Wta in cerca della sua 'vera' padrona. A fine anno sarà la Halep?

di ELISA PIVA. TENNIS – Un anno fa ci si chiedeva perché si disputassero ancora i tornei, se non al solo scopo di offrire comunque una settimana di incontri. Tanto la favorita, e spesso vincitrice, era sempre lei: Serena Williams, la dominatrice.

Alla vigilia della stagione 2014 addirittura si paventava l’ipotesi di un suo possibile Grande Slam, con tutte le ovvie variabili del caso: salute in primis, ma anche motivazioni e fame di vittorie; tra queste due, sembra la seconda ad essere mancata alla statunitense per continuare a spadroneggiare nel circuito Wta. In questi ultimi mesi abbiamo infatti assistito a sue uscite shockanti spesso accompagnate da prestazioni imbarazzanti, che facevano più pensare ad un calo di concentrazione che non a problemi fisici. Due i ko più emblematici: la resa priva di reazione contro Garbine Muguruza al Roland Garros (da campionessa in carica peraltro), e l’abbandono nel doppio a Wimbledon senza quasi reggersi in piedi.

L’ultima défaillance ha poi dato il via a tutta una serie di ipotesi che non vogliamo ripercorrere in questo articolo (e per fugare ogni dubbio è di questi giorni la conferma da parte di Moratoglou che la partnership tra i due continua). Qui infatti vogliamo analizzare quali sono le probabili pretendenti ad appropriarsi della prima posizione mondiale del tennis femminile, certo ancora nelle mani di Serena con quasi 3mila punti di vantaggio, ma per quanto? Appare infatti chiaro a tutte, in primo luogo alle sue colleghe,­ che questa Williams, a meno di un improvviso cambio di rotta nelle prossime settimane (ma le premesse non sono incoraggianti), non potrà mantenere il numero 1 ancora a lungo. La caccia è aperta.

LI, SHARAPOVA E KVITOVA: FINORA ACUTI ISOLATI. E’ vero che a scorrere i nomi delle vincitrici di Australian Open, Roland Garros e Wimbledon si trovano volti già noti a quei livelli, ma è altrettanto vero che le donzelle in questione hanno giocato bene “solo” il major vinto, incappando in premature uscite negli altri due. Na Li era partita alla grande conquistando il titolo a Melbourne, salvo poi perdersi nei messi successivi e salutando sia Parigi sia Londra già nella prima settimana (rispettivamente primo e terzo turno).

C’è poi la Maria Sharapova convalescente di inizio anno, che si è ridestata ed ha ricominciato a vincere in primavera ma soffrendo terribilmente e faticando come mai forse in carriera per portare a casa i match. Abbiamo infatti assistito a tante partite in cui la siberiana cedeva (a volte anche malamente) il primo parziale salvo poi risalire la china con quel carattere da immensa lottatrice che la contraddistingue. E’ stato così a Stoccarda e Madrid, ed è stato così anche al Roland Garros. Il suo gioco però non ha mai davvero convinto.

Infine Petra Kvitova: un lampo in mezzo al nulla questo bis ai Championships, preceduto da tanti tornei anonimi (anzi, due stagioni e mezzo di anonimato). Il suo talento ė immenso, ma abbiamo visto tutti cosa è accaduto dopo la sua prima vittoria a Wimbledon: è francamente impossibile fare affidamento su di lei per il numero 1.

HALEP E BOUCHARD, RISULTATI E CONTINUITA’. Il circuito dunque stenta a trovare una nuova “vera” padrona, ma nonostante questo nell’ultimo anno ha assistito all’ascesa di due giovani che si sono rivelate fin qui, per continuità, di gran lunga le migliori dell’anno. Parliamo di Simona Halep ed Eugenie Bouchard: quest’anno sono loro ad aver convinto maggiormente per gioco e costanza. Entrambe stanno confermando, anche e soprattutto nei tornei più importanti, i progressi mostrati a fine 2013, ed in questi sei mesi di 2014 hanno impresso una decisa accelerata al loro gioco ed alla loro classifica.

La giovane canadese, rivelatasi al grande pubblico proprio dodici mesi fa a Wimbledon, in questa stagione ha raggiunto almeno i quarti in tutti i tornei dello Slam, ed è la prima in assoluto nella storia del suo Paese ad aver disputato una finale slam. Ma oltre ai risultati, ciò che impressiona di Genie è la forza mentale, da veterana a soli 20 anni: massima concentrazione in ogni 15, punti importanti giocati con una calma olimpica ed attuando sempre le scelte corrette, match point e palle break annullate con fermezza. In sintesi, una testa da predestinata.

Ma la più seria candidata alla prima posizione mondiale è forse Simona Halep. La romena ha appena raggiunto il suo best ranking di numero 3 e, come la canadese, ha disputato quest’anno la sua prima finale slam. Ma a differenza di Genie, che negli altri tornei ha mollato un po’ la presa, Simona ha spinto sempre al massimo, arrivando in fondo praticamente in ogni torneo: quarti agli Australian Open, semifinali ad Indian Wells e Wimbledon, finali a Madrid e Roland Garros, vittoria a Doha. Dovesse mantenere questi livelli anche sul cemento americano, il numero 1 sarebbe seriamente, e meritatamente, alla sua portata. È la Wta avrà trovato la sua padrona.

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