Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
Di Diego Barbiani
Due amiche per un allenatore. Anzi, due grandissime amiche. Riavvolgiamo il nastro: lo scorso Ottobre dapprima Laura Robson ha deciso di separarsi di Miles MacLagan, poi Eugenie Bouchard l’ha emulata interrompendo il rapporto biennale con Nathalie Tautiaz. La canadese ha subito deciso per Nick Saviano, guru del tennis femminile che negli anni precedenti ha già lavorato anche con Sloane Stephens e Monica Puig, altre due giovani atlete di grande livello e prospettive. La britannica invece ha impiegato qualche settimana in più, scartando prima Mark Woodford perché troppo costoso, per poi di scegliere.. sempre Saviano.
La Robson, reduce da una stagione con tanta instabilità (tanti alti e bassi, compresa qualche cambio di allenatore di troppo) ha pensato di affidarsi allo stesso coach della sua cara amica anche per vivere in maniera più serena l’avvicinamento al prossimo anno. Un po’ come quando si è in difficoltà e si cerca la soluzione migliore per tirarsi su. Non è che sia in una fase negativa, solo si rende perfettamente conto che su di lei c’è tantissima pressione ormai, non solo più in Inghilterra dove la videro con un sorrisino ancora confuso sollevare il trofeo di regina di Wimbledon (juniores) ad appena 14 anni. Era il 2008. Il prossimo anno saranno sei anni da quella volta speciale e dentro di sé avverte forte il desiderio di volersi spingere più in la, quantomeno riagguantare il best ranking personale di n.27 del mondo toccato dopo il bel torneo di Wimbledon, concluso comunque con qualche rimpianto contro Kaia Kanepi agli ottavi. Da qui la scelta di Saviano, una figura esperta e che sa come lavorare sulla testa delle giovani giocatrici. Da qui, anche, la scelta di stare assieme a Bouchard, per scrollarsi di dosso tutte queste aspettative che potrebbero crearle un effetto boomerang.
Tutto ok, se non fosse che la stessa Bouchard ha dichiarato alla trasmissione radiofonica ‘The FAN 590’ di Toronto: «Alla sua accademia può venire ad allenarsi qualsiasi giocatore, così sta facendo Laura e questo mi fa piacere. Però durante la stagione Saviano seguirà solo me». Non un attrito, ma un semplice modo per fare ordine. E per risolvere la faccenda, Robson ha assunto l’ormai ex-giocatore Jesse Witten come sparring partner. «Jesse viaggerà con me, sarà il mio sparring partner ed al tempo stesso il mio allenatore durante i viaggi mentre Saviano rimarrà il mio capo-allenatore» ha dichiarato.
Qualcosa non torna a pieno, perché per gran parte della stagione Saviano si occuperà esclusivamente di Bouchard, mentre Robson? Al momento lei sembra quella più svantaggiata dai fatti, avendo dovuto assumere un’altra persona e dovendo contare su un “head-coach” che però non potrà sempre esserle accanto per seguirla se non quando entrambi si troveranno all’accademia di Fort Laubeade in Florida. Non era meglio forse tentare con un allenatore diverso per evitare possibili disagi?
Tra qualche giorno entrambe partiranno per l’Austrlalia. Bouchard giocherà a Sydney mentre Robson disputerà il torneo di Auckland. Entrambe poi si ritroveranno all’Australian Open. Proprio dopo il primo Slam dell’anno è probabile che Robson prenda una decisione definitiva. Sta per iniziare una fase cruciale della sua promettente carriera e tutti i tasselli devono essere al loro posto.