TENNIS – MONTREAL. Doveva essere una festa, in tanti erano accorsi per celebrare al meglio la più attesa tra le giocatrici canadesi di questa edizione del Wta Premier 5 di Montreal, Eugenie Bouchard. La finalista di Wimbledon però si è fatta battere dalla qualificata Shelby Rogers con l’incredibile punteggio di 6-0 2-6 6-0.
Una partita a tratti surreale, iniziata un’ora dopo l’orario stabilito a causa di problemi all’impianto elettrico che per tutta la giornata hanno impedito agli arbitri di poter utilizzare, ad esempio, il microfono costringendoli ad urlare a squarciagola il punteggio. Il pubblico poi era apertamente schierato in favore della propria connazionale come (o forse peggio) accade in un match di Fed Cup. C’è stato un punto nel secondo set in cui Bouchard non ha chiuso per tre volte ed il pubblico, rumoroso come non mai perché pregustava già la buona riuscita del “quindici”, si è ammutolito sul bel passante di rovescio di Rogers che sorridendo ha alzato le mani come a chiedere un po’ di sostegno senza però ricevere approvazione.
Nulla a che vedere, però, con il dramma che si è consumato nel corpo e nella mente della canadese, la star, la prima del suo paese ad entrare in top-10 ed anche nativa del Westmounth, un borgo vicino a Montreal. Tutti gli occhi erano per lei, mentre l’altra sembrava niente meno che un’imbucata, partecipante non invitata a quello che era a tutti gli effetti l’abbraccio del Canada al suo gioiello più luminoso.
Però, per quanto glaciale sotto quella visiera accuratamente sistemata, non è che una ragazzina. L’ingresso in campo lasciava già intravedere quello che le sarebbe capitato: fin da prima di entrare nel tunnel non ha alzato lo sguardo verso nessuno delle centinaia di tifosi che le urlavano qualcosa per incitarla, all’ingresso nello stadio si è messa la mano davanti agli occhi come non voler guardare. Era paralizzata dall’emozione. Di colpo si è scoperta fragile, lo scotto dell’esordio in casa da super star è stato micidiale.
Shelby Rogers ha fatto il suo. Non aveva nulla da perdere ed ha giocato una partita estremamente positiva per oltre due set, un po’ in tono minore nella fase centrale del secondo. Dall’altra parte della rete però c’era una giocatrice in totale affanno. Il peso dell’attenzione mediatica è diventato di colpo un macigno sulle sue spalle ed ogni tanto, quando serviva, sembrava perdere l’equilibrio al momento di ricadere coi piedi sul terreno di gioco. Rogers la prendeva a pallate da ogni lato del campo e la sua voglia di uscire dal campo aumentava sempre più.
Sotto 5-0 ha chiamato il suo coach in campo. Quando Nick Saviano è sceso ha provato a parlarle con calma, lei invece aveva la faccia coperta dall’asciugamano, non ragionava e le uniche cose che ripeteva erano: «Voglio andare via, voglio uscire da questo campo, voglio andarmene». Il pubblico le tributava un lungo applauso ogni volta che metteva a segno un punto, ma la sua faccia era tutto fuorché concentrata. Lo sguardo da combattente era smarrito, dimenticato. Gli occhi sembravano persi nel vuoto e lei continuava a non reagire. Per rimetterla in gara ci ha pensato la sua avversaria, cominciando una serie di game in cui aveva meno tempo sulla palla e non trovava più le velocità di prima.
Nel terzo set però è tornata aggressiva, prendendo subito un break di vantaggio e confermandolo con un gran game di servizio. Bouchard era piombata nuovamente nel panico, l’altra aveva ripreso a dominare la scena. La situazione era sempre più paradossale: Rogers faceva i punti, il pubblico non applaudiva. Sul match point si è sentito l’urlo nitido della statunitense, lo stadio sembrava vuoto, di certo ammutolito. Un comportamento piuttosto particolare, comprensibile l’urlo di gioia quando la propria beniamina ottiene il punto ma stona comunque non applaudire l’impresa (perché di impresa per la giovane Rogers si tratta) dell’avversaria che con merito ha portato a casa la vittoria più bella della sua carriera.
Questa cocente delusione per la Bouchard arriva dopo quella subita nella finale di Wimbledon per mano della Kvitova che mortificò la giovane ed ambiziosa campionessa infliggendole una severa lezione di tennis. In entrambe le circostanze è stata presa dal panico, senza riuscire ad entrare in partita allora o uscendone anzitempo come è avvenuto davanti al proprio pubblico.
Bouchard che è entrata a testa bassa ed è uscita a testa bassa dal torneo. Una sconfitta che farà tanto rumore ma che non deve metterla con le spalle al muro. Per una volta ha svestito i panni di un robot privo di sentimenti per vestire i panni di una ragazza di appena vent’anni che di colpo si è ritrovata proiettata in un mondo che affascina, ma che necessita un periodo di apprendistato per domare tensioni ed apprensioni.
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