Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
17 Gen 2014 02:29 - Australian Open
Melbourne Park: Federer ed Edberg battono il caldo 6-0 6-0
di Rossana Capobianco
Dall’inviata a Melbourne ROSSANA CAPOBIANCO – Roger Federer è diventato mattiniero: da quando è papà si allena sempre al mattino, abitudine sconosciuta prima. Con lui, agli Australian Open, Stefan Edberg: consiglia, collabora, insegna. E il pubblico, numeroso, assiste.
Sono le dieci del mattino di un venerdì australiano ventosissimo: l’aria calda non dà tregua, ma l’umidità appare lontana. Arrivi a Melbourne Park e dopo essere stata investita dall’aria condizionata dell’edificio, decidi di tentare una camminata tra i campi laterali, ad un orario apparentemente tranquillo.
Si fa presto a dire tranquillo; in verità si scorge un’orda di fans armati di cappellini, striscioni ma in religioso silenzio sul campo 18. Non vogliono disturbare l’allenamento appena iniziato. A rete troneggia Federer, intento a colpire una miriade di volée, e quando Severin Luthi si muove per raccogliere qualche palla e dare istruzioni allo sparring partner scorgi, accanto a Roger e la sua nuova racchetta ancora tutta nera (segno di periodo di prova ancora in corso) Stefan Edberg. Di bianco vestito, pare desideroso di colpire quante più palle possibili, parla a lungo con Luthi e poi con Roger.
E non ti accorgi del tempo che passa, ti guardi attorno e sono tutti attenti a scoprire qualche particolare, a non dare retta al sole che si fa più prepotente, il vento caldo e forte, le altre partite che iniziano. Federer si allenerà per due ore piene, con quasi una passata soltanto nei pressi della rete, tra i buoni consigli del nuovo coach e una perseveranza invidiabile per un trentaduenne nel bel mezzo di una mezza rivoluzione nell’ultima fase della propria carriera.
Darren Cahill e Justin Gimelstob in un pezzo scritto per il New York Times hanno parlato di darwinismo, ovvero della necessità di adattarsi all’ambiente da parte dello svizzero: ben diverso dal mostrare debolezza e limiti. Se non ti adatti all’ambiente circostante, ti estingui. E Federer non ha alcuna voglia di farlo.
E’ uno dei motivi per i quali Edberg ha accettato la proposta di Roger di collaborare con lui per almeno dieci settimane, malgrado i numerosi impegni dello svedese e un interesse che era perso nel circuito. Stefan è lì ed ha voglia di capire, di consigliare, di vivere la possibile rinascita ai livelli eccelsi di uno dei giocatori più forti di sempre, di aiutarlo a trovare la via giusta che gli permetta di divertirsi e divertire in questi ultimi anni di professionismo.
Quei tifosi sugli spalti, quelle persone riunite in religioso silenzio di fronte a tanta eleganza e di fronte alla leggenda, lo hanno compreso: ed è il motivo per il quale i 38 gradi di oggi non hanno fatto alcuna differenza. Per Federer che ha tanta voglia di rinnovarsi e per chi questa possibile rincorsa non vuole perdersela.