato Francesca Schiavone. La Leonessa si è presa il titolo di Rio de Janeiro battendo in finale Shelby Rogers, tornando a trionfare a quasi tre anni dall’ultimo titolo vinto in Marocco, a Marrakech. Un’altra straordinaria prova di forza e di passione per una giocatrice che riesce sempre a emozionare, nonostante l’età che avanza e i risultati che sono ormai lontani da quelli di qualche anno fa. Grande, grandissima Francesca.
Juan Martin Del Potro
Ognuno di noi ha preferenze tennistiche ben precise, ma a prescindere da tifo e simpatie non si può che essere contenti nel vedere Juan Martin Del Potro nuovamente in campo. Un gigante di 198 centimetri, dallo sguardo burbero e dai polsi estremamente fragili, talmente tanto da costringerlo allo stop e ad andare sotto i ferri in tre occasioni. A Delray Beach è ripartita la sua nuova rincorsa, ha raggiunto subito la semifinale ma ciò che contava davvero non era il risultato ma le sensazioni, e queste sono state più che positive. In bocca al lupo Delpo, ne hai bisogno.
DOWN
Simona Halep
Il periodo nero della rumena continua a Dubai, dove viene fatta fuori all’esordio da Ana Ivanovic. In quasi due mesi di stagione ha vinto la miseria di tre partite, di cui una contro Petra Kvitova che forse sta peggio di lei; è stata disastrosa in Australia e altalenante in Fed Cup, aveva annunciato di volersi fermare per operarsi al naso e correggere un difetto di respirazione, invece poi ci ha ripensato per paura di perdere troppi tornei importanti e di conseguenza tanti punti. Il problema è che se la situazione è questa i punti li perde comunque e andare in campo in queste condizioni non ha alcun senso. Qualcuno dovrebbe farla riflettere per bene.
Garbine Muguruza
Altra giocatrice in grave crisi, anche lei naufragata subito a Dubai a causa dei 68 errori non forzati commessi contro Elina Svitolina. Per la finalista di Wimbledon 2015 è il momento più difficile della carriera, ha perso subito a Brisbane, ha raccolto un mediocre terzo turno a Melbourne e l’unica piccola gioia è arrivata dalla Fed Cup dove però ha affrontato una modesta Jelena Jankovic e una giovanissima Ivana Jorovic. Come per Halep, anche lei vive un momento complicato in cui forse sarebbe necessario fermarsi e ripartire da zero, senza fretta o ansia perché il tempo è l’età sono tutti dalla sua parte.
David Ferrer
Scivoloni che capitano o scricchiolii che sono presagio di una possibile flessione? David Ferrer non è riuscito a difendere il titolo a Rio de Janeiro e ha subito una bella lezione da Dominic Thiem in semifinale. L’austriaco è un signor giocatore e diventerà ancora più forte, soprattutto sulla terra, era reduce dalla faticosissima settimana di Buenos Aires, eppure ha bastonato duramente Ferru. Il quarto di finale in Australia è stata una bella conferma, ma nei tornei minori sono arrivate sconfitte un po’ preoccupanti per uno abituato a perdere quasi esclusivamente contro i più forti.