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Australian Open. Un buon Federer liquida la pratica Lu

TENNIS – AUSTRALIAN OPEN – DI FABRIZIO FIDECARO – Roger Federer si è qualificato per il secondo turno dello Slam down under, battendo per 64 62 75 il cinese di Taipei Yen-Hsun Lu. Il fuoriclasse elvetico se la vedrà ora con l’azzurro Simone Bolelli.

Roger Federer risponde a Rafael Nadal e a Andy Murray e passa anche lui il round d’esordio degli Australian Open senza troppe difficoltà. Il fuoriclasse di Basilea, al trecentesimo evento del circuito maggiore in carriera (63esimo Major) aveva di fronte Yen-Hsun Lu, attuale numero 47 del ranking mondiale. Il 31enne cinese di Taipei ha disputato un match più che onesto, provando a tenere testa, per quanto possibile, a un avversario giunto a Melbourne in piena fiducia, sulla scia del brillante successo ottenuto a Brisbane.

Fin dal principio, a ogni modo, Federer ha lasciato intendere di non voler concedere troppo spazio al rivale. Significativi i tre turni di battuta iniziali di Lu: nel primo e nel secondo Yen-Hsun ha annullato complessivamente cinque palle break, resistendo strenuamente agli assalti svizzeri, ma la volta successiva ha ceduto il game a zero. Da lì in poi per l’elvetico è stato tutto facile, se si eccettua un terzo set nel quale il giocatore di Taipei è riuscito a rimanere in partita fino al 5 pari. Qui, però, Fed-Ex ha innestato il turbo, si è inventato al momento giusto tre discese a rete delle sue e ha messo a segno il break decisivo, concludendo l’incontro subito dopo con lo score di 64 62 75.

Insomma, un debutto tutto sommato agevole per Roger, che ha tenuto quasi sempre l’iniziativa degli scambi, cercando di mostrarsi aggressivo, come si confà a un “allievo” di Stefan Edberg, maestro indiscusso del serve & volley. Al secondo turno sarà un italiano a sfidare il numero 2 Atp: Federer incrocerà la strada con il nostro Simone Bolelli, bravo a regolare in quattro set l’argentino Juan Monaco. Tre i precedenti head to head, tutti vinti da Roger senza cedere parziali: l’ultimo nella semi di Coppa Davis a settembre in quel di Ginevra, dove comunque Simone uscì dal campo a testa alta.

 

Fabrizio Fidecaro

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