TENNIS – AUSTRALIAN OPEN – DI GIANLUCA ATLANTE – Debutto positivo per Simone Bolelli: l’emiliano ha sconfitto l’argentino Juan Monaco con il punteggio di 63 36 63 61. Al secondo turno appuntamento di prestigio con Roger Federer.
Partire al tramonto e finire con la luce artificiale e con una notte, pronta ad ingoiare il Melbourne Park e la prima giornata di questo Open d’Australia. Partire al tramonto, sul campo numero 6, trovando modo e tempo, dopo quattro set, per demolire le speranze dell’argentino Juan Monaco, che forse è un tantino usurato, ma che resta comunque un fighter, uno insomma che non ti regala nulla o che, quantomeno, non va in doccia prima del tempo. Simone Bolelli ha recepito a dovere il messaggio e, nonostante il passaggio a vuoto, condito da parecchi, forse troppi, errori gratuiti, alcuni oseremo dire grossolani, come quelli commessi in un settimo gioco (cinque palle per il contro break), ha finito per domare, in quattro set, la resistenza del sudamericano, mettendo in mostra una condizione fisica e mentale decisamente buona. Con il buon Petrazzuolo a bordocampo, il Simone nazionale sta pian piano riconsegnandosi al tennis che conta. E lo sta facendo giocando, se proprio la vogliamo dire tutta, il miglior tennis della sua carriera. Perchè, ora, i suoi passaggi a vuoto finiscono per tornargli utili e non, come prima, mandarlo negli spogliatoi prima del tempo. Poi, se sul 4-1 del quarto set, in tribuna compare il tricolore e sugli spalti si canta… “olè, olè, olè, Simo, Simo…”, allora tutto diventa davvero più facile. Per un giocatore tornato ad essere devastante con servizio e dritto, ma capace di scrollarsi di dosso un secondo set giocato maluccio, scuotere la testa e dominare in lungo e in largo, lo ripetiamo, un avversario forse alla frutta (poi bisogna vedere se è così…), ma pur sempre tale. E quando Juan Monaco, alle 11 e 04 italiane, le 21 e 04 di Melbourne, ha messo in rete il suo rovescio bimane, per il 6/3 3/6 6/3 6/1 finale, il nostro buon Simone ha sorriso al suo angolo, mostrando quel pugnetto che altri che non è che la splendida sensazione di essere tornato giocatore vero a tutti gli effetti, con una classifica accettabile, ma soprattutto con la consapevolezza di poter davvero guardare avanti con ottimismo. Nonostante l’arrivo di Federer, della Rod Laver Arena nella giornata di mercoledì e, comunque, di un bel regalo.
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