Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
TENNIS – Di Giancarlo Di Leva
MIAMI. L’inizio della stagione per la n.1 del mondo non è stato fin qui all’altezza del suo rango.
Le due impreviste sconfitte subite quest’anno (in 3 tornei disputati) contro la Ivanovic negli ottavi degli Australian Open (complice un risentimento muscolare) e contro la Cornet nella semifinale di Dubai in un incontro da dimenticare fan sì che il torneo di Miami vinto da Serena già 6 volte (la prima nel 2001!) sia un test molto importante in vista della stagione sul rosso in cui, tra aprile e maggio l’americana ha cambiali pesantissime in scadenza: Charleston, Madrid, Roma e Parigi in cui lo scorso anno totalizzò 4370 punti.
L’esordio nel torneo contro la kazaka Shvedova (n.59 del ranking) con cui aveva vinto i 3 precedenti (l’ultimo agli Aus Open 2013) è risultato un test molto più impegnativo del previsto. L’americana ha rischiato a più riprese di perdere il 1° set nel quale, dopo essere salita 3-1 grazie al break al termine di un interminabile 4° game nel quale la Shvedova ha salvato 5 palle break,ha perso 4 games consecutivi fino al 3-5. E’ riuscita con un guizzo di orgoglio ad ottenere il contro break grazie anche ad un nastro fortunato risalendo dal 0-30 nel 10° game e si è imposta nel t/b (9/7) dopo aver salvato 3 set point grazie anche a 2 ace decisivi nel finale (durata del set un’ora e nove minuti).
La partita è finita lì non perché la Shvedova abbia mollato per effetto della frustrazione derivante dall’ aver sprecato tante occasioni nel primo set,ma bensì perché è salita improvvisamente l’intensità della Williams che ha giocato uno splendido game sul servizio dell’avversaria che l’ha portata sul 3-2 e da quel momento non c’è stata più partita. Risultato finale 7/6 6/2
Onore alla Shvedova che ha giocato un ottimo match. Serena, apparsa all’inizio lenta di gambe e fallosa specie sul rovescio, ha lottato duramente nel 1° set e poi man mano, favorita anche dal gioco molto pulito della avversaria ,ha trovato ritmo e traiettorie e grazie anche al servizio che l’ha sostenuta nei momenti più delicati (14 ace) ha finito in crescendo. Un test ideale per entrare nel torneo.