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Us Open: solito Berdych, un solido Cilic vola in semifinale!

TENNIS – US OPEN – DI DAVIDE BENCINI – Dopo Wimbledon, Marin Cilic supera nuovamente in tre set un Tomas Berdych nella sua versione peggiore. 62 64 76(4) per il protetto di Goran Ivanisevic, che torna a giocare una semifinale Slam dopo quasi 5 anni (Australian Open 2010).

Ci sono cose nella vita che rappresentano veri e propri atti di fede. Quella sera in cui la tua ragazza ti costringe a guardare Love Story. Quella volta in cui a scuola a ricreazione ti tocca giocare a pallavolo per far contente le ragazze. Quel giorno in cui ti tocca pulire in casa perché viene la suocera. Quella sera in cui Luigi Ansaloni ti sfida a guardare Cilic-Berdych agli US open…

Intendiamoci, non è che sia stato un match orrendo, ma nemmeno eccelso. Diciamo che per lo meno si è riusciti a rimanere svegli, più che altro per dare merito a un ragazzo volenteroso, umile e mai sopra le righe come Marin Cilic che ha meritato la finale molto più di un Berdych che stasera ha semplicemente descritto in maniera perfetta come sia la sua stagione: impalpabile. Peccato, perché almeno stavolta si era presentato con un completo decente…

Partendo dal ceco si può dire come, malgrado i più begli auspici che si potessero trovare nella vittoria piena contro un Thiem già palesemente appagato, la sua partita non sia praticamente esistita. Che sia frutto o conseguenza di un 2013 giocato ad alti livelli e che adesso sta presentando il conto salato a Tommasino non ci è dato sapere. Fatto sta che è tutto l’anno che ci si aspetta di rivederlo agli atti finali di un torneo che conti e invece matematicamente incappa nella batosta senza appello. Poi, a cercare veramente il pelo nell’uovo, oggi l’appello c’era pure stato, perché il santo Marin nel terzo set le ha provate tutte per dargli una mano, con un turno di servizio disastroso e un doppio fallo nel tie break. Invece no, Berdych, che litiga con il vento, con se stesso e persino con l’arbitro (peraltro a torto, su una palla per lui vincente che però aveva rimbalzato due volte pima del tocco del ceco) nell’unico attimo in cui il malcapitato spettatore si sveglia perché, oh, qualcuno sta alzando la voce…

In una serata nella quale forse persino il più accanito tifoso dei due avrà fatto fatica a restare sveglio si faceva persino fatica a sentire la voce della giudice di sedia, mentre ogni tanto il pubblico tentava una sortita più per compassione verso un Berdych che era il fantasma di se stesso che per entusiasmo.

Dall’altra parte un giocatore che sta facendo un signor torneo: finalmente solido, soprattutto al servizio, il croato meno croato che esista guidato dal croato più pazzo che esista ha trovato in questo torneo, la propria quadratura del cerchio, giocando perennemente profondo e variando i colpi in modo da mandare fuori giri l’avversario. Se oggi Berdych non ci ha capito niente è anche merito suo.

Fatto sta che per un giocatore che faceva il suo dovere ce n’era un altro che giocava a bocce. E quando in campo ti ritrovi due giocatori che sono tutto meno che carismatici, non ti puoi nemmeno aspettare il colpo ad effetto. Così il pubblico rumoreggia solo quando si alza perché deve andare al bagno e non puoi nemmeno stare lì a sperare che entri Monfils a fare una volee in mezzo alle gambe… Perché quando uno gioca malissimo e l’altro benino, alla fine, da appassionato, ti resta sempre un po’ di amaro in bocca. Soprattutto se pensi che erano i quarti di uno slam…

Se Cilic abbia davvero dominato Berdych ce lo dirà probabilmente la prossima partita, perché oggi Berdych è parso più dominarsi da solo. Sempre che anche Cilic non si senta già appagato. Meno male che in tribuna nel suo box si ritrova uno che appagato non lo è stato mai.

Davide Bencini

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