Ranking Atp: Nishikori e Cilic irrompono fra i top ten, Murray ne esce dopo oltre sei anni

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Kei Nishikori e Marin Cilic, mattatori agli US Open, irrompono di prepotenza nella top ten del ranking Atp: il giapponese è ottavo, il croato nono. Andy Murray, invece, esce dai primi dieci dopo oltre sei anni di presenza ininterrotta. Fabio Fognini si conferma 17esimo, ma è ormai molto distante dall’elite del tennis.

Kei Nishikori e Marin Cilic, protagonisti della più inattesa delle finali a Flushing Meadows, irrompono di prepotenza fra i top ten del ranking Atp. Entrambi avevano già figurato in modo sporadico nell’elite del tennis, il giapponese di recente e il croato qualche stagione fa, ma ora si presuppone che la loro presenza sarà ben più stabile nei mesi (anni?) a venire.

Nishikori, che a New York ha sconfitto Raonic, Wawrinka e Djokovic prima di arrendersi nel match clou al croato, diventa ottavo, tre posti più in alto rispetto alla vigilia del torneo: si tratta del suo nuovo career high. Più consistente il balzo del trionfatore Cilic, che mette a segno un bel + 7 ed è nono: eguagliato il record personale, risalente al febbraio di quattro anni or sono. Fra l’altro, nel 2013, in questo periodo, Marin era fermo a causa della squalifica per doping: da qui a fine stagione, quindi, deve difendere solo il secondo turno di Parigi Bercy (45 punti) ed è sicuro che il suo attuale best ranking sarà presto migliorato (intanto è già quinto nella Race to London).

Alle spalle dei top five, immobili (nell’ordine: Djokovic, Nadal, Federer, Wawrinka e Ferrer), Tomas Berdych si riprende la sesta posizione sottraendola a Milos Raonic, mentre Grigor Dimitrov paga la clamorosa ascesa di Nishikori e Cilic, retrocedendo sul decimo gradino.

La vera notizia, però, è l’uscita di Andy Murray dai primi dieci. Il britannico, che non raggiunge una finale nel circuito dalla storica vittoria a Wimbledon di quattordici mesi fa, è 11esimo (- 2), proprio come nell’edizione della classifica datata 23 giugno 2008. Dopo di allora il talento di Dunblane aveva sempre figurato fra i top ten.

Gli US Open regalano il nuovo best ranking anche allo spagnolo Roberto Bautista Agut (15esimo, + 4), all’argentino Leonardo Mayer (25esimo, + 1), all’austriaco Dominic Thiem (36esimo, + 9), all’americano Steve Johnson (47esimo, + 4) e all’australiano Nick Kyrgios (53esimo, + 7).

Parecchie variazioni si registrano per quanto riguarda i giocatori francesi: dietro a Jo-Wilfried Tsonga (12esimo, – 2) risalgono Gael Monfils (18esimo, + 6) e Gilles Simon (26esimo, + 5). Al contrario, Richard Gasquet, semifinalista a New York l’anno scorso, precipita al 21esimo posto (- 7): il tennista di Beziers non si trovava così in basso dal luglio 2012. Giù anche il russo Mikhail Youzhny, 32esimo (- 9).

Per quanto riguarda gli italiani, Fabio Fognini si conferma 17esimo, ma ormai la top ten dista la bellezza di 1840 punti: il ligure ne conta 1870 contro i 3710 di Dimitrov, decimo. Il treno, per il momento, sembra passato, ma non è detto che non si ripresenti in futuro: l’importante sarà salirci al volo e non farsi sfuggire l’eventuale opportunità.

Dietro a Fognini risale leggermente Andreas Seppi (48esimo, + 1) e in modo più evidente Simone Bolelli (76esimo, + 9), mentre Paolo Lorenzi resta 78esimo. Il quinto azzurro in graduatoria diventa Luca Vanni, semifinalista nel Challenger di Shanghai e ora 156esimo (+ 14), suo career high. Seguono Potito Starace (157esimo, – 1), Marco Cecchinato (159esimo, + 1), Filippo Volandri (162esimo, – 14) e Andrea Arnaboldi (198esimo, – 26).

I top ten del ranking Atp: 1 Novak Djokovic, 2 Rafael Nadal, 3 Roger Federer, 4 Stan Wawrinka, 5 David Ferrer, 6 Tomas Berdych (+ 1), 7 Milos Raonic (- 1), 8 Kei Nishikori (+ 3), 9 Marin Cilic (+ 7), 10 Grigor Dimitrov (- 2). Nota: il sito ufficiale Atp non ha ancora aggiunto gli 800 punti per il titolo a Marin Cilic, attribuendogli per il momento i 1200 del finalista anziché i 2000 del vincitore degli US Open. Dunque il croato, in realtà già nono, figura solo 12esimo, dietro a Dimitrov, Murray e Tsonga, che invece sono ormai alle sue spalle.

 

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