US Open: si conclude tra gli applausi la favola di Krunic, ai quarti va Azarenka

TENNIS – US OPEN – DI DIEGO BARBIANI – Il lieto fine di una favola sportiva potrebbe non coincidere sempre con una vittoria. Potrà essere comunque molto contenta di sé stessa Aleksandra Krunic, che ha visto interrompersi su una risposta lunga di niente la sua splendida avventura allo US Open ma ha ricevuto applausi scroscianti da tutto il pubblico.

46 64 64 in favore di Victoria Azarenka, che soffrendo le pene dell’inferno è comunque riuscita a qualificarsi per i quarti di finale, dove troverà Ekaterina Makarova.

Krunic ha dimostrato questa sera perché ama definirsi una giocatrice intelligente: se nella partita contro Petra Kvitova aveva adottato una tattica aquasi troppo attendista pensando più ad alzare la traiettoria con il dritto, quest oggi ha sfoderato una trama diametralmente opposta, ed una volta scioltasi dalla tensione iniziale ha messo sul campo tutto il vasto ventaglio di opzioni di cui dispone. E’ una giocatrice completa, che però per vari motivi ha sempre faticato ad emergere dopo aver abbandonato la categoria junior. «Non mi allenavo mai troppo, non avevo troppa voglia di lottare. Forse il fatto di avere un amico di famiglia che mi finanza mi faceva vedere tutto con diverse motivazioni» aveva dichiarato.

Al termine di queste due settimane incredibili e travolgenti, lei che è partita da lontano attraversando la difficilissima palude delle qualificazioni, potrà portarsi dietro le emozioni di aver diviso il campo con le più forti giocatrici al mondo e soprattutto di avere le potenzialità per competere su certi palcoscenici da pelle d’oca. Al secondo torneo dello Slam della carriera, al primo ottavo di finale, le hanno regalato la sessione serale ed un Artur Ashe quasi tutto esaurito ed una Victoria Azarenka da domare. Lei all’inizio era impaurita, spaesata. Si guardava a destra ed a sinistra, vedeva un muro umano imponente ovunque metteva gli occhi.

I primi tre game non li ha giocati, facendo fatica ad iniziare lo scambio, ma da quando la bielorussa ha commesso il doppio fallo che le ha restituito il primo break si è sbloccata, e da lì è cominciato uno show che per un set e mezzo ha fatto saltare in piedi tutti quanti e stava per creare una nuova, straordinaria, impresa. La simbiosi si è completata quando sul 2-1 in suo favore nel secondo set ha vinto un punto simile a quello di Connors nel quarto di finale del 1991 contro Paul Haarhuis quando si difese strenuamente da tre smash in serie e poi girò lo scambio con un passante di rovescio. In questo caso la piccola Krunic si è salvata da due smash e sul secondo si è inginocchiata per giocare un passante nei piedi di Azarenka e correre poi a rete per chiudere. E’ stata l’apoteosi, da quel momento era diventata un tutt’uno con gli spettatori. Gioivano insieme, si rammaricavano insieme, tenevano il fiato quando lo scambio si faceva “in apnea”.

E’ stata molto vicina al terzo exploit consecutivo, più di quanto il punteggio non possa dire. A forza di variazioni, giochi di polso e velocità recuperava terreno fino al sorpasso con il break decisivo proprio nel decimo gioco. Stupiva soprattutto la sua capacità di servire in diverse maniere: nonostante sia alta poco più di un metro e sessanta riesce a toccare punte di 187km/h, variare la battuta con slice e kick.

Ben presto Azarenka ha perso la pazienza. Il suo tennis non ha ancora la fiducia dei giorni migliori, risultava più “monocorde” e contro una giocatrice che non offriva mai lo stesso colpo per due volte di fila era diventato molto complicato trovare sbocchi per fare il punto. Ceduto il primo set si è buttata all’attacco sempre più istintivamente. Ha giocato il tutto per tutto, o andava o spaccava. Sul 3-2 Krunic ha recuperato da 0-30 cominciando la rimonta con un dritto che ha pizzicato la riga esterna. Primo leggero gancio ricevuto dalla serba. Subito dopo è arrivato il break con i primi segnali di difficoltà della n.142 del mondo e nonostante al servizio Azarenka spesso concedeva qualcosa, non ha avuto modo di arrivare a palla break entro il termine della frazione. Secondo leggero gancio ricevuto dalla serba.

Graziata da qualche situazione favorevole, l’ex n.1 del mondo aveva l’inerzia della partita. Eppure non poteva distrarsi un secondo o sarebbe stata risucchiata nel vortice della sua avversaria. Krunic era alla fine delle energie, ma continuava imperterrita a provare. Non aveva più le gambe rapide come nei primi due set e le sue variazioni erano meno efficaci, l’accelerazione per cercare il punto era diventata la soluzione migliore e spesso riusciva ancora a trovare spunti molto interessanti sia con il dritto che con il rovescio, il colpo che comunque in più frangenti perdeva. Nel terzo set cercava la smorzata per uscire dallo scambio ma ormai le uscivano tutte lunghe ed alte e le sono costate, alla fine, tre game ed un punto importantissimo sul 15-30 in suo favore quando Azarenka serviva per chiudere. 

Ha avuto la vera occasione per rientrare nuovamente in partita, ma su un suo attacco profondissimo in back di rovescio è stata fenomenale l’avversaria nel passante. Ed alla fine dopo una risposta lunga è calato il sipario sulla sua grande avventura a New York, e magari tra qualche anno gli organizzatori potranno pensare di essere stati coloro che hanno consegnato al mondo del tennis una nuova protagonista.

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