Italiani, figli del regno di Spagna

Di Lorenza Paolucci

Da Flavia Pennetta a Sara Errani, fino agli ultimi successi di Fabio Fognini. I tennisti italiani diventano grandi in Spagna. Nascono in Italia, sudano per la maglia azzurra di Fed Cup e Coppa Davis, sono patriottici, legati ai propri affetti ed alle tradizioni del  bel paese, ma campioni lo diventano in Spagna.

I successi di Fabio Fognini sono solo gli ultimi figli di allenamenti avvenuti lontani dai confini italiani. Fabio è da sempre considerato il nostro tennista di maggior talento, un diamante grezzo da affinare con il tempo affinchè diventi un gioiello prezioso. Il ligure da quasi un anno oramai sta dimostrando finalmente il suo valore, tanto annunciato e chiacchierato.

Ora è il n. 14 del mondo, quarto italiano di sempre, e la top ten è un obiettivo silenzioso ma concreto più che mai. Merito di tutto questo, Fabio non lo nasconde, è del coach Josè Perlas che lo segue dal 2011, l’unico in grado fin’ ora di rodarne carattere e potenziale.

ella sua decisione di emigrare in Spagna Fabio dice che è stata una delle scelte migliori della sua vita, dettate anche dalla voglia di fuggire da attenzioni e pressioni che in Italia lo infastidivano. I risultati ora gli stanno dando dato ragione.

Ma il n.1 azzurro è solo l’ultimo “braccio italiano” diventato grande nella terra del flamenco. La prima ed emigrare fu Flavia Pennetta, che si allena a Barcellona da quasi dieci anni. Si dice che la sua sia stata più una fuga d’amore dietro le tracce di Carlos Moya, fidanzato di allora e illustre mentore del tennis spagnolo. Motivi di cuore o professionali interessa poco, Flavia in Catalogna ha compiuto quel salto di qualità che in Italia tutti le prospettavano ma mai nessuno ha saputo dirle come fare. Ci sono riusciti Gabriel Urpi prima (suo coach per otto anni) e Salvador Navarra dopo, che l’ha raccolta dal baratro e resa ancor più competitiva. Non lo dice Flavia  ma dopo il divorzio da Urpi ad un allenatore italiano non ci ha pensato nemmeno per caso.

Non le manda a dire invece sul perchè è dovuta fuggire dalla sua amata Italia per diventare top ten: “ho trovato un metodo, in Italia è tutto improvvisato”. La Fit ha spesso storto il naso di fronte a certe dichiarazioni ed infatti i 100.000 euro di premi per la conquista della semifinale Slam concessi alla Schiavone siamo sicuri Flavia non l’abbia mai visti.

Non li avrà visti nemmeno Sara Errani che si allena a Valencia da quando è poco più che una ragazzina e da li si è arrampicata fino al n.5 del ranking mondiale.

Lei ama l’Italia, la sua casa dice è a Massa Lombarda dove risiede la famiglia ma se si parla dei suoi successi professionali gli affetti li mette da parte ed ammette: “devo ringraziare la Spagna, la consiglio a chi inizia”. Perchè lei è al fianco di Pablo Lozano che è diventata una giocatrice di vertice, nonostante un potenziale non eccelso se messo a confronto con altre top ten.

Pe tutto questo sarebbe doveroso essere grati alla scuola spagnola, gli iberici sono da sempre maestri di metodo e mentalità, fattori che li rendono vincenti in tutte le discipline sportive. In Italia però dovremmo cercare di imparare, migliorare i metodi e formare coach che siano in grado di coltivare i talenti azzurri per avere finalmente dei campioni al 100% made in Italy.

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