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Atp Indian Wells – Federer imperiale batte Dolgopolov, Djokovic si salva contro Isner: la finale è roba loro

di FEDERICO MARIANI

INDIAN WELLS. Sarà tra Roger Federer e Novak Djokovic la finale del torneo BNP Paribas Indian Wells 2014. Lo svizzero ha annientato un inerme Dolgopolov col punteggio di 6-3 6-1 in appena 61 minuti di gioco qualificandosi per la finale del torneo BNP Paribas Indian Wells, in California, dove cercherà di trionfare per la quinta volta in carriera, in un posto senz’altro caro allo svizzero.

Per Federer sarà esattamente la finale numero trentacinque nella categoria Master 1000, l’elvetico  torna in un appuntamento del genere dopo l’atto finale di Cincinnati targato 2012, quando rifilò un sonoro 2-0 a Djokovic. Ad attenderlo in finale ci sarà proprio il serbo, a patto che nella rivincita della semifinale del 2012 ha avuto la meglio su John Isner in tre tiratirissimi set (7-5 6-7 6-1) al termine di una partita un pò pazza, come spesso capita a Nole di questi tempi. Djokovic probabilmente è il favorito in finale, ma non è esattamente il giocatore che ricordavamo fino a pochi mesi fa. Djokovic e Federer si incontreranno per la 33esima volta: gli scontri diretti dicono 17 a 15 per lo svizzero, l’ultima in finale a Dubai il mese scorso.

FEDERER IMPERIALE – E’ tutto facile per Federer, anche aiutato dal vento e dal difficile rapporto che il suo avversario, Dolgopolov, ha con quest’ultimo. L’ucraino, infatti, era visibilmente infastidito dalle folate che oggi sono tornate sul centrale di Indian Wells, non forti come quelle di Pennetta-Stephens, ma comunque tanto condizionanti per il tennis “piatto” di Dolgopolov. Federer, invece, si dimostra nettamente superiore anche nel saper domare le condizioni di gioco.

Per lo svizzero ottime notizie arrivano dal servizio: prestazione straordinaria con percentuali sia di prime in campo, che di realizzazione davvero ai limiti della perfezione. Varia in modo fantastico, alternando lo slice esterno (specialmente da destra) che sta diventando una sentenza per i suoi avversari, alle classiche prime piatte centrali.

Passando al match, non c’è moltissimo da dire in quanto abbiamo assistito ad una “partita” vera solamente nei primi sei giochi. Sul 3-3 del primo set è l’unico momento di titubanza di Federer al servizio che viene costretto ai vantaggi, ma ne esce alla grande col servizio. Da qui in poi Dolgopolov porterà a casa solamente un game contro gli otto dello svizzero. Dopo aver breakkato sul 4-3 e chiuso il set al nono gioco, Federer parte subito avanti anche nel secondo parziale ipotecando l’incontro già dopo pochi minuti. Roger sfrutta i molti errori di Dolgopolov, dettati sicuramente anche dal nervosismo di chi sa di non potersi esprimere come vorrebbe. Arriveranno addirittura altri due break per il rossocrociato: uno sul 3-1 e l’altro quando l’ucraino serve per rimanere nel match.

Purtroppo gli spettatori non hanno potuto godere di un  incontro che si presentava come molto promettente dopo quanto di eccezionale fatto vedere dal numero 31 del mondo. Dolgopolov deve comunque ritenersi più che soddisfatto da questo torneo che gli ha regalato la prima semifinale in un Master 1000, oltreché il primo scalpo di prestigio a Rafa Nadal.

Per Federer, invece, si tratta dell’ennesima conferma in questo 2014, anno partito egregiamente per lui: domani giocherà la terza finale su quattro tornei sin qui disputati, allunga ad undici la striscia di partite vinte consecutivamente ed ora avrà la chance di mettere in bacheca il ventiduesimo torneo Master 1000 ed il settantanovesimo titolo in totale.

DJOKOVIC SI SALVA (COME AL SOLITO… ) – In questo torneo Djokovic ha dato più l’impressione di sapersi salvare che di essere in forma come ai vecchi tempi. Il numero due del mondo, dopo le prestazioni non proprio esaltanti (a parte l’ultima con Benneteau) ha dovuto sudare le proverbiali sette camice per avere la meglio su John Isner, in un remake della semifinale del 2012, quando ad imporsi è stato l’americano. E ci è mancato un pelo che la storia si ripetesse. E’ vero, il terzo set non ha avuto storia (Isner non aveva più benzina), ma l’americano si è mangiato il primo set, prima di vincere per il rotto della cuffia il secondo, quando invece è stato il serbo a sprecare due opportunità al servizio per chiudere la partita, prima di cedere nettamente al tie break. Non si capisce molto il gioco di Djokovic, in questo torneo. Anzi, a dire la verità non si capisce molto dall’inizio dell’anno, da quando ha perso dopo 3 anni il suo regno in Australia. Sarà Becker, sarà per problemi suoi, non è più il Nole implacabile che conoscevamo. E contro Federer, in finale, non sarà sicuramente facile, anche se il favorito, a sensazione, rimane sempre lui.

 

Redazione

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