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Italia, grande Pennetta ma non è tutto oro quel che luccica

TENNIS – Di Lorenza Paolucci

Qualche giorno fa abbiamo festeggiato lo storico record di avere tre italiane tra le prime quindici della classifica WTA. A Miami però nessuna delle azzurre è arrivata alla seconda settimana, questo perché, a parte Flavia Pennetta, le altre non sono più una certezza.

Nello sport i numeri sono sempre importanti ma spesso possono ingannare, soprattutto se si parla di ranking mondiale. La classifica WTA cita tre azzurre tra le prime quindici del mondo, un record per il tennis italico, il giusto premio per un movimento che negli ultimi anni ci ha dato tante soddisfazioni. Tale risultato però non fotografa esattamente il momento che il nostro tennis in gonnella sta attraversando. Non dei più rosei,  a differenza di quanto l’alto piazzamento delle nostre possa far credere.

A Miami nessuna delle azzurre è arrivata alla seconda settimana del torneo. Le ragazze, che tanto hanno portato in alto il tricolore nell’ultimo decennio, non stanno passando un momento brillantissimo, eccetto Flavia Pennetta, al cui talento l’Italia si aggrappa oggi come non mai.

In terra americana Francesca Schiavone e Roberta Vinci hanno rimediato l’ottava sconfitta su nove partite giocate. La prima, dopo aver toccato il punto più alto con la vittoria del Roland Garros, nelle ultime due stagioni è apparsa purtroppo sempre meno competitiva, lontanissima dai livelli che le si addicono, probabilmente per questione di anagrafe, di appagamento e di stanchezza mentale.

Roberta Vinci invece sta vivendo un’involuzione preoccupante. Passata dall’essere una potenziale top ten, ora è in piena crisi di risultati e soprattutto di fiducia. Il suo gioco, tra i più gradevoli del circuito, è diventato troppo impreciso, è venuta meno la voglia di lottare, la capacità di chiudere le partite. Nemmeno la vittoria ad Indian Wells contro Madison Keys sembra averla sbloccata, i limiti caratteriali sono sempre stati un suo difetto e speriamo Roberta riesca al più presto ad riuscire da questo tunnel.

Anche Sara Errani è in un forte momento di flessione, nelle ultime uscite Sarita non è mai riuscita ad incanalare due vittorie di fila. La romagnola sembra essersi incastrata in un gioco diventato prevedibile per le avversarie, non molto cambiato da due anni  a questa parte. Per questo Sara non riesce più a superare giocatrici di un certo calibro, le quali non appaiono più in difficoltà di fronte alle sue strategie tendenti a provocare gli errori, cosa che invece aveva fatto la fortuna dell’azzura negli ultimi anni. Sulla terra battuta sicuramente il suo gioco può avere più fortuna, così come quello delle sue compagne, aspettiamo la stagione sul rosso sperando di invertire questa tendenza negativa.

Chi invece ha riportato ai vertici, e che vertici, il tennis italiano è Flavia Pennetta, che ha trionfato nel prestigioso torneo di Indian Wells, arricchendo la bacheca azzurra con uno dei titoli più importanti del circuito WTA. Di fatti è lei che vivendo un seconda giovinezza e giocando a 32 anni il tennis più brillante della sua carriera, sta trainando un movimento che sembra zoppiccare. La sua eliminazione a Miami e Monterrey, comprensibile dopo la sbornia californiana, per mano di Ana Ivanovic ha fatto si che a Miami il torneo delle nostre finisse troppo presto.  A Monterrey invece è arrivato lo scivolone contro Kimiko Date Krumm, forse anche per la stanchezza accumulata dopo gli ultimi esaltanti impegni.

Certo le promesse ci sono, ma qualche perplessità la lasciano. Karin Knapp, che va già per i 27 anni, non sembra avere le spalle abbastanza larghe per dare continuità alla pesante eredità delle connazionali.

Nastassja Burnett e Camila Giorgi sono speranze concrete ma appaiono ancora troppo spaesate e discontinue. Soprattutto la seconda però è ora che trovi la strada giusta per diventare finalmente ciò che il suo talento le richiede.

Il tennis italico in gonnella si tiene ancora a galla, ma senza ricambi imminenti rischia di affondare.

Diego Barbiani

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