Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
01 Set 2015 01:52 - US Open
US Open / Fognini ritrova il sorriso: prima vittoria sul cemento dopo dieci mesi!
di Diego Barbiani
TENNIS – US OPEN – DI DIEGO BARBIANI – Era dal torneo Atp 500 di Valencia che non capitava più di raccontare di una vittoria sul cemento per Fabio Fognini. Quella volta fu contro lo spagnolo Albert Ramos, oggi invece è capitata contro un avversario di ben altra caratura, perché Steve Johnson è stato tra i più pericolosi di tutta l’estate, con la semifinale raggiunta settimana scorsa a Winston Salem a certificarlo e la vittoria di spicco su Jo Wilfried Tsonga.
2-6 6-3 6-4 7-6(1) il punteggio finale che premia la testa di serie n.31. Non era facile neppure pensare che la partita potesse girare, quando lo statunitense era saldamente al controllo delle operazioni con un vantaggio di 6-2 2-0 e palla del 3-0. Perso quel break, però, si è disunito e da lì è cominciata tutta un’altra partita, dove il ligure è stato bravo soprattutto di testa, rimanendo concentrato e sicuro fino alla fine, mentre tutto intorno a lui si ‘scatenava’ una tempesta. Johnson aveva perso il filo del gioco, strappava molto di più i colpi ed il servizio non aveva mezze misure: ace o doppio fallo, martellate sia sulla prima che sulla seconda. Quando era avanti nel punteggio, o nelle fasi delicate dei set, sbagliava sempre. Se non sbagliava al servizio sbagliava con i primi colpi successivi, sbagliava anche in maniera grave. Al servizio per portare il match al quinto ha commesso tre doppi falli, indietro 6-5 (sempre nel quarto parziale) ha servito tre ace.
Fabio ha giocato con una percentuale di prime palle che verrebbe da riderci su per non pensarci. A stento superava il 40%, il suo servizio non era neppure paragonabile a quello del rivale, che faceva partire cannonate continue, commetteva anche lui numerosi doppi falli (saranno dodici, alla fine) ma in più momenti è sembrato ragionare da persona matura. Ha dovuto prendere la partita e rovesciarla come un calzino innumerevoli volte. Prima sotto 2-6 0-3, poi quando nel terzo set è stato per due volte indietro di un turno di battuta. Il secondo ceduto, poi, sapeva di beffa enorme. Sul 3-3, in uno dei tanti game lottati, salva la palla break con un ace ma il giudice di linea chiama il fallo di piede. Fabio lo fissava con un sorriso molto amaro, ma invece che lasciarsi andare a frasi, sproloqui o gesti di stizza è tornato subito a servire. Ha poi perso il punto e la battuta, ma alla lunga questo atteggiamento diverso ha pagato.
Da un lato, un giocatore estremamente confusionario, che andava a folate cercando di stare sempre in spinta ma non tenendo mai la necessaria costanza. Dall’altra invece un giocatore che solo ad inizio quarto set si è spazientito, quando una delle tantissime chiamate errate dei giudici di linea era stata corretta da hawkeye e l’arbitro aveva dato il punto allo statunitense interpretandola come chiamata in ritardo e che quindi non aveva disturbato l’italiano.
Dopo dieci mesi e sconfitte rimediate da tantissimi giocatori lontani dall’elité mondiale, Fognini ritrova il sorriso. Per una sera, per una settimana, per quanto? Non si sa, intanto però meglio incrociare le dita e sperare sia un segnale per il futuro. Quello immediato si chiama Pablo Cuevas, bravo sul rosso, mentre due gradini più in su potrebbe esserci nuovamente Rafael Nadal. Un passo alla volta, però. Dopo dieci mesi di difficoltà i piedi devono rimanere ben ancorati al terreno.