di FEDERICO MARIANI –
MELBOURNE. Non ci sono problemi per Novak Djokovic nei sedicesimi di finale. Il serbo si libera in tre agevoli set di Denis Istomin impiegando due ore precise di gioco ed approda, senza aver perso neanche un set, agli ottavi dove ad attenderlo ci sarà Fabio Fognini. Quando ci troviamo a Melbourne, è facile scorgere l’alone di imbattibilità che accompagna Nole sulla Rod Laver Arena. Il numero due del mondo non perde qui dai quarti di finale targati 2010 e sembra avere tutte le intenzioni di allungare questa incredibile striscia puntando diretto al quinto alloro australiano, il quarto di fila.
L’avversario di turno, Istomin, gioca anche benino mettendo in campo il suo tennis vivace dotato com’è di più che discreti fondamentali ed un buon servizio. L’uzbeko era già stato regolato molto nettamente da Nole in tre precedenti (anche se l’estate scorsa a Montreal vinse un set) e proprio qui a Melbourne ci fu il primo confronto nel 2010. Oggi è andata meglio di quattro anni fa dato che in quell’occasione il povero Denis raccolse solamente quattro giochi, ma la sostanza cambia poco.
A ben vedere, però, anche se lo score finale non è propriamente quello della stesa, la sensazione guardando il match era quella di palese impotenza del meno titolato. Djokovic in buona sostanza faceva tutto ciò che voleva sciorinando il suo classico repertorio. I break dell’incontro sono stati messi a segno in modo chirurgico nelle fasi iniziali dei parziali per poi essere mantenuti senza affanno per tutto il set. Unico neo dell’incontro è stato il break subito nel momento di servire per il match sul 5-4 del terzo set, problema subito risolto nel game seguente con l’immediato controbreak e chiusura al dodicesimo gioco che avvalora ulteriormente la tesi del “fa ciò che vuole”.
In partite del genere è forse inutile soffermarsi molto sulle percentuali, sulle statistiche o sulla trama tattica tanta è la differenza vista in campo. Più importante è, invece, constatare lo stato di forma di Djokovic dopo questi primi tre incontri disputati con Lacko, Mayer e, appunto, Istomin. In confronto agli altri big, il serbo, come da copione, è apparso più centrato tanto a confermare la tesi secondo cui è senza dubbio alcuno il favorito per la vittoria finale. E’ vero, i tre suddetti avversari sono poca cosa per Nole e, probabilmente, il vero test arriverà solo in finale; questo, che può sembrare un paradosso, non si discosta molto dalla realtà perché, alle condizioni di oggi, non si riesce a vedere chi e come possa fermare la corsa del serbo fino al 26 gennaio. L’unica parvenza di ostacolo potrebbe essere Stan Wawrinka col quale Djokovic dovrebbe incrociarsi in quarti di finale nella riedizione del grandissimo incontro dello scorso anno.
Nel futuro più immediato, invece, il dittatore serbo sarà impegnato col nostro Fabio Fognini in ottavi di finale. Un buon banco di prova per il talento ligure dopo l’ottimo successo odierno in tre set con Sam Querrey.
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