Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
di Lorenza Paolucci. TENNIS – Lo scorso anno abbandonò l’All England al secondo turno, malamente sconfitta e pure infortunata, mettendo fine di fatti alla sua stagione. Ora dopo l’entusiasmante vittoria al Roland Garros, Maria Sharapova prova a riprendersi Wimbledon, il trono dove si issò nel 2004 ancora adolescente.
E’ partito tutto da li, da quel regno dorato che si chiama All England, da quel quartiere di Londra, Wimbledon, dove ogni tennista sogna di arrivare, e non certo come turista. Maria Sharapova aveva 17 anni quando conquistò il suo primo titolo Slam, e sì, è vero che i Major sono tutti di eguale valore, ma i Championship rappresentano il torneo più antico ed importante del mondo. Divenne regina d’Inghilterra battendo la regina delle regine, Serena Williams, una che (allora) aveva già vinto sei dei suoi diciassette Slam e due dei suoi cinque titoli a Wimbledon. L’americana venne sorpresa dalla sfrontatezza della giovane russa, dai suoi servizi velenosi a pizzicare gli angoli, dalle accellerazioni improvvise.
E’ nata, Masha (come la si suol chiamare), nella fredda Siberia, dove i genitori si trasferirono dopo il disastro di Chernobyl, era il 19 aprile del 1987. Freddo come la sua terra natia sembra essere anche il suo carattere, così dicono le rivali del circuito: bella, antipatica ed irraggiungibile, non a caso viene chiamata “la Divina”.
Gli assegni d’oro con i quali la ricoprono gli sponsor, dicono invece quanto sia glamour, dentro e fuori dal campo, tanto che nel 2005 risultò l’atleta donna più pagata del pianeta.
Quando inizia a vincere i primi titoli WTA è il 2002 e viene subito etichettata come la nuova Kournikova. Maria però a differenza dell’altrettanto avvenente connazionale, ha l’osessione della vittoria e questo la renderà la regina per eccellenza del tennis russo, la prima a vincere Wimbledon ed Australian Open ed a conquistare la vetta del ranking mondiale (è l’agosto del 2005).
La strada verso l’olimpo del tennis però non è stata così semplice: da i primi palleggi a Mosca con Martina Navratilova, che ne predisse al padre un futuro da campionessa, all’infortunio alla spalla nel 2008, il momento più difficile della sua carriera. L’operazione e nove mesi di stop non furono semplici da superare e le lasciarono in eredità un servizio capriccioso con tendenza al doppio fallo.
Ma lei ha la vocazione della numero uno e il ruolo di comprimaria certo non le si addice, per questo inizia a scalpitare quando si vede costretta a guardare le rivali vincere. I titoli WTA non le bastano più: «Vorrei tornare a vincere uno Slam», afferma nel 2011, cosa che non le accade dal gennaio del 2008 a Melbourne. Ci prova immediatamente quella stessa estate proprio a Wimbledon quando sbatte contro Petra Kvitova, allora acerba 21enne ma con dentro il medesimo piglio di Maria quandò battè Serena su quegli stessi campi londinesi. Quella sconfitta le bruciò e non poco, così come quella infertagli da Victoria Azarenka sette mesi dopo in Australia.
Ma Maria non si arrende, lei che ha un carattere glaciale come il colore di suoi occhi, torna a remare, come quando a 12 anni volò nell’Accademia di Nick Bollettieri per provare a diventare qualcuno nell’affollato mondo del tennis, tanto da non vedere mai la mamma nei due anni di permanenza in Florida. Infine ce la fa a riportare uno Slam in bacheca, l’unico che manca alla sua collezione, il Roland Garros, completando così anche il cosiddetto “Carrer Grand Slam”, decima tennista della storia a riuscirci.
Le terra battutta non è mai stata la sua superficie preferita ma ironia della sorte proprio il titolo che più le era indigesto, la riporta in alto, e non solo, per adesso è anche l’unico che è riuscita a bissare grazie alla vittoria dello scorso otto giugno. A Parigi non ha giocato il suo miglior tennis, spesso e volentieri è stata costretta a rincorrere, dimostrando ancora una volta come la sua dote migliore sia quella di essere estremamente fredda nei momenti decisivi.
Tornare a vincere a Londra sarà difficile, con Serena che vorrà a tutti i costi portare a casa il pirmo Slam dell’anno. Ma Maria siamo sicuri ci starà facendo più di un pensierino.