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Australian Open, Wozniacki vs Azarenka: lo scontro delle fenici dal cuore spezzato

TENNIS – MELBOURNE

Dal nostro inviato Luigi Ansaloni

Sono delle sopravvissute. Come tante, tantissime ragazze, giovani donne. Solo che loro due di professione fanno le tenniste, e lo fanno anche piuttosto bene.

A loro modo, così lontane ma così vicine. Sono arrivate allo stesso punto prendendo strade diamentralmente opposte, ma si sono rincontrate. E ora, dopo averlo fatto nella vita, sono pronte a rifarlo anche in campo. Victoria Azarenka e Carolina Wozniacki hanno vinto i loro incontri di primo turno di questi Australian Open, e le due ex numero uno del mondo si sfideranno così giovedì al secondo turno. Vika non è testa di serie dopo l’anno terrificante che ha passato, mentre Carola lo è, eccome. Per entrambe i 12 mesi appena passati sono stati fatti da alti e bassi, salite e discese, un inferno mentale senza fine. Perchè sono delle sopravvisute? Semplice che più semplice non si può: hanno rotto entrambi con i loro fidanzati, come centinaia di milioni di ragazze in tutto il mondo,  e hanno mostrato il loro carattere. Anche quello che non ti aspetti. Donne, fatalmente e banalmente e fortemente donne.

Carola era una tennista quasi sul viale del tramonto, a 24 anni: aveva avuto tutto, era stata numero uno del mondo pur senza mai legittimare il suo trono con uno slam, era fidanzata con il fuoriclasse del golf, Rory Mcilroy, che le aveva appena chiesto di sposarlo. Tutto bene, una favole stupenda, quando ad inviti già spediti il golfista cambia idea. “Mi spiace ma non me la sento”, e con una telefonata tutto è finito. Da quel giorno, a quanto ne sappiamo, non si sono più sentiti. La Azarenka gioca a fare la rapper, in campo e fuori sembra durissima, al contrario di “Sweet Caroline”, sembra una tennista uscita dal Bronx, ma quando la sua storia con RedFoo finisce, cade in depressione. Non gioca, si infortuna, si lascia andare. Crolla in classifica, si dedica alla pittura. Non gliene frega più nulla, non è lei. Dopotutto, chi può dire in quanto tempo guarisce un cuore spezzato? E Carolina, la dolce Carolina invece? Niente lacrime, nessuna discesa. Forse, pensa, peggio di così non può andare. E allora che fa? Riprende in mano la sua vita. Niente depressione, niente crolli. Ricomincia ad essere “Wall-Zniacki”, lucida il suo spirito e soprattutto il suo corpo, inizia a fare le maratone, si pone degli obiettivi. In campo torna ad essere quella ragazzina terribile che magari (senza magari) non è esattamente la Navratilova in quanto a classe e personalità, ma la devi battere, e per batterla devi ucciderla. E non è facile. Ci riescono in pochissime, ci riesce Serena Williams, che in questi mesi le ha fatto da sorella maggiore, prendendosi cura di lei. Le due si incontrato in finale agli Us Open, vince Serenona, ma poi vanno a festeggiare insieme. Sono sempre insieme, inseparabili. Strano, si direbbe: a prima vista, le due non avrebbero nulla in comune. Una principessina cresciuta in Danimarca, una leonessa cresciuta a pane e strada. Penseresti che Serena sia più simile a Vika, con la quale sono comunque, amiche, e invece succede sempre quello che non ti aspetti. A crollare è stata la persona che sembrava più forte, a rinascere definitivamente, come donna e come sportiva. è stata quella che sembrava più fragile. Una storia, anzi due storie che diventano una, un racconto che finirà forse di essere scritto giovedì. Comunque vada, chiunque vinca, diciamo solo: bentornate, Carola e Vika. 

Luigi Ansaloni

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