Pillole Wta di Stoccarda: Lisicki un pugile suonato in un giornata senza fine.

Arrivare alle 9 e come primo incontro imbattersi in Ana Ivanovic, impegnata nel girare un video per il sito ufficiale del torneo nel parcheggio del Porsche Arena. A te non basterebbe un litro di caffè per endovena per sembra appartenente al genere umano, mentre la serba è radiante. Ci sono momenti in cui capisci che la vita è così, semplicemente ingiusta.

 

Il coach di Petra Kvitova, gironzola per l’area commerciale ancora chiusa agli spettatori. Con aria di finta indifferenza si aggira fra gli stand, guarda casualmente di qua, guarda casualmente di là e finalmente arriva al suo vero obiettivo: stand della Conica e sopratutto il campione in esposizione di Conipur ProClay. Un pezzo di superficie (una mattonella di 50 cm x 30 cm.), utilizzata qui a Stoccarda. David Kotyza studia con attenzione la mattonella: destra, sinistra, sotto, sopra, la accarezza, poi prende la macchinetta fotografica e scatta un intero servizio fotografico a quel quadrato. Sorge il dubbio che in questo momento nemmeno Bar Refaeli in bikini otterebbe tanta attenzione da parte di Kotyza.

In 24 ore Alexa Glatcha si togliette l’etichetta della sfortunata (l’unica delle quattro sconfitte all’ultimo turno di qualificazioni a non essere stata rispescata) e diventa la lucky-loser della lucky-loser. Infatti, tre ore prima del match contro Angelique Kerber, l’ukraina Yuliya Beygelzimer si deve ritirare. Se ieri si sperava che gli organizzatori gli avessero offerto una birra per affogare l’amarezza, oggi la birra la offre lei.

Quando arriva in conferenza in stampa la tedesca Sabine Lisicki forse ha avuto una amnesia. Pochi minuti prima la kazaka Diyas l’aveva manda al tappeto: 6-0 6-0. Le uniche parole della tedesca «Non so dire cosa è successo. Credo di avere avuto un black-out». Sabine, credo che il termine medico per descrivere quello che ti è successo sia: tranvata.

“Adotta anche tu una giocatrice oppure dona il tuo 5 per mille”. Ok il 5 per mille me lo sono inventato, la giocatrice da ‘adottare’ invece no. Gli organizzatori del torneo hanno creato dei gruppo di supporters con bandiere e cartelli per ogni giocatrice del torneo. I gruppi sono dei vari circoli di tennis di qui e alla fine del torneo anche loro saranno premiati. E i giovanissimi ma anche i non tanto giovani, si impegnano. Certo è facile ‘adottare’ Sharapova o Ivanovic, ma qui sono generosi e c’è anche il gruppo di incoraggiamento per russa Marina Melkinova. La incoraggiano dalle qualificazioni e ora Marina, forse anche grazie al loto tifo, gioca il secondo turno.

Nella ‘Villaggio Bambini’ ieri era prevista la sessione di autografi di Angelique Kerber.Trenta minuti prima c’è già una discreta fila. Sono i genitori dei bambini o mentre i figli pensano solo a giocare fra loro. 

Anche qui c’è lo stand delle caramelle Sugarpova. Lo scorso anno si trovava vicino all’ingresso del ristorante dell’area commerciale. Grave errore strategico, perché si sa che i bambini preferiscono pizza e wurstel alle tre portate del ristorante chic. Quest’anno hanno capito l’errore e lo stand è stato spostato accanto alla entrata del campo 1. Così mentre si  aspetta il cambio di campo per entrare, c’è tutto il tempo per i pargoli di venir ingolositi dai sacchetti di caramelle messi ad altezza bambino… e il bambino è sempre ad altezza portafoglio di mamma e papà.

Il Porsche Tennis Grand Prix è un torneo del circuito Wta e per sottolinearlo anche meglio, i raccattapalle sono solo ragazzine e vestite in color rosa-fucsia. Ma anche il personale addetto alla sicurezza, all’interno della sala stampa e della area riservata alle giocatrici è composto sa donne. Gli uomini, quelli grandi e grossi…e sono proprio grandi e grossi… sono fuori dall’impianto. Perché? Lì sono parcheggiate o esposte tutte le Porsche presenti questa settimana. Stiamo parlando di una trentina di auto per un valore di circa due milioni di euro. Poi ti chiedi perché il parcheggio costi caro!

Lasciare il Porsche Arena alle 01.15 ,dopo l’ultimo match della giornata vinto dalla Halep (costretta” dalla nostra presenza a fare la conferenza stampa passata ampiamente la mezzanotte) e imbattersi nei cancelli chiusi. Deve essere la vendetta di Simona. Ci sono momenti in cui capisci che la vita è così e che non è vero che è che l’ultimo a chiudere la porta, perché la trovi già chiusa! 

 

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