di SALVATORE SODANO Queste grandi competizioni internazionali a squadre al femminile, la prima fondata nel 1923 come “Wightman Cup”, equivalente della “Coppa Davis”, con nuovi format e denominazioni, si disputano da oltre un secolo. La prima, che prendeva la denominazione dal nome della grande signora del tennis americano Hazel Wightman, fu disputata sin dal 1923 […]
TENNIS – Di ANDREA SCODEGGIO. Finalmente è tornata. Nessun urlo a sancire la vittoria ritrovata, solo la racchetta lasciata per terra, uno sguardo verso il proprio angolo e le braccia al cielo. Festeggia in questo modo la ritrovata vittoria di un torneo, a Brisbane, la bielorussa Victoria Azarenka, a distanza di due anni e mezzo dall’ultima volta.
L’ultimo acuto risaliva dalla finale del Master di Cincinnati del 18 agosto del 2013, quando batté Serena Williams, mentre per un normale torneo WTA bisogna addirittura arrivare al 17 febbraio 2013 in Qatar, sempre contro Serena Williams. Sembra essere passata un’eternità dall’ultimo acuto della due volte vincitrice degli Australian Open e medaglia di bronzo ai giochi olimpici di Londra, medaglia d’oro anche nel misto, ma i tanti infortuni e la poca continuità l’hanno relegata ad un ruolo di secondo piano.
Ora il passato sembra essere solamente un ricordo, perché Victoria a Brisbane è sembrata essere la versione del 2013. Angelique Kerber nulla ha potuto e si è vista schiacciare dai possenti rovesci e dritti incrociati della bielorussa, che hanno disegnato il campo in maniera letale e soprattutto con una profondità che da tempo non la si vedeva nel suo gioco. I guai di Vika Azarenka partono alla fine del 2013, dopo l’atto conclusivo e la sconfitta agli Us Open contro Serena Williams.
Da quel momento Vika ha un calo, inizialmente si pensava fosse solo nervoso per la delusione di una finale combattuta (l’ennesima) e persa per poco, ma poi al WTA Tour Championship il primo stop ed un lieve infortunio alla coscia destra che le costa la prematura eliminazione. Il 2014 è il personale calvario per la bielorussa, costantemente disturbata da un fastidio al piede destro. Centra la finale proprio a Brisbane, ancora sconfitta da Serena, ed è l’ultimo acuto di una stagione turbolenta.
I primi guai fisici si presentano ad Indian Wells, che la costringono a rimanere ferma per tre mesi. Il rientro è lento e pieno di dubbi: sconfitte pesanti nei primi turni dei tornei, Wimbledon compreso, e contro avversarie non di primo piano: l’italiana Camila Giorgi, la serba Bojana Jovanovski e poi Venus Williams, sempre una grande giocatrice ma che non stava attraversando un momento di forma brillante. Conclude la stagione dopo gli Us Open, sconfitta ai quarti da Ekaterina Makarova, e la discesa verso la 32esima posizione nel ranking WTA.
Il 2015 è l’inizio della rinascita ma faticosa, tanto che perde subito in Australia, sconfitta da Dominika Cibulkova, ma si intravedono i primi miglioramenti con la finale a Doha, oltre un anno dopo l’ultima a Brisbane nel 2014, purtroppo la gioia dovrà essere ancora rimandata, a causa della sconfitta patita contro Lucie Safarova. Due quarti di finale a Wimbledon ed agli US Open, ma nessuna vittoria all’orizzonte, fino a quest’anno.
Questo inizio sa di rivincita e di attesa, un po’ perché qualcuno forse l’aveva bollata troppo presto come giocatrice finita, un po’ perché nel suo passato ha dimostrato di essere una delle poche giocatrici a tenere testa a Serena Williams. Serena Williams che, finora, non ha ancora giocato in questa stagione e non prende parte ad un torneo ufficiale dalla semifinale degli US Open 2015, la tragica fine dei sogni di grande Slam.
Azarenka quindi favorita per l’Australia? Difficile crederlo, ma in passato ha saputo vincere a Melbourne e potrà infastidire chiunque la incrocerà sul suo cammino. Presto per fare pronostici, nel frattempo: bentornata Vika.