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Australian Open: Federer, il 18 è lontano ma per favore nessuno parli di ritiro…

TENNIS- MELBOURNE – DAL NOSTRO INVIATO LUIGI ANSALONI – Le solite esagerazioni: un popolo italiano che si scopre esperto di tennis giusto per salire sul carro del vincitore e una parte di tifosi che non perde occasione per gettare veleno sul “moribondo” Federer. Certo, partita strana lo è stata…

E’ vagamente preoccupante per il nostro popolo in generale, anche se non certo sorprendente, l’assoluta incapacità di seguire un qualsiasi grosso evento, sportivo e non, con un pizzico di razionalità, di obiettività, di freschezza mentale. Che l’italico medio sia un popolo incline a saltare sul carro dei vincitori e paracadutarsi pure da una carretta quando le cose vanno male, è cosa nota (gli stranieri infatti ci sfottono alla grandissima anche per questo), e i tifosi di tennis non fanno eccezione.

I minuti dopo la vittoria del fantastico Andreas Seppi contro Roger Federer sono stati al limite dell’imbarazzante, sui social network in particolare. I colleghi stranieri, ad un certo punto, erano quasi più preoccupati di farsi tradurre i tweet dei supporters italiani che cercare di capire cosa diavolo fosse successo in campo, anche se era abbastanza palese (Seppi ha giocato meglio di Federer e ha vinto: fine e giusto così, senza troppe storie). Preso dalla curiosità, mi è sembrato doveroso controllare cosa stesse accadendo a più di 10.000 chilometri di distanza dalla Rod Laver Arena, anche se la piazza virtuale, si sa, non ha luogo e non ha confini.

Gente che non sapeva nemmeno chi fosse Seppi fino alle 7.54 di questa mattina (ora di Roma), si scopre amante del tennis ed esperta della racchetta. Una nazione di Gianni Clerici e Rino Tommasi, insomma. Gente che fino alle 7.54 di questa mattina pronosticava Federer sicuro vincitore del torneo, del grande Slam e compagnia bella, adesso si augura che si ritiri al più presto perché no, così non va, è l’ombra di sé stesso, ormai non si regge più in piedi, è patetico. Ecco, io mi auguro che tutti i “tifosi” di cui sopra nel prossimo futuro si occupino di cose più serie e meno frivole, come ad esempio la politica, in modo tale da poter dire tutto ciò che gli pare senza poter essere smentiti o fare la figura degli cioccolatai…

Fatta questa piccola premessa, oggettivamente la sconfitta di Federer contro Seppi è stata un po’ strana, diversa dalle altre. Secondo chi vi scrive, niente di allarmante, ma è palese che a Melbourne qualcosa non abbia funzionato a dovere. Già contro Bolelli non era di certo stato un gran Federer, ma il tutto era stato “imputato” alla bravura (indubbia) di Simone nel primo set. Oggi lo svizzero ha giocato davvero male, vero, ma lo ha fatto anche perché l’altro non gli ha dato nessun tipo di mano. Non è stata una sconfitta per manifesta inferiorità (come fu con Cilic agli Us Open, quando il croato era tecnicamente ingiocabile), è stata una sconfitta dovuta ad una serie di fattori che in realtà nemmeno Federer ha saputo spiegare in conferenza stampa, se non con delle leggendarie premonizioni mattutine tra un caffè e un bacio ai gemelli e alle gemelle.

Una sconfitta strana ma brutta, pur non toccando i già citati meriti di Seppi, e che preoccupa molto in ottica “diciotto”. Strada in salita, anche perché Roger prima di tutto ad un certo punto è sembrato stanco, fermo sulle gambe, poco poco esplosivo. Un passo indietro sicuro, rispetto allo scorso anno. C’è chi sussurra che non era e non è l’Australian Open il suo obiettivo, e che la preparazione sia stata più dura del normale e forse i carichi di lavoro non sono stati smaltiti granché. Possibile, probabile, vedremo. Certo è che la strada al “diciotto”, in questo 2015, inizia con una bella scalata da fare…

Luigi Ansaloni

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