Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
Di Lorenza Paolucci
Il suo era il debutto più atteso, talento annunciato e dimostrato fino ad ora solo a sprazzi. Camila Giorgi, per metà argentina e per metà italiana, ha risposto presente alla prima chiamata in Fed Cup ed in un’ora di gioco ha schiantato Madison Keys.
Disse di lei Adriano Panatta «è l’unica donna che gioca come Agassi». Camila Giorgi è una predestinata dal talento tanto cristallino quanto fragile sia stato fino ad ora la sua situazione fuori dal campo e nel rapporto con la Federazione. Per fortuna non ce la siamo lasciati sfuggire e Fit e papà Sergio hanno trovato un compromesso per far crescere Camila dentro i confini italiani e renderla una tennista azzurra al 100%.
Si è cominciato a parlare di lei nel 2012 quando a Wimbledon sconfisse Flavia Pennetta al primo turno, fino a spingersi sino agli ottavi dello Slam più famoso al mondo. In quello stesso anno oltre a Flavia battè tutte le altre top players italiane, Schiavone, Vinci ed Errani, le stesse che a Clevaland nei quarti di Fed Cup contro gli Stati Uniti è stata chiamata a sostituire e lo ha fatto alla grande.
La sua convocazione in maglia azzurra è stata la più invocata negli ultimi anni da tifosi, esperti ed appassionati ed il suo esordio a Cleveland è stato senza dubbio il più atteso, senza nulla togliere a Karin Knapp che ci ha consegnato due dei tre punti decisivi per volare in semfinale.
Camila è nata a Macerata il 31 dicembre di 23 anni fa da padre argentino e madre italiana. E’ di una bellezza notevole e graziosa, ha un fisico dalla buona struttura atletica che non ne tradisce la femminilità e l’altezza non è delle più imponenti (1,68 cm).
Il suo nome si pronuncia con l’accento sulla prima “A”, quasi a voler sottolineare il sangue misto che scorre nelle sue vene. Da piccolina sembrava dovesse essere una promessa della ginnastica artistica, dove dalla più tenerà età venne convocata in nazionale, ma i suoi fratelli giocavano a tennis e la piccola Camila disse al papà che quello sarebbe stato il suo sport.
Dall’eta di 10 anni si allena tra Spagna, Parigi e Stati Uniti, fino a quando lo scorso anno l’entourage della giovane trova il tanto sospirato accordo con la Fit e Camila torna ad allenarsi in Italia, il paese che lei dice di aver sempre amato e per il quale vuole giocare.
L’exploit di Wimbledon non è rimasto un caso isolato, Camila ha alternato brutte prestazioni ad altre degne del suo talento ed agli scorsi Us Open si è spinta di nuovo fino a gli ottavi, superando l’ex n.1 del mondo Caroline Wozniachi prima di cedere ad una più esperta Roberta Vinci.
La Giorgi ha un gioco fatto di rischi inverosimili, aggressivo e sempre al limite, come vuole il papà che è anche il suo allenatore.
Serve le seconde come fossero prime, cerca il vincente senza pensarci troppo e i suoi colpi profondi a pizzicare la linea ne fanno spesso le sue fortune. Il tennis di Camila però può essere croce e delizia, se prende il campo può battere chiunque ma se non dosa il braccio è in grado di collezionare un numero incredibile di gratuiti e doppi falli. Su questo dovrebbe lavorare papà Sergio, dare una ratio al gioco della figlia ma in tanti dicono che lui sia contento così. Forse affidarsi ad una guida tecnica più imparziale e meno ingombrante di un genitore potrebbe far fare a Camila il salto di qualità che merita.
A Cleveland però il suo gioco ha funzionato alla grande contro Madison Keys, la più temibile delle nostre avversarie. L’ha regolata in appena un’ora con la sicurezza della veterana e l’incoscienza dell’esordiente e la felicità a fine partita è il manifesto di quanto la ragazza di Macerata abbia aspettato questo momento.
Il papà qualche anno fa promise che l’avremmo vista tra le prime 30 del mondo, questo non è avvenuto per le lacune tecniche già dette ma anche per la fastidiosa tendinite alla spalla destra che lo scorso anno le ha dato più di quale noia.
Il valore di Camila va ben oltre il suo best ranking (n.73 del mondo) e l’83esima piazza che occupa attualmente. Le campionesse italiane che l’hanno preceduta alla sua età vantavano un classifica migliore, ma mai nessua era arrivata così in alto nei tornei Slam come Camila ha dimostrato di saper fare.
E’ destinata a ad arrivare ai vertici, speriamo ne abbiano buona cura.