US Open – stratosferico Nishikori: battuto Djokovic, è il primo asiatico a giocare una finale Slam in singolare!

TENNIS – Di Salvatore De Simone

NEW YORK. Incredibile sull’Artur Ashe, Kei Nishikori ha spazzato via anche il n.1 del mondo Novak Djokovic in quattro set ed entra nella storia: lunedì sarà il primo giocatore asiatico che giocherà per vincere un titolo dello Slam! Prestazione meravigliosa del giapponese, che nonostante un po’ di difficoltà nel secondo set ha prevalso con il punteggio di 6-4 1-6 7-6(4) 6-3. In finale affronterà Marin Cilic o Roger Federer, protagonisti della seconda semifinale.

Nel tennis può succedere davvero l’impensabile. Può capitare che in una semifinale di uno tornei più importanti il numero uno del mondo si trovi di fronte un giocatore che nessuno pensava potesse arrivare fin lì all’inizio della suddetta competizione. Può accadere che il tennista in questione proviene da un paese che non ha chissà quale grande tradizione nello sport delle racchette e che questo lo motivi ancora di più a fare bene. Può accadere anche, che dopo aver fatto sognare tutti gli appassionati con uno dei più bei quarti di finale degli ultimi anni, decida di giocare a viso aperto contro il fuoriclasse stra-stra-favorito. Può succedere perfino, che alla fine questo piccolo, grande tennista riesca ad avere la meglio sul numero uno, incredulo come tutti gli spettatori che hanno visto il match. Si, è accaduto davvero: kei Nishikori ha battuto Novak Djokovic. E lo ha battuto nel modo più impensabile alla vigilia; lo ha sconfitto alla distanza. Un risultato incredibile, se pensiamo che il serbo, insieme a Nadal, è giustamente considerato il tennista più forte dal punto di vista mentale e fisico.

C’era molta attesa per la prima semifinale maschile che vedeva di fronte il numero uno del mondo Djokovic e kei Nishikori, la sorpresa di questo Us Open insieme a Marin Cilic. I due contendenti erano arrivati in modo molto diverso a questo penultimo atto dello slam americano: il serbo aveva fatto strame di ogni avversario, soffrendo solo nel quarto contro l’eterno rivale Murray, al quale aveva concesso un set prima di dominarlo alla distanza; il giapponese delle meraviglie invece era appena reduce da due battaglie sanguinose contro Raonic prima e contro Wawrinka poi, quest’ultima una delle più belle partite dell’intera stagione. Tutti si ponevano la domanda se l’asiatico sarebbe riuscito almeno a mettere in difficoltà il fuoriclasse serbo, se avesse sopportato la pressione di essere il primo giapponese a disputare una semifinale nello slam statunitense da 96 anni a questa parte e il primo in assoluto dal 1933 (quando Jiro Sato fu sconfitto a Wimbledon da Jack Crawford), soprattutto se fosse stato in grado di recuperare dopo le maratone contro il canadese e l’elvetico.

Ma nel primo set il nipponico non è parso sentire affatto la stanchezza; infatti, nel fatidico settimo game è autore di un gioco alla risposta semplicemente perfetto in cui Djokovic non ci capisce nulla: con risposte vincenti e accelerazioni improvvise spezza la battuta al serbo, mantenendo successivamente senza problemi il proprio servizio e incamerando così il primo parziale. Fin qui la tattica di Nishikori è chiara: tenere il più possibile il comando del gioco e sulla seconda di servizio di Djokovic tentare subito il colpo vincente, un po’ per risparmiare energie preziose e un po’ perché sa che il serbo da fondocampo è un cliente molto più duro di Raonic e Wawrinka.

Nel secondo set invece le forze sembrano venire meno al nipponico. Djokovic alza il livello e in un battibaleno porta a casa il parziale lasciando la miseria di un game al giapponese.

Nishikori sembra in difficoltà e molti probabilmente avranno pensato all’inizio del terzo parziale che il nipponico fosse pronto ad alzare bandiera bianca, proprio per via degli sforzi nei turni precedenti. Al contrario Nishi-Cuore, dopo aver annullato diverse palle break nel terzo game va addirittura a servire per il set. Ma al momento di chiudere si fa prendere dalla tensione e con un doppio fallo rimette il serbo in partita. Arrivati al tie break, incredibilmente è Djokovic a mollare, mentalmente e fisicamente. Non è un tie break strepitoso dal punto di vista estetico ma il numero uno del mondo è quello che fa più errori, permettendo al giapponese di andare avanti due set a uno.

A questo punto ci si aspetta la reazione orgogliosa del campione ferito. Nulla di tutto questo. Nishikori prende ancora più fiducia. Spezza subito a inizio quarto set il servizio a Djokovic, il quale sembra frastornato, incapace di reagire alle traiettorie perforanti del nipponico, che non sbaglia più nulla e si porta sul 5-3, procurandosi due match point. Il secondo è quello buono; Djokovic ormai sfiduciato spedisce fuori il rovescio e Nishikori entra nella storia alzando le braccia al cielo.

Michael Chang, ora coach di Nishikori, ha detto: “Se Kei batte Djokovic, può vincere il torneo”. Sarà dura, soprattutto se dall’altra parte della rete ci sarà Federer. Ma Nishikori ha dimostrato di essere capace di grandi imprese. Di sicuro, chiunque sia lo sfidante del nipponico in finale, che sia l’eterno Roger o il rinato Cilic, non dovrà impostare la partita cercando di far stancare il giapponese. Kei Nishikori è davvero un samurai irriducibile e farà di tutto per essere il primo giapponese a vincere uno slam.

 

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